Scoperto uno zoo illegale con 47 animali, 25 dei quali selvatici.
La banda si dedicava all’estrazione e alla vendita di benzina, idrocarburi e acqua. 8 arrestati.
La domanda di animali esotici è in crescita, su Facebook possibile acquistare senza problemi.
Un leone bianco sdraiato al sole, una tigre del Bengala che dorme all’ombra della sua gabbia, una volpe che si aggira intorno alla proprietà, qualche rapace che vola nella sua voliera, potrebbe sembrare la descrizione di una normale gita ad un parco faunistico. Ma non è così. Questo è quello che le autorità dello stato del Messico hanno trovato in un ranch a Huixquilucan, a ovest della capitale Città del Messico.
Lo zoo illegale con 25 animali selvatici
L’operazione, portata avanti a causa di alcune segnalazioni di attività sospette all’interno del ranch, ha portato alla scoperta di ben 47 animali vivi, 7 impagliati e un contenitore con 14mila litri di gasolio. Tra gli animali presenti nel ranch, di cui 25 selvatici, della banda di guachicolero – persone dedite al furto e alla vendita illecita di carburanti e bevande alcoliche – sono stati trovati tra gli altri: un leone bianco (Panthera leo, con una forma di leucismo che lo rende bianco pallido), una tigre del Bengala (Panthera tigris tigris), due puma (Puma concolor), una volpe grigia sudamericana (Lycalopex griseus) e un coyote (Canis latrans). Nel frattempo, la polizia ha arrestato otto persone e la proprietà è stata messa in sicurezza fino a quando non sarà determinato il destino degli animali.
Estrazione illegale di fossili per mantenere lo zoo
Dalle indagini preliminari è emerso che per finanziare questo “zoo” privato, i criminali si dedicassero alla vendita di benzina rubata. E come dimostrato dalla scoperta all’interno della proprietà era presente tutto il materiale necessario: come un impianto sotterraneo per rifornire le stazione per l’assunzione clandestina di idrocarburi insieme a pompe per rubare il carburante dalle condutture e un’altra pompa per l’estrazione illegale dell’acqua.
La legge messicana permette il possesso di alcune specie
In Messico la detenzione di specie esotiche dipende da specie a specie. Ad esempio, secondo il ministero per l’Ambiente e le risorse naturali, le tigri non possono essere considerate animali domestici, perché sono predatori e regolamentate dalla legge generale sulla fauna selvatica. Tuttavia, la legge messicana consente la proprietà di un animale esotico a condizione che non sia una specie in via di estinzione, come l’ara scarlatta (Ara macao) o la scimmia urlatrice (genere Alouatta). Per possedere un animale esotico, i proprietari devono avere tutti i documenti necessari e l’animale deve vivere in un ambiente dignitoso e rispettoso della sua natura.
Facebook, la bancarella degli animali selvatici
Secondo quanto riportato dal giornale El País, il commercio degli animali esotici – in particolare quelli illegali – è presente negli angoli più remoti in alcuni mercatini delle pulci, ma incredibilmente anche su Facebook dove il mercato di specie esotiche è sempre più frequente. Infatti, in pochi clic è facile trovare pagine e gruppi come quelli denominati “Vendita di animali selvatici” o “animali esotici a Città del Messico”. Questi gruppi offrono di tutto, dai giaguari ai falchi, alle tartarughe e ai camaleonti, e nel giro di pochi giorni, l’acquirente può farsi consegnare un raro gufo sulla porta di casa, tutto senza firmare un solo pezzo di carta. La responsabilità, in questi casi, della vendita di questi tipi di animali esotici va oltre il venditore. Gran parte della colpa ricade su chi li acquista, soprattutto se si tratta di specie in via di estinzione. Per fortuna secondo la legge messicana, gli acquirenti sono colpevoli e complici del reato di “traffico internazionale di specie animali”. Inoltre, se l’animale non riceve le cure necessarie, i proprietari rischiano multe fino a 7,2 milioni di pesos (320mila euro).
Il centro nevralgico del traffico illegale
Quello che succederà agli animali ritrovati nel ranch è ancora da stabilire, tutto dipenderà dalla loro provenienza. Alcuni, quelli nativi del Messico, si cercherà di reintrodurli nel loro habitat naturale, mentre gli altri verranno trasferiti momentaneamente in strutture specializzate che se ne prenderanno cura. Il Messico purtroppo rimane uno dei centri nevralgici del traffico illegale di animali, anche favorito dalla sua ricca biodiversità, con traffici continui con i paesi in cui la richiesta è altissima come Stati Uniti e Cina, e con quelli da cui vengono prelevati gli animali come il Guatemala e altri paesi sudamericani.
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