Aumenta la vendita di auto elettriche ma siamo ancora lontani dalla media europea. Crescono le colonnine di ricarica e si arresta l’ascesa delle e-bike.
La micromobilità avanza (a piccoli passi) anche nelle aziende italiane
In attesa di regolamentazioni più stringenti, l’approccio verso la micromobilità resta cauto. E-bike e scooter sono i mezzi preferiti dai mobility manager.
Sia pur a piccoli passi, la micromobilità inizia a conquistare i suoi spazi anche all’interno delle flotte aziendali. Biciclette, e-bike, monopattini, scooter e microcar sono sempre più considerati dai fleet e dai mobility manager, il cui approccio – in attesa di una regolamentazione più stringente che garantisca una circolazione in maggiore sicurezza – resta comunque di grande cautela. Il quadro emerge dal sondaggio “La micromobilità entra in azienda?”, promosso dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale Top Thousand e dalla rivista Fleet Magazine.
Mezzi di micromobilità solo nel 10 per cento delle flotte aziendali
L’indagine è stata condotta su un campione di oltre 100 aziende di ogni dimensione e di diversi settori merceologici, per un parco totale gestito di quasi 120.000 veicoli. Il dato di partenza, in effetti, è piuttosto basso: solo il 10 per cento delle imprese interpellate ha già inserito nella propria flotta mezzi di micromobilità; il numero sale leggermente se considera esclusivamente la parte di campione che opera ed effettua spostamenti nei centri cittadini. Il trend si mostra invece più positivo se si analizzano gli scenari del prossimo futuro: un gestore su quattro è possibilista riguardo l’introduzione di questi mezzi all’interno del proprio parco aziendale, mentre il 15 per cento di coloro che non hanno ancora sposato la micromobilità dichiara apertamente l’intenzione di voler adottare soluzioni di questo genere nel breve termine.
Come osserva Gianfranco Martorelli, presidente dell’Osservatorio Top Thosand, “la pandemia ha accelerato i cambiamenti in atto nel modo di spostarsi per esigenze di business e, al tempo stesso, si è rafforzata la figura del mobility manager, chiamato a governare anche l’inserimento di questi nuovi mezzi nel trasporto aziendale. Le nuove generazioni di lavoratori, che hanno una crescente attenzione alla sostenibilità, potranno fare da traino a una loro maggiore diffusione, anche se come dimostra lo studio non esistono pregiudizi e preclusioni nei confronti di questi mezzi legati all’età. Persistono però alcuni dubbi sul fronte della sicurezza e della regolamentazione normativa. L’auspicio è che limiti di velocità più stringenti, obbligo di casco e assicurazione – già necessaria per i monopattini in sharing – siano presto contemplati dal Codice della strada”.
L’acquisto resta la modalità preferita, seguita da noleggio e sharing
Per coloro che hanno già cominciato a utilizzarli, bici elettriche e scooter sono i mezzi prediletti con una quota del 25 per cento; seguono le biciclette tradizionali e i monopattini (rispettivamente al 18 e 17 per cento), mentre è decisamente più esigua la quota di scooter elettrici e microcar, all’8 e al 7 per cento. Le bici elettriche sono anche il mezzo a cui le aziende interpellate guardano con più favore per il futuro: il 33 per cento di quanti intendono introdurre la micromobilità in azienda nei prossimi mesi si dice pronto a sceglierle per i propri dipendenti; seguono i monopattini con il 25 per cento, gli e-scooter e le microcar (entrambe con il 13 per cento) e infine bici e scooter con l’8 per cento. Il dato relativo alle biciclette riflette il boom registrato a livello nazionale: con la pandemia le due ruote hanno visto impennare la loro popolarità sfondando lo scorso anno il muro dei due milioni di mezzi venduti.
L’acquisto resta la modalità preferita dalle aziende per entrare in possesso di questi mezzi, seguita dal noleggio e dallo sharing. Ma è bene evidenziare quanto appaia fluido lo scenario odierno: stanno infatti aumentando le soluzioni di micromobilità offerte dai noleggiatori, spesso integrate con il noleggio dell’auto; anche gli operatori di sharing mobility possono proporre convenzioni alle aziende, con tariffe agevolate per i dipendenti e una fatturazione semplificata. Oggi sono soprattutto gli impiegati (80 per cento del totale) ad utilizzare le soluzioni di micromobilità, ma anche i dirigenti cominciano a servirsene.
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