Flusso di migranti negli Stati Uniti: in aumento gli arrivi da Africa e Sudamerica

A New York ci sono 110mila migranti, ma la situazione è critica in molte città statunitensi per l’arrivo di migranti dal continente americano e non solo.

  • Violenze nel Paese d’origine, povertà ed eventi legati ai cambiamenti climatici spingono migliaia di persone a superare il confine in Messico per entrare negli Stati Uniti.
  • Il governo del Texas ha deciso di spostare i migranti verso altre città come New York e Los Angeles, che ora devono far fronte all’arrivo di migliaia di persone.
  • Molte persone provengono da Paesi dell’America Latina come Venezuela, Perù ed Ecuador, ma decine di individui sono arrivati anche da Mauritania, Senegal, Burundi, Ciad e altri Paesi africani.

Il flusso di migranti non riguarda solo l’Europa e il Mediterraneo. Anche il continente americano è al centro di un fenomeno migratorio che ha colto di sorpresa gli Stati Uniti. Nel corso dell’estate 2023, infatti, le persone in movimento da Centro e Sudamerica verso gli Stati Uniti sono in costante aumento. Come riporta l’Unicef, ci sono numerosi bambini che si sono messi in viaggio insieme a genitori o parenti e che perciò sono a rischio per le difficoltà del tragitto e per le poche opportunità all’arrivo. Oltreché dalle nazioni sudamericane, in questa occasione ci sono anche migranti dell’Africa: una novità che stupisce i politici statunitensi e che sta destando ulteriori preoccupazioni fra le organizzazioni di supporto ai richiedenti asilo.

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Il sindaco di New York Eric Adams © Theo Wargo/Getty Images for Global Citizen

La situazione dei migranti a New York

Più di 110mila migranti sono arrivati a New York dall’inizio dell’anno, ha spiegato il sindaco Eric Adams in conferenza stampa, aggiungendo di essere preoccupato per l’incremento recente che secondo lui potrebbe portare alla “distruzione della città“. L’elevato numero di persone, testimoniato dalla presenza di decine di migranti sui marciapiedi di Manhattan e Brooklyn presso i centri di accoglienza, è dovuto alla scelta dei governatori di Texas e Arizona di trasportare i richiedenti asilo in altri Stati della federazione. Adams sembra riferirsi in particolare al governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, che ha fatto spostare gli immigrati giunti nel suo territorio in città a guida democratica come New York, Los Angeles e Chicago. Le persone che, tramite carovane e passaggi da intermediari, riescono ad entrare illegalmente negli Stati Uniti vengono condotte subito dopo in altre zone tramite degli autobus gratuiti messi a disposizione dal governo texano. Le organizzazioni non profit locali, indignate per la trovata politica di Abbott, si sono recate al terminal degli autobus dell’Autorità Portuale newyorkese, dove hanno allestito postazioni di benvenuto e supporto per i nuovi arrivati.

Adams si è lamentato inoltre dell’assenza di sostegno dal governo centrale di Washington. I servizi sociali di New York stanno faticando a provvedere al crescente numero di migranti arrivati: i funzionari hanno dichiarato che i rifugi e le altre risorse sono al limite della capacità, con circa 500 nuovi migranti in arrivo a New York ogni giorno. “Non vedo una fine a tutto questo”, ha detto Adams. “Ogni comunità e quartiere di questa città ne risentirà”. L’amministrazione di New York è tenuta a fornire rifugio durante la notte a chiunque ne abbia bisogno: un mandato che era stato pensato per aiutare i senzatetto, ma che ora non può essere rispettato a causa dell’aumento di persone in strada. Alcuni cittadini newyorkesi stanno protestando contro l’apertura di nuovi hub di accoglienza nei loro quartieri.

I nuovi percorsi dall’Africa e dal Sudamerica

L’approdo di migranti da Centro e Sudamerica non è una novità per gli Stati Uniti. Ultimamente, però, sono in arrivo individui da nazioni finora meno coinvolte in questo tipo di spostamenti. Molti venezuelani e cittadini provenienti da Stati caraibici attraversano il confine in Messico dopo essere giunti lì in seguito a viaggi tortuosi. A differenza di cittadini centroamericani o cubani che rappresentano storicamente la maggioranza dei migranti negli Stati Uniti, queste persone spesso non hanno contatti o altri familiari già presenti sul territorio nordamericano, perciò sono costrette a rimanere in strada una volta arrivate. Fra di loro, ci sono stati almeno 83mila bambini dall’inizio del 2023, secondo l’Unicef.

Proteste contro i migranti a New York
Proteste contro i migranti a New York ©Stephanie Keith/Bloomberg via Getty Images

Ci sono, dunque, anche persone provenienti dall’Africa. I migranti africani hanno raggiunto gli Stati Uniti volando prima verso i Paesi dell’America Latina, dove esistono regole più permissive in materia di visti, per poi intraprendere da lì il lungo viaggio via terra verso nord. I latinoamericani continuano a rappresentare più dell’80 per cento dei nuovi arrivati, ma il numero di immigrati africani inizia ad essere considerevole. Gli africani devono affrontare difficoltà ulteriori, perché spesso le associazioni per l’accoglienza e le autorità locali non parlano la loro lingua, ma si esprimono solo in spagnolo e inglese.

In metropoli come New York e Los Angeles, la crisi di migranti in corso ha aggravato il problema dei senzatetto già esistente nelle città: hotel riconvertiti e rifugi sono a livelli record e non riescono ad accettare nuovi inquilini in necessità. “Se si va avanti così, la gente continuerà a venire e noi continueremo a essere sovraffollati”, ha dichiarato Sophie Kouyate dell’organizzazione African communities together di New York. “Così non si andrà da nessuna parte. E sarà un male per i migranti, perché faranno cose sbagliate per sopravvivere. Perché ora sono in modalità di sopravvivenza. E per sopravvivere, si fa di tutto”. Il problema dei migranti accomuna così l’Occidente, il quale deve fare i conti con l’incremento costante di persone in movimento per necessità e per fuggire dalle situazioni negative nei propri Paesi d’origine.

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