A Milano un murale intitolato “Respiro” ha l’obiettivo di dare un tocco di verde in più alla città e non solo.
Milano inaugura Blu Wall, un murale dedicato alla consapevolezza sull’autismo
Una primavera in blu è sbocciata su una parete dell’Hotel Astoria di Milano. È il murale Blu Wall, firmato dagli Orticanoodles e con una missione molto speciale.
Un bambino e una donna ci osservano silenziosi. Stretti in un invisibile abbraccio, sono affacciati su una delle piazze più frequentate di Milano e, con quel loro sguardo limpido e penetrante, sembrano interpellarci. Non sono persone in carne e ossa, ma i protagonisti di Blu Wall, un nuovo murale apparso in questi giorni su una delle facciate dell’Hotel Astoria – Sure Collection by Best Western (nella zona di Fiera Milano City) e promosso dalla Famiglia Doni, proprietaria dell’albergo, insieme a LifeGate e concepita insieme all’associazione L’abilità. Una presenza discreta, ma insieme impossibile da ignorare per chiunque si trovi a passare per viale Murillo, dove l’hotel è da anni un punto di riferimento per i cittadini. La firma inconfondibile della nuova opera di street art è quella degli Orticanoodles, collettivo artistico che da anni colora le strade della città con le sue opere murali. Questa volta il loro tocco e la loro sensibilità sono serviti a raccontare un tema delicato e importante come quello dell’autismo, disturbo del neuro sviluppo che in Italia colpisce 1 bambino su 67 nati.
Blu Wall, quando l’arte abbatte le barriere
Il Blu Wall è stato il frutto di una comunione d’intenti tra LifeGate, i proprietari dell’hotel e l’associazione L’abilità, che da oltre vent’anni gestisce servizi educativi per bambini con disabilità e sviluppa progetti di inclusione e accessibilità per le persone con disabilità intellettiva. “Sono tre mondi che si uniscono per lanciare un unico messaggio di inclusione”, spiega Carlo Riva, presidente de L’abilità, che da qualche tempo collabora su progetti di accessibilità con la famiglia Doni, proprietaria dell’Hotel Astoria e di altri tre alberghi tra Lombardia e Piemonte.
Insieme a tutti loro, ad inaugurare il murale lo scorso 3 novembre, con il tradizionale svelamento dell’opera, c’era anche l’assessore alla Casa e Piano quartieri Pierfrancesco Maran, a dimostrazione dell’importanza che l’iniziativa riveste per il capoluogo lombardo. “Il murale che inauguriamo oggi parla di un tema importante, raccontando l’impegno di un operatore nell’abbattere barriere che talvolta non sono solo fisiche, e arricchisce il quartiere di una nuova opera di arte pubblica”, ha commentato l’assessore.
Credo che una città si riconosca tanto più dinamica e inclusiva quanto più è alta la qualità dei progetti che arrivano dal territorio, dai privati, dalle associazioni
Ospitalità è inclusione
Albergatrice da tre generazioni, la famiglia Doni porta avanti la propria attività dal 1955, restando sempre fedele a una precisa idea di hospitality. “Ci piace che l’umanità faccia la differenza nel nostro contesto lavorativo”, spiega Camilla Doni, responsabile comunicazione del gruppo, che, nel periodo più duro della pandemia, ha messo a disposizione di Regione Lombardia proprio l’Hotel Astoria, convertito in Covid hotel per 90 giorni. Lo stesso spirito di servizio con cui cinque anni fa la famiglia avviò anche la collaborazione con L’abilità, come raccontato da Camilla Doni: “Una scelta nata da una sensibilità personale e radicata nell’attenzione che da sempre la nostra famiglia dedica ai valori della solidarietà e dell’impegno sociale”.
Una sensibilità che ha spinto il Gruppo Doni ad aderire anche al progetto pilota degli Inclusive Hotel, un’iniziativa del gruppo alberghiero BWH (Best Western, WorldHotels), portata avanti con il prezioso sostegno dell’associazione L’abilità. La sfida, raccolta nel 2018, ha permesso alla famiglia Doni di trasformare un’altra delle sue strutture, il Best Western Madison Hotel di Milano, in un hotel attento agli ospiti con disturbi dello spettro autistico. “Abbiamo deciso di aderire al progetto, consapevoli di una carenza che c’è ancora nel settore e con il desiderio di offrire un’accoglienza adeguata anche a questi bambini e adulti”, spiega Camilla Doni. “Si tratta di disabilità che spesso, a differenza di altre, sono meno visibili e verso le quali si è più impreparati”. Ecco allora la decisione di creare mappe e guide pensate per queste esigenze, arredamenti adeguati e personale formato per affrontare tutte le possibili situazioni. Tante piccole attenzioni che a un occhio distratto potrebbero sfuggire, ma che per qualcuno possono fare la differenza.
Una “primavera in blu”
Molto conosciuti in città e vere e proprie celebrità all’Ortica (il loro quartier generale che oggi è diventato una sorta di museo a cielo aperto), gli Orticanoodles sono così partiti alla volta di via Murillo, per dare un volto nuovo alla parete di otto piani dell’Hotel Astoria. Nel giro di qualche giorno la facciata rivolta su piazzale Brescia si è così trasformata in una “primavera in blu” di 26 metri per 12. Ogni dettaglio del murale è stato il frutto di una riflessione condivisa con tutti gli attori coinvolti nel progetto. “Abbiamo voluto dare una rappresentazione metaforica della ricerca e della consapevolezza sui disturbi dello spettro autistico”, spiega Walter “Wally” Contipelli, fondatore del collettivo artistico insieme ad Alessandra “Alita” Montanari.
L’elemento floreale, spesso presente nella poetica di Orticanoodles, torna a così a rappresentare concetti astratti insieme alla scelta di scomporre le immagini attraverso i “codici”, ovvero le porzioni verticali in cui l’immagine è frazionata. Un modo per “rappresentare un vero e proprio dialogo tra gli elementi compositivi e tra i personaggi”, spiegano gli artisti. In un angolo spicca anche un fiocco blu. “Insieme a questa primavera in blu (colore del cielo e della calma per eccellenza, oltre che colore divenuto simbolo della ricerca per questi disturbi), il ‘fiocco della consapevolezza’ rappresenta la ricerca”, proseguono gli Orticanoodles, “ma in esso sembra di intravedere anche un cromosoma, che ci ricorda i misteri della genetica, notoriamente coinvolti nei disturbi dello spettro autistico”.
Non un messaggio pietistico, ma un invito a guardare
Grazie a questo murale, l’arte si fa tramite per raccontare un mondo ancora poco conosciuto e avvicinarlo alle persone. Non un modo per commuovere o impietosire, ma per invitare tutti a fare un passo avanti e andare incontro a queste persone con uno sguardo più aperto e consapevole. “Non volevo un messaggio pietistico, in cui il disabile fosse visto come una persona in difficoltà o diversa”, spiega Carlo Riva. “La sfida che abbiamo raccolto è stata cercare di raccontare questa condizione in modo poetico e non creando scalpore”. Questa scelta fa sì che oggi il murale si presti a più interpretazioni. “Un figlio con sua madre, oppure un bambino con la sua educatrice o una donna che si prende cura di lui”, prosegue Riva. “Oppure le due immagini possono rappresentare un bambino e l’adulto che diventerà. Ad indicare che questi disturbi riguardano tutta la vita”.
Letture che richiedono a chi osserva un occhio attento e una mente aperta. “Questa forma d’arte contemporanea ci parla e ci dà un messaggio che va capito e interiorizzato”, spiega Riva che insieme a tutti i protagonisti di quest’opera crede fortemente nell’arte come strumento di inclusione per contrastare i sentimenti di rassegnazione o di evitamento nei confronti di queste disabilità. “Quegli occhi ci parlano e dicono ‘Guardateci, siamo qui! Io non faccio paura’. Ci invitano ad approfondire”.
Un desiderio condiviso anche dai proprietari dell’Hotel Astoria, che già da qualche tempo avevano rinunciato agli introiti della pubblicità ospitata dalla facciata, cambiandone la destinazione d’uso per condividere messaggi sociali. “Ci auguriamo di suscitare nelle persone interesse e curiosità, nella sua accezione più positiva”, racconta Camilla Doni parlando del Blu Wall. “La città oggi sta ripartendo e tutti stanno tentando di rimettere a posto le proprie strutture. La nostra idea, di imprenditori, non era solo quella di fare un restyling, ma quella di poter utilizzare una parte dell’hotel per raccontare qualcosa di nostro e dare una maggior consapevolezza. Per noi è un onore poter contribuire, per quello che possiamo”.
Con questo spirito il murale degli Orticanoodles rimarrà sulla facciata dell’Astoria a tempo indeterminato, facendo da sfondo alle giornate dei milanesi e di chiunque, passando di lì, alzerà almeno per un attimo lo sguardo dal suo smartphone. A parlargli, allora, senza dire una parola, saranno quei due grandi volti immersi nella loro poetica “primavera in blu”.
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