Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
Metodo di Bates sistema occhiali stenopeici
In cosa consiste il metodo di Bates? Scopri come attraverso il sistema di occhiali stenopeici forati che alleviano e rilassano i tuoi centri visivi.
Il dott. Bates spiega nel suo libro alcune strategie che si possono provare per verificare se il tono di nero può migliorare e con esso lo sforzo diminuire. Sostanzialmente, tutto si basa su come ottenere il rilassamento, l’assenza di sforzo. Escludendo gli stimoli disturbanti, il ricercatore, ad occhi chiusi e coperti, è più libero di spaziare con la sua consapevolezza intorno al campo visivo e alla sua stessa mente, e abituarsi così a scoprire come è possibile lasciarsi andare e lasciare che il nero si approfondisca da sé.
Che cos’è il metodo Bates
Romanticamente, l’ambiente migliore dove fare questi esperimenti sembrerebbe essere un luogo eccezionalmente tranquillo, al riparo
da fonti di disturbo luminose, elettriche, sonore, psicologiche, umane. Un prato in cielo aperto, l’ombra di un albero ai margini di un bosco, o magari una grande chiesa deserta, o un centro di meditazione, sono tutti luoghi d’elezione per questo tipo di pratiche.
Si sta diffondendo anche in Italia una cultura “del rilassamento” che utilizza la “vasca di deprivazione sensoriale”, inventata da un altro medico americano, J.C. Lilly, negli anni Cinquanta, per ricreare una serie di condizioni favorevoli al rilassamento psicocorporeo, e quindi anche alla pratica del “palmeggiamento”. In questa speciale vasca, perfettamente insonorizzata, dove non filtra luce alcuna e la temperatura è portata ai canonici 36 gradi corporei, una soluzione salina ad alta densità sostiene il corpo in modo tale da falro fluttuare silenziosamente, ricreando una condizione di assenza di gravità molto particolare.
Durante il galleggiamento, i muscoli si rilassano e la mente è libera di non preoccuparsi più di niente, e di osservare, ad occhi chiusi e ad occhi aperti, come il sottofondo di non-nero dovuto alla presenza di sforzo per vedere sia una condizione creata dal soggetto stesso, e che è possibile in qualche modo riportare sotto controllo e fare svanire.
Nell’assenza di stimoli esterni, tutto ciò che accade alla mente e alla visione deve intendersi auto-generato. Ci si accorge allora che un pensiero sbagliato, ad esempio il ricordo di qualcosa di negativo, che giudicato come tale ha interferito con il nostro stato naturale di felicità e di benessere, aumenta la gradazione di non-nero e diminuisce la tranquillità, portando ad un peggioramento della visione. Al contrario, ricordare colori piacevoli, o figure, o oggetti, o azioni compiute in stato neutrale, da persona rilassata e a proprio agio, rende subito il tono di nero più intenso e il “palmeggiamento virtuale”, indotto nella vasca, più efficace.
Galleggiare per un’ora o più nella vasca di Lilly con regolarità più volte al mese può velocizzare di parecchio la pratica che il ricercatore di vista perfetta necessita per imparare a palmeggiare con successo e trarre un beneficio definitivo da questa importante pratica batesiana: una volta terminata la sessione, ci si accorge subito della migliorata qualità delle proprie percezioni; nel caso della vista, la visione dei dettagli è aumentata, anche se le condizioni luminose sono scarse; l’occhio assume più mobilità, è più vivo, e ha meno fastidio quando deve guardare oggetti che abitualmente vede male.
Il metodo Bates e il trattamento del sole
Uno dei metodi più efficaci per risolvere il problema della cataratta è proprio l’esposizione degli occhi alla luce del sole, metodo denominato “trattamento con il sole”, alternata a momenti di esposizione al buio attraverso il metodo di rilassamento chiamato “palmeggiamento”.
Se si andasse a verificare i casi specifici, si scoprirebbe che chi soffre di cataratta non ha mai sopportato il sole in vita sua e se ne è sempre tenuto distante, vuoi perché ha vissuto la sua vita in ambienti chiusi e poco illuminati, o si è preoccupato di nascondere gli occhi alla luce tenendoli deitro ad occhiali scuri. Inoltre, sono praticamente assenti i casi di cataratta in pazienti che non abbiano mai avuto problemi di vista e non abbiano mai indossato occhiali da vista. Al contrario, chi porta occhiali da vista è praticamente certo che in età avanzata soffrirà problemi seri agli occhi, tra i quali anche la cataratta.
Dopo aver passato un intero inverno al buio di uffici o di abitazioni scarsamente illuminati, è molto probabile che chiunque di noi una volta in pieno sole senta una sensazione di fastidio e di abbassamento della vista dovuti allo strizzare delle palpebre necessario per attenuare l’abbagliamento della luce naturale. Inoltre, chi indossa lenti a contatto o ha subito operazioni chirurgiche per ridurre la miopia, sente questo abbagliamento davvero insopportabile, e spesso soffre, durante la notte, di dolori lancinanti e mal di testa insopportabili, dovuti al rilascio dello sforzo mentale accumulato durante il giorno per resistere alla luce.
La soluzione offerta dal mercato dell’industria delle lenti e dalla medicina scolastica si limita alle lenti “da sole”, gli occhiali scuri che vanno tanto di moda, ma è esperienza comune che essi siano totalmente inefficaci e potenzialmente dannosi: l’occhio si abitua alle lenti e il fastido aumenta. Nel caso dei bambini, è molto facile intervenire, rimuovere gli occhiali da vista e da sole, e insegnare loro i principi della vista perfetta senza occhiali e di come ottenere il rilassamento che presiede al buon funzionamento della mente e della vista. Nel caso degli adulti il trattamento sarà più lungo e tedioso. Eppure, l’esperienza del Dott. Bates e di chi ne ha compreso i principi originali e li ha messi in pratica seriamente e con fiducia, è inoppugnabile: il fastidio della luce scompare, le cataratte guariscono, come anche gli errori di rifrazione, il mal di testa, il nervosismo, la nevrastenia, la depressione, se si impara che cosa è la vista perfetta senza occhiali e con questo ci si riabitua alla luce naturale del sole.
Si narra di un caso molto grave di vista imperfetta che non aveva tratto alcun beneficio né dalle lenti correttive, né da altre misure palliative come la vita in campagna, all’aria aperta.
La “cecità notturna” è un difetto visivo per il quale con il calare della notte, e quindi in assenza di luce solare, la retina perde la sua peculiare sensibilità centrale ed uno è costretto, se vuole vedere qualcosa di ciò che ha davanti a sé, ad usare una parte molto periferica del campo visivo, girando gli occhi da una parte, in uno sforzo assolutamente innaturale. Tale disturbo non si risolve con occhiali o lenti correttive, né con operazioni o altri trattamenti ortodossi, facendo parte di tutta quella collezione di malattie visive date
per incurabili e senza speranza.
Nel caso riportato da Bates, il paziente, dopo alcuni mesi di discussioni e rimostranze con il medico, si è lasciato convincere che l’unica soluzione al suo problema fosse quella di dedicarsi ai metodi di rilassamento per la cura della vista, che fortunatamente egli è riuscito a praticare con successo, arrivando alla guarigione completa e definitiva non solo di questo strano sintomo della cecità notturna, ma anche degli altri problemi di vista di cui soffriva, non solo di miopia ma anche di allucinazioni, attacchi di cecità improvvisa e altri sintomi nervosi.
Il metodo Bates e la cecità notturna
Oggigiorno il sintomo della “cecità notturna” è estremamente comune, anche se in forma non così grave da impedire totalmente la visione come nel caso citato, ed è sempre molto fastidioso: la cosa che più sconcerta le persone che ne sono affette è che gli occhiali e le lenti a contatto sono inutili, giacché l’apparente effetto benefico riscontrato con l’acquisto di un nuovo paio svanisce nel giro di pochi giorni e al buio la visione peggiora ulteriormente molto presto. Non sembra quindi trattarsi di un “problema di messa a fuoco”, ma proprio di “visione” nel senso meno fisico del termine, cioè più mentale, laddove per “visione” intendiamo un processo di interpretazione dell’immagine che arriva sulla retina dell’occhio, e non l’immagine stessa.
Chi soffre di questo disturbo capisce bene il significato di queste parole: di giorno, può darsi che la visione sia normale, e i contorni degli oggetti ben definiti, e i particolari ben visibili; di notte, invece, tutto sembra magicamente sparire come nascosto dietro un velo grigiastro che è impossibile da penetrare.
È possibile fare un semplice esperimento per rendersi conto dei fatti: chiudere gli occhi e coprirli con i palmi delle mani senza toccarli, e aspettare qualche minuto. Si noterà che quel velo grigiastro è lì presente davanti agli occhi, non dipende dalla messa a fuoco né dalla prescrizione diottrica delle lenti correttive, dato che con gli occhi chiusi e coperti non arriva alcun raggio luminoso dall’esterno, e il problema di “vedere bene” gli oggetti non si pone proprio.
Quel “velo” è un fatto puramente mentale, è lo sforzo inconscio per vedere che non viene curato dagli occhiali, e che è l’unica vera sorgente del difetto visivo. Sostanzialmente, si tratta di mancanza di rilassamento mentale, o riposo. Come dice il Dott. Bates, la causa della cecità notturna, come di tutti gli altri problemi visivi, è lo sforzo per vedere, ovvero, la mancanza del naturale rilassamento mentale e oculare che presiede la buona salute. Giocoforza, la cura da seguire non è quella degli occhiali o delle operazioni chirurgiche, ma quella che porta a riguadagnare il corretto rilassamento mentale necessario all’uso naturale degli organi della vista.
Per entrare nei dettagli del trattamento è necessario studiare il libro originale del dott. Bates, ma in questa sede non possiamo non
ricordare che a chi gli chiedeva quale fosse la cura per la “cecità notturna”, il medico americano rispose molto drasticamente con due parole: “Sun-Gazing”. Cioè: Rimirare il Sole. Avete letto bene: la luce diretta del sole è il miglior metodo di trattamento per guarire quei fenomeni di sforzo mentale che causano gli effetti strani e “incurabili” della cecità notturna.
Naturalmente, bisogna usare discrezione, e non sarebbe corretto per nessuno iniziare a fissare il sole a mezzogiorno senza una adeguata preparazione, giacché ciò causerebbe, come lo stesso Bates avverte nel suo libro originale, l’erompere violento di un tale quantitativo di sforzo oculare capace in genere di produrre danni fisici all’occhio, che, sebbene mai permanenti, sarebbero inutilmente molto fastidiosi.
Ma l’obiettivo è corretto: chi scrive questo articolo ha iniziato a rimirare regolarmente il sole circa diciotto mesi fa, iniziando con brevi periodi, fino ad arrivare ad oltre quaranta minuti continui di osservazione, con enormi benefici sia sul piano della visione che del benessere generale. Alla luce di queste esperienze, che sono corroborate da testimonianze di decine di persone sullo stesso cammino
sperimentale, appaiono davvero inopportune e fuori luogo le infinite raccomandazioni che ci arrivano dalla scienza convenzionale, che invita a proteggersi il più possibile da quella fonte di energia senza la quale la vita non sarebbe mai esistita, e senza la quale non sarebbe possibile alcuna “visione”, né difettosa, né buona.
Il metodo Bates e la cura degli alberi
Oltre a quello dei campi c’è un altro verde, quello delle chiome degli alberi, che generalmente non è continuo, si interrompe, si muove, scandisce le distanze, ondeggia al vento, ed è quello che dà il ritmo alle nostre passeggiate. Proprio la “percezione del movimento” è un’altra delle basi fondamentali del Metodo Bates per la cura della vista imperfetta mediante trattamento senza occhiali, e nel risvegliarla in noi gli alberi sono degli ottimi insegnanti.
L’unica caratteristica, l’unica qualità, che distingue un occhio sano da uno ammalato da vizi di refrazione, è quella del suo movimento continuo, lento ed ondulatorio che è assente, ad esempio, nei miopi che fissano l’oggetto cercando di percepirlo e di chiarirlo con tentativi forzosi che invece sortiscono l’effetto contrario. Nell’occhio dotato di vista perfetta, invece, un qualsiasi oggetto viene visto “in movimento”, cioè il punto di fissazione si sposta continuamente da parte a parte, in modo lento, continuo, armonioso.
Il miope può re-imparare il corretto movimento degli occhi abituandosi a percepire il movimento degli alberi mentre cammina lentamente in un bosco, o lungo un viale alberato, o in un parco cittadino. È sufficiente impratichirsi, ovviamente senza occhiali, a muovere dolcemente la testa e gli occhi, in accordo, secondo una cadenza lenta, impiegando almeno uno o due secondi per scorrere lo sguardo da un lato all’altro mentre si percepisce il movimento complessivo degli alberi intorno.
Presto si capirà che c’è un particolare albero che attira maggiormente l’attenzione, scelto come un punto riferimento, rispetto al quale tutti gli altri alberi si muovono di conseguenza, a velocità e per distanze diverse. È proprio la percezione della diversità con cui si muovono gli alberi tra di loro rispetto allo sfondo, rispetto al prato, rispetto a se stessi, che ha fortissime peculiarità auto-terapeutiche. Il colore verde aiuta e favorisce il rilassamento aumentando anche la facilità con cui si percepisce il movimento e con essa la messa a fuoco dei punti in lontananza.
Non è escluso che dopo pochi giorni di pratica il miope che si fida della forza di guarigione della natura possa sperimentare dei lampi di visione perfetta. Con la pratica continua di questa e di altre tecniche del Metodo Bates i lampi di visione perfetta saranno sempre più frequenti finché non si tratterà più di semplici lampi ma della guarigione effettiva della miopia.
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