Lo Stato del Michigan pagherà circa 600 milioni di dollari alle vittime della crisi idrica di Flint dove, dal 2014, gli abitanti bevono acqua contaminata dal piombo.
Sei anni fa la città ha cambiato la propria fornitura d’acqua scatenando una crisi idrica senza precedenti che ha attirato l’attenzione di tutto il paese. Il risarcimento, destinato in gran parte ai bambini avvelenati dal piombo, è il risultato di oltre 18 mesi di trattative.
Nel 1960 Flint aveva quasi 200mila abitanti. Ma quando le fabbriche di auto hanno cominciato a chiudere, la popolazione si è dimezzata. Flint ha attraversato anni di grave crisi finanziaria lottando contro la chiusura delle fabbriche, la perdita di posti di lavoro e il declino della popolazione. Il 40 per cento degli abitanti di Flint vive al di sotto della soglia di povertà.
Per decenni la città ha acquistato l’acqua da Detroit, dove l’acqua del lago Huron veniva trattata e poi convogliata a Flint. Nel 2014, come misura di risparmio, i funzionari di Flint, sotto la decisione dal responsabile dell’emergenza finanziaria nominato dallo Stato, hanno trasferito l’approvvigionamento idrico della città dal lago Huron al fiume Flint. Il fiume, notoriamente inquinato, era una discarica di ricambi per auto, carrelli della spesa e vecchi frigoriferi.
Le autorità fallirono nell’eseguire i controlli sulla corrosione e, secondo alcune indagini successive, questo ha permesso al piombo e ad altre sostanze chimiche di passare dai vecchi tubi usurati alla fornitura di acqua potabile. L’acqua era così contaminata che raggiungeva livelli “tossici” secondo gli standard dell’Agenzia di protezione ambientale federale (Epa).
Secondo i resoconti riportati dal New York Times, l’acqua aveva un sapore metallico e spesso era di colore verde o marrone chiaro. Molte persone iniziarono a sentirsi male e ad avere eruzioni cutanee, perdita di capelli e altri sintomi. La situazione diventò così estrema che, in molti casi, i residenti cominciarono ad utilizzare l’acqua in bottiglia anche per lavare i bambini e gli animali domestici.
“Non credo che la gente sappia cosa sta succedendo”, ha detto al New York Times il 49enne Chris Thornton che ha descritto il primo getto d’acqua dei suoi rubinetti come urina, con l’odore della candeggina e il sapore del metallo. Dopo che sua moglie Ronda si è sentita male allo stomaco per mesi, i Thornton hanno iniziato a comprare acqua in bottiglia, anche se, nel lungo termine, costituiva una spesa significativa.
Quando gli abitanti hanno tentato di portare all’attenzione dei funzionari cittadini la questione, protestando anche fuori dal municipio, le loro richieste furono respinte.
Poi, a settembre 2015, un ricercatore dell’università Virginia Tech ha pubblicato i risultati di un test idrico che mostrava elevati livelli di piombo nell’acqua di Flint. Inoltre, gli esami del sangue rilasciati da un pediatra locale mostravano un aumento allarmante dei livelli di piombo nel sangue dei bambini di Flint dal 2014, quando la città ha iniziato a prelevare l’acqua dal fiume.
Nell’autunno del 2015, di fronte a prove schiaccianti, il governatore del Michigan, Rick Snyder, è stato costretto a riconoscere che l’acqua non era buona. Migliaia di residenti di Flint hanno intentato causa contro lo Stato.
Il procuratore generale del Michigan, Bill Schuette, ha sporto denuncia contro tre funzionari governativi: due funzionari statali del Dipartimento della qualità ambientale del Michigan e il supervisore della qualità dell’acqua della città. Ma tutte le accuse contro questi imputati furono ritirate.
Perché il caso di Flint è esemplare del razzismo ambientale
Per i sostenitori dei diritti civili, la crisi di Flint è un caso esemplare di razzismo ambientale. Coniato negli anni ‘80, il termine indica il meccanismoper cui le comunità socialmente marginalizzate hanno accessibilità limitata, se non addirittura assente, ad acqua, aria e terra non contaminata. Il razzismo ambientale è considerato il risultato della povertà e della segregazione che, negli Stati Uniti, ha spesso relegato la popolazione nera e di colore in alcune delle aree del paese più industrializzate e inquinate.
Le decisioni ambientali negli Stati Uniti sono legate al potere politico. E Flint, con una percentuale di popolazione nera di più del 50 per cento, ha poco potere politico.
“Se Flint fosse stata ricca e per lo più bianca, il governo del Michigan avrebbe risposto più rapidamente e in modo più aggressivo alle proteste sulla sua acqua inquinata dal piombo?” scriveva il New York Times nel 2016, nel pieno della crisi idrica di Flint.
Flint oggi: tra crisi idrica e coronavirus
Oggi, a Flint, molti bevono ancora acqua in bottiglia che spesso è utilizzata perfino per cucinare e lavarsi. In aggiunta alla crisi idrica, i residenti di Flint quest’anno hanno dovuto fare i conti anche con la pandemia.
Negli anni successivi alla crisi, la città e lo Stato hanno preso provvedimenti per aiutare i residenti di Flint, riportando la fonte d’acqua di Flint all’acqua del lago Huron, che viene trattata a Detroit. Ma i lavori di riparazione delle tubature rimangono incompiuti. I lavori, finanziati da un pagamento di 87 milioni di dollari accordato con lo stato del Michigan, dovevano essere completati entro gennaio 2020. A causa della pandemia poi, i lavori sono stati sospesi completamente e sono potuti riprendere solo a giugno.
Chiunque abbia vissuto a Flint tra il 2014 e il 2016 dovrebbe avere diritto a un risarcimento. I pagamenti dovrebbero essere distribuiti a partire dalla primavera del 2021.
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