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Milano si candida a Città creativa Unesco per la letteratura, a Parigi l’annuncio ufficiale
Con la sua grazia rigorosa, il respiro cosmopolita e il suo attivismo ipercinetico, non è certo un mistero che Milano si sia da sempre aggiudicata l’indiscusso primato di città più europea, o addirittura più internazionale, del Belpaese. Come una dama sofisticata che esibisce un’eleganza quasi venata di sprezzatura, il capoluogo lombardo ha sempre coltivato, dietro
Con la sua grazia rigorosa, il respiro cosmopolita e il suo attivismo ipercinetico, non è certo un mistero che Milano si sia da sempre aggiudicata l’indiscusso primato di città più europea, o addirittura più internazionale, del Belpaese. Come una dama sofisticata che esibisce un’eleganza quasi venata di sprezzatura, il capoluogo lombardo ha sempre coltivato, dietro il suo proverbiale fervore industriale ed economico, una dimensione culturale cittadina altrettanto vivace e riconoscibile, sia sul piano linguistico sia su quello estetico.
Milano candidata a Città creativa Unesco
Per rendere giustizia alla città che accoglie oltre 70 teatri, capitale italiana dell’editoria e culla di non poche avanguardie letterarie ed artistiche, l’attuale amministrazione comunale ha da tempo intrapreso l’elaborazione di un articolato dossier (disponibile all’apposito sito) da sottoporre all’Unesco – l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura – al fine di candidare Milano alla prestigiosa nomina di Creative city for literature (Città creativa per la letteratura).
L’ambita qualifica è stata finora attribuita a 116 città distribuite tra ben 54 nazioni e contraddistinte dall’attitudine a eccellere in uno dei sette settori prestabiliti dall’Unesco, ovvero artigianato, design, cinema, gastronomia, letteratura, media e musica.
Se dunque Torino è già stata insignita della nomina di Città creativa per il design, allo stesso modo in cui Parma ha ottenuto quella di Città creativa per la gastronomia, Milano si candida ora a fregiarsi, prima in Italia, della patente di Città creativa per la letteratura, riuscendo così ad affiancare le “colleghe” straniere Cracovia, Baghdad, Barcellona, Praga, Dublino, Edimburgo e Melbourne.
La proclamazione ufficiale della candidatura, a opera dell’assessore comunale alla cultura Dario Del Corno, avrà luogo il 9 ottobre a Parigi tra le pareti settecentesche dell’Hôtel de Galliffet, sede dell’Istituto italiano di cultura.
Una coincidenza non casuale se consideriamo che l’Istituto diretto da Fabio Gambaro ha scelto di sostenere la partecipazione milanese all’istruttoria Unesco (il cui esito verrà reso noto a fine ottobre) proponendo, a partire dal 13 settembre, un fitto programma trimestrale di eventi finalizzati proprio a celebrare la vitalità letteraria, teatrale, musicale, cinematografica, gastronomica e architettonica di Milano.
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La “Milano da leggere”
Al di là dei suoi più illustri precedenti storici, dall’Illuminismo lombardo dei Beccaria e dei Parini alla stagione della Scapigliatura e oltre, una copiosa linfa letteraria ha sempre continuato ad irrorare ogni epoca della storia di Milano, consolidando il suo sempre più cruciale rapporto con i libri e con la produzione editoriale.
In caso di vittoria, l’aspirante città per la letteratura si impegna ad adottare una serie di strategie appositamente volte a incentivare la lettura: raccontare la Milano letteraria a turisti e stranieri, ma anche diffondere la cosiddetta “letteratura inclusiva” (cioè resa fruibile anche per quelle categorie disagiate di lettori affetti da problemi fisici o psichici), incrementare la disponibilità di residenze di scrittura per giovani autori, avviare corsi pubblici di formazione editoriale ai nuovi mestieri del libro, creare una rete di scambi ed eventi con le altre città letterarie dell’Unesco.
Dal canto suo, l’Istituto italiano di cultura di Parigi ha inserito nella sua rassegna dedicata alla cultura milanese (il cui programma è accessibile a questo link) una serie di appuntamenti il cui focus coincide con altrettanti snodi salienti della storia letteraria milanese, come ad esempio i testi poetici che saranno evocati nel recital “Graffiti milanesi” (da Alda Merini a Franco Fortini, da Umberto Fiori a Giancarlo Consonni e numerosi altri), o i romanzi gialli della cosiddetta “Milano noir” sui quali verterà la tavola rotonda alla quale parteciperanno Gianni Biondillo, Piero Colaprico e Massimo Nava.
Un laboratorio inesauribile
Dal teatro alla lirica, dalla gastrononomia alla moda, dall’urbanistica all’architettura, gli eventi in programma nei prossimi tre mesi all’Hôtel di Galliffet mireranno non solo a rappresentare la vivace versatilità della vita culturale milanese ma anche a evidenziare il fil rouge che spesso e volentieri la congiunge alla creatività francese e parigina in particolare.
Un trait d’union d’eccellenza tra Parigi e Milano è incarnato appunto dall’idolo lirico per antonomasia, ovvero Maria Callas, ai cui costumi di scena è dedicata la suggestiva mostra ospitata nei locali dell’Istituto. Il teatro milanese verrà nuovamente esplorato attraverso un recital su Gaber, una messinscena di Carmelo Rifici e uno spettacolo di Giancarlo Dettori.
L’architettura, l’urbanistica, e le trasformazioni della recente Expo costituiranno il tema di riflessione di conferenze e incontri con gli addetti ai lavori. E poi cinema, gastronomia e, con specifico riferimento alla moda, la proiezione del documentario dedicato alla compianta direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani.
Tante voci, frammenti e rifrazioni diverse che restituiranno un’immagine articolata, dinamica e complessa del capoluogo lombardo.
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