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Da Roche Diabetes Care, arriva in Italia la micropump, un microinfusore per la somministrazione in continuo di insulina. Senza catetere, viene incontro alle persone con diabete di tipo 1 che non hanno trovato nei sistemi tradizionali una risposta alle loro necessità.
Un nuovo sistema di microinfusione per insulina doppiamente sostenibile: grazie alla sua flessibilità che lo adatta alle necessità del paziente e grazie alla modularità delle componenti che ne consente il pieno utilizzo senza sprechi. Si tratta del nuovo dispositivo medico introdotto in Italia da Roche Diabetes Care Italy: una micropump senza catetere per l’erogazione in continuo dell’insulina alle persone con diabete di tipo 1. La tecnologia giunge quindi in aiuto delle persone con questa patologia, che è purtroppo in costante aumento. In Italia, secondo l’Istat, sono oltre 3 milioni le persone con diabete e circa lo 0,3 per cento di tutta la popolazione soffre di diabete di tipo 1, ovvero una malattia autoimmune che si rivela spesso in tenera età e che richiede frequenti iniezioni di insulina. Il microinfusore è un piccolissimo accessorio che si applica al corpo ed eroga l’insulina in continuo, sostituendo le iniezioni.
Dal 2016 al 2018 le persone che utilizzano il microinfusore sono passate dal 12,6 al 17 per cento, come certificano i dati degli Annali Amd dell’Associazione medici diabetologi presentati a fine novembre. Si tratta di un incremento significativo, che avvicina il nostro Paese alla media delle altre nazioni europee, in cui la terapia insulinica sottocutanea in continuo mediante microinfusore, conosciuta anche con la sigla ‘Csii’, riguarda una persona con diabete di tipo 1 ogni cinque.
“I vantaggi dell’impiego del microinfusore sono molteplici – spiega Emanuele Bosi, primario diabetologo dell’ospedale San Raffaele e professore di medicina interna all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Favorisce, infatti, un miglior controllo della glicemia, con minori fluttuazioni nei livelli di glucosio nel sangue, la riduzione degli episodi di ipoglicemia e, in ultima analisi, la diminuzione del rischio di sviluppare complicanze della malattia”. Eppure, l’adozione dei microinfusori incontra ancora molte resistenze psicologiche, legate all’accettazione della malattia e alla presenza del catetere.
“Nonostante i vantaggi clinici associati alla Csii rispetto alle terapie multi-iniettive, le persone con diabete e in particolare i più giovani sono spesso riluttanti e scettici a utilizzare i microinfusori – afferma Francesco Costantino, responsabile del Servizio di diabetologia pediatrica presso il Policlinico Umberto I e docente della scuola di specializzazione in pediatria all’università La Sapienza di Roma -.Tra le principali ragioni addotte: la scomodità di sentire addosso qualcosa di estraneo, la scarsa discrezione data dalla visibilità del microinfusore, o il timore che il catetere si attorcigli e si impigli durante l’utilizzo”.
Questo nuovo microinfusore di piccole dimensioni, quindi molto meno visibile, senza catetere e rimovibile rappresenta un’alternativa per superare alcuni dei limiti delle terapie tradizionali. “Di ridotte dimensioni, 6,3 per 3,9 centimetri, più piccola di un bancomat, e spessa 1,4 centimetri, la micropump viene applicata direttamente sulla pelle nel punto di infusione prescelto, in genere sul braccio o sull’addome, senza bisogno di alcun catetere che la colleghi all’ago-cannula – racconta Massimo Balestri, amministratore delegato Roche Diabetes Care Italy –. È ideale per tutte le persone che vogliano gestire con flessibilità il diabete e la terapia insulinica, e non gradiscono che i sistemi interferiscano con il loro stile di vita e il loro essere attivi. In altre parole, è uno strumento che garantisce meno pensieri, per vivere con più libertà e serenità”.
La micropump è costituita da tre componenti: il supporto con l’ago-cannula che si applica sulla cute, la base del microinfusore e il serbatoio per l’insulina che si innestano a loro volta sul supporto. Le tre componenti possono essere sostituite singolarmente e indipendentemente l’una dall’altra. Questa particolare caratteristica permette, da un lato di evitare sprechi di insulina e di materiale consumabile, rendendo la micropump senza catetere un microinfusore sostenibile, dall’altro di renderlo perfettamente adattabile allo stile di vita della persona che lo indossa grazie alla possibilità di rimuovere la base del microinfusore in ogni momento e per ogni esigenza senza rimuovere l’ago-cannula oppure di sostituire il serbatoio dell’insulina, ma non gli altri elementi.
Il sistema associa alla micropump senza catetere un dispositivo per il suo controllo e gestione, una sorta di telecomando, che consente anche la misurazione della glicemia e il calcolo del bolo insulinico. L’uso della micropump non è strettamente vincolato al dispositivo di controllo grazie alla presenza di pulsanti integrati che garantiscono la possibilità di erogare l’insulina nell’eventualità si dimentichi il telecomando, aumentando così la sicurezza del sistema.
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