Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Metrite e piometra, anche la cagnetta va dal ginecologo
Metrite e piometra sono due delle principali malattie che affliggono le cagnette. Ecco come possono essere prevenute, curate e affrontate con tempestività.
Come nelle donne anche nelle cagnette l’utero è un organo “a rischio”. È soggetto, infatti, a profonde modifiche sia durante i cicli ormonali, sia durante periodi particolari come la gravidanza e l’allattamento.
Nelle cagnoline l’utero può essere interessato da diverse malattie come la metrite e la piometra, frequenti fra la popolazione femminile dei nostri quattrozampe. Tra le due la più pericolosa è senza dubbio la seconda e, se non scoperta in tempo, può determinare in certi casi addirittura la morte.
La metrite è spesso asintomatica
“L’endometrite – in senso generico viene anche denominata metrite – è una patologia a carico del rivestimento dell’utero – spiega la dottoressa Michela Galgano, medico veterinario – detto appunto endometrio. Le cause possono essere molteplici: sembra, comunque, che più frequentemente venga provocata dai picchi ormonali che la cagna subisce durante il periodo che segue la pseudogravidanza, circa 58-60 giorni dopo ogni calore. La malattia – più frequente nelle cagnette anziane – dopo i sei anni nelle razze grandi e gli otto nelle piccole – è spesso asintomatica nelle sue fasi iniziali. Vale a dire che il proprietario non si accorge della sua esistenza se non quando la patologia è progredita da tempo”.
Sarà in quel momento che la cagna dimostrerà tutto il suo disagio. Sete eccessiva, abbattimento, mancanza di appetito, perdite vaginali sono tutti segnali validi per fare sospettare un’endometrite e per sottoporre la cagnetta a una visita specialistica. Attenzione, quindi, circa due mesi e mezzo dopo l’inizio del calore allo stato generale della piccola quattrozampe. Se scoperta in tempo l’endometrite può essere curata, altrimenti l’unica salvezza sta in un intervento chirurgico demolitore che comporti l’asportazione totale dell’utero malato.
“Da pochissimo – prosegue Galgano – sono usati nella cura dell’endometrite cure farmacologiche che associano all’uso di antibiotici e anti-infiammatori anche preparati ormonali a base di prostanglandine”. La terapia però non ha un indice altissimo di successo e presenta non pochi effetti collaterali. Ecco perché i veterinari generalmente, se non si trovano alla presenza di una cagna di altissimo “lignaggio” le cui facoltà procreative debbano essere preservate, propongono al proprietario l’intervento chirurgico.
Che si può fare allora per prevenire l’insorgenza della malattia? Non molto. E’ bene ricordare che la cagnetta che “cova” un’endometrite non rimarrà incinta. In casi di infertilità, quindi, è sempre bene sospettare la latenza della patologia. Nello stesso modo la gravidanza può essere una sorta di prevenzione della malattia stessa. Non a caso, infatti, i vecchi allevatori dicevano che il parto era anche “un lavaggio” dell’utero e che la nascita dei cuccioli “spazzava via” eventuali problemi rimasti silenti.
Il punto sulla piometra
“La piometra – continua la dottoressa Galgano – è un’altra malattia molto grave che sopraggiunge in genere da tre a sei settimane dopo la fine del calore, nel corso di un periodo del ciclo sessuale delle cagne definito metaestro. Anche in questo caso gli animali più anziani sembrano essere maggiormente colpiti, in particolare tra i sei e gli otto anni di età. Si tratta, in pratica, di un’infezione batterica che determina uno stato suppurativo dell’utero, febbre alta o altissima, grave stato di abbattimento generale e l’immediato intervento del veterinario. L’addome può essere disteso – se ne accorgerà immediatamente il veterinario durante la visita manuale – e l’animale può muoversi a fatica. L’evoluzione della malattia è piuttosto variabile: se è in forma acuta la patologia può condurre la cagna alla morte in breve tempo; se è in forma sub-acuta o cronica il decorso può invece durare più a lungo”.
Non esistono terapie farmacologiche da tentare o sperimentare: una diagnosi di piometra significa chirurgia, ma l’operazione stessa è resa più difficile e pericolosa dalla gravità del male. La piometra va quindi evitata a tutti i costi e per far questo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, l’unico sistema rimane la visita veterinaria e l’attenta osservazione della cagnolina. Ogni cambio del suo stato generale va indagato attentamente e affrontato con tempestività.”Ecco perché – spiega l’esperta – quando la cagna diventa anziana e ha collezionato nel tempo problemi all’apparato genitale, molti veterinari consigliano la sterilizzazione, che diventa anche il metodo preventivo più facile da attuare e meno penoso per la cagnolina. Pensiamoci se abbiamo poco tempo da dedicare al suo benessere o se lo stato del suo apparato genitale lo fa consigliare”.
Le cause che possono predisporre alla malattia
Aggiunge la dottoressa Galgano: “Esistono fattori “favorenti” e fattori “determinanti” per quel che riguarda la piometra. I fattori “favorenti” sono essenzialmente legati ad aspetti anatomici dell’apparato genitale della cagna, come la tortuosità o la lunghezza dell’utero (queste condizioni possono favorire l’accumulo di liquido e rendere difficile l’eventuale svuotamento del prodotto delle ghiandole uterine durante il metaestro). Il tutto favorisce in pratica la presenza di un terreno favorevole allo sviluppo delle infezioni. I fattori “determinanti” sono, invece, di due ordini: gli agenti infettivi e gli ormoni. Per quel che concerne i primi si osserva una percentuale di infezioni sostenute da un batterio (l’Escherichia coli, E. coli) seguito da altri germi che possono essere contemporaneamente presenti come gli Stafilococchi e gli Streptococchi. Per quanto riguarda gli ormoni è stato osservato che gli estrogeni provocano una ipervascolarizzazione dell’apparato genitale, una crescita della mucosa uterina e un rilassamento del collo dell’utero. In effetti, si constata frequentemente la comparsa di piometra in seguito alla somministrazione di estrogeni per indurre l’aborto”.
Anche un altro ormone, il progesterone, è fortemente coinvolto nei meccanismi che inducono la piometra. E’stato evidenziato, infatti, che la malattia compare soprattutto in un momento del ciclo sessuale che si chiama metaestro. In questo periodo il livello di Progesterone è particolarmente elevato. Ciò determina la stimolazione dell’attività secretoria delle ghiandole uterine (che si trovano nell’utero e secernono all’interno del lume uterino), favorendo lo sviluppo di un ambiente adatto alla proliferazione dei germi. Numerosi casi di piometra, infine, sono stati riscontrati successivamente alla somministrazione di Progesterone esogeno (sotto forma di farmaci progestinici) che viene impiegata per sopprimere l’estro. “In sintesi – conclude Michela Galgano – la malattia appare come una patologia dovuta a uno squilibrio endocrino (cioè ormonale) che rappresenta il fattore predisponente all’infezione durante le fasi del mataestro nelle cagne più anziane”.
In funzione dei sintomi possiamo, comunque, distinguere due tipi di piometra: quella “chiusa” e quella “aperta”. La piometra “chiusa” non presenta nessun tipo di scolo vulvare e molto spesso si ha una distensione dell’addome appena accentuata. Alla palpazione l’utero è difficilmente percettibile e si palpa solo una massa più o meno pastosa che occupa gran parte dell’addome. I sintomi generali in questo caso sono molto gravi e un ricovero d’urgenza è obbligatorio.
La piometra “aperta” è invece meno pericolosa per la cagnolina. In questo caso le condizioni della bestiola sono in genere meno allarmanti anche se, torniamo a ripeterlo, il ricorso al veterinario è improrogabile.
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