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Migranti, primo passo della Ue verso una Guardia costiera comunitaria
Non è ancora una vera e propria Guardia costiera europea, ma qualcosa che comincia ad avvicinarvisi: entro l’autunno prossimo l’Unione europea si doterà di una “Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera”, un nuovo sistema di controllo che riunisce e potenzia l’agenzia comunitaria di frontiera Frontex e le autorità nazionali di gestione delle
Non è ancora una vera e propria Guardia costiera europea, ma qualcosa che comincia ad avvicinarvisi: entro l’autunno prossimo l’Unione europea si doterà di una “Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera”, un nuovo sistema di controllo che riunisce e potenzia l’agenzia comunitaria di frontiera Frontex e le autorità nazionali di gestione delle frontiere. Secondo le nuove regole, le autorità nazionali continueranno a occuparsi delle attività giornaliere di gestione, ma di fronte a una situazione critica potranno chiedere l’intervento della nuova agenzia europea, composta di 1500 uomini. Il pensiero va subito agli sbarchi dei migranti, che nelle acque del Mediterraneo sono tornati a costituire una vera emergenza per l’Italia (che sarà il paese che contribuirà con il maggior numero di uomini, 125, oltre ai 170 della Francia) con il ritorno della bella stagione: purtroppo però la nuova agenzia non entrerà in vigore prima del prossimo autunno, per tempi tecnici e perché dopo l’approvazione in via definitiva del Parlamento europeo serve ancora l’ok del Consiglio europeo.
Interventi rapidi in situazioni di crisi
La nuova Guardia costiera effettuerà interventi rapidi alle frontiere in situazioni di crisi: nei casi in cui uno Stato membro si trovasse a dover gestire un aumento della pressione al suo confine esterno, come una pressione migratoria sproporzionata o una forte presenza di criminalità transfrontaliera, potranno essere schierate delle squadre d’intervento rapido, o su richiesta del paese coinvolto oppure per decisione diretta del Consigli: dal momento della richiesta, entro 5 giorni l’Agenzia sarà in grado di approntare un piano operativo, ed entro 10 giorni gli uomini richiesti saranno dislocati sul luogo e pronti a intervenire. Se uno Stato membro dovesse rifiutare un intervento deciso dal Consiglio, gli altri Stati membri dell’Ue potranno reintrodurre i controlli alle frontiere interne.
Rimpatri sì, ma con diritti fondamentali garantiti
Anche sulle operazioni di rimpatrio l’agenzia avrà un ruolo maggiore rispetto a quello odierno dell’agenzia Frontex nel rimpatrio dei migranti, ma solo in presenza di garanzie sulla tutela dei diritti fondamentali nei rispettivi paesi d’origine. Secondo Artis Pabriks, deputato lettone del Partito popolare europeo che ha presentato l’iniziativa, “il regolamento dell’Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera renderà più sicure e meglio gestite le frontiere esterne dell’Ue. Non si tratta di una bacchetta magica che può risolvere la crisi dell’immigrazione che sta affrontando oggi l’Ue, oppure ripristinare completamente la fiducia nella zona Schengen, ma si tratta di un primo passo davvero necessario”.
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