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Migranti detenuti in condizioni disumane. L’Onu striglia la Repubblica Ceca
Secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati, i migranti sono detenuti nel Paese europeo in condizioni simili a quelle di prigionieri.
La Repubblica Ceca “detiene sistematicamente, in condizioni degradanti” i migranti e i profughi arrivati sul proprio territorio. La denuncia arriva dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), che in un comunicato pubblicato il 22 ottobre ha spiegato come la situazione risulti particolarmente preoccupante soprattutto per quanto riguarda i bambini.
“Le violazioni dei diritti umani sui migranti – ha dichiarato l’Alto commissario, Zeid Ra’ad Al Hussein – non sono isolate né frutto del caso, bensì sistematiche. Sembrano essere parte integrante delle politiche attuate dal governo ceco al fine di scoraggiare l’ingresso e il soggiorno nel paese”. Secondo il responsabile dell’organismo delle Nazioni Unite, infatti, lo stato europeo è il solo tra quelli considerati “di transito” a sottomettere “in modo regolare i migranti ad un periodo di detenzione di quaranta giorni, che a volte può diventare di novanta”.
Benché non si tratti della prima volta che l’Onu interviene sulla questione dei migranti, quello di Zeid rappresenta il primo attacco diretto ad un singolo governo. Effettuato, tra l’altro, con particolare veemenza: “La legge internazionale – prosegue il dirigente – è molto chiara in materia di restrizione della libertà personale per i migranti: essa deve rappresentare un’extrema ratio, in particolare per i minorenni. Non a caso, il Comitato Onu per i Diritti dei bambini ha sottolineato che la loro detenzione, basata unicamente sul loro status, non è giustificabile”.
A preoccupare sono soprattutto le condizioni del centro di Bila-Jevoza, circa ottanta chilometri a nord di Praga, descritto dallo stesso ministro della Giustizia ceco come “peggiore di una prigione”. Al suo interno – secondo quanto riportato dall’agenzia Afp – la mediatrice ufficiale del governo, Anna Sabatova, ha constatato la presenza di un centinaio di bambini (le cifre sono state indicate in un rapporto pubblicato lo scorso 13 ottobre).
Nello stesso documento, si parla anche di migranti privati dei loro telefoni cellulari e posti nelle condizioni di non poter comunicare con i loro familiari. Zeid denuncia addirittura perquisizioni sistematiche finalizzate alla confisca dell’equivalente di circa 10 euro, al giorno, a testa: una somma che costituirebbe il “pagamento” per il loro soggiorno (involontario) a Bila-Jevoza. “Si tratta – ha concluso l’Alto commissario – di informazioni credibili, e di fatti particolarmente deprecabili”.
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