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Milano città dei diritti: il Comune riconosce i figli delle coppie omosessuali
Il Comune di Milano lo faceva già ma smise, attendendo una legge nazionale che ancora non c’è. Non si può più rimandare: si riparte per garantire diritti.
Milano era uno dei comuni virtuosi che già riconosceva i figli delle coppie omosessuali. Poi è stata costretta a interrompere la pratica del riconoscimento per alcune sentenze avverse in merito. Ora però il sindaco Beppe Sala ha deciso di prendere in mano la situazione e ha nuovamente firmato personalmente il provvedimento. Il capoluogo lombardo continua in questo modo ad agire nella direzione dei diritti a favore delle persone lgbtqia+.
Riconoscimento delle coppie omosessuali: cosa accade in Italia
Ciò che molti sperano è che le coppie omosessuali in Italia presto possano riconoscere i propri figli – parliamo di quelli nati nel nostro paese, perché per coloro che sono nati all’estero questo è già possibile. È numeroso però anche il “partito” di coloro che si oppongono fermamente a questa possibilità, per lo più facendo leva sulla Corte costituzionale che ribadisce che la legge (Legge n. 76/2016) non consente la filiazione alle coppie gay, anche se legate da unione civile, sia attraverso l’adozione sia tramite le tecniche di fecondazione assistita. La tendenza sempre più frequente ora è quella che vede i comuni italiani agire autonomamente, in mancanza di una legge nazionale che affronti la questione, sempre più attuale e sentita da parte di chi è direttamente coinvolto ma anche da gran parte dell’opinione pubblica.
Così l’annuncio, durante il corteo del Pride del 2 luglio organizzato a Milano (di cui nella gallery sopra potete vedere qualche immagine), ha suscitato gioia e polemiche allo stesso tempo. Il Comune sembra muoversi coerentemente, in linea con altri provvedimenti in merito ai diritti – ricordiamo per esempio l’istituzione recentemente di un registro per il riconoscimento del genere di elezione per le persone transgender e non binarie – creando però non poche polemiche.
Qualcuno ne fa una questione “di legge”. A questo proposito in un’intervista di qualche giorno fa Giovanni Maria Flick, Presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009, ha dichiarato: “La stella polare per decidere deve essere la tutela del minore, il diritto ad avere dei genitori più di quello ad avere dei figli. Milano città dei diritti? Non deve esserci una città, ma un Paese in cui i diritti sono per tutti e non sono solo per chi ha la fortuna di vedere le leggi interpretate in un modo o nell’altro”.
Il sindaco Sala, forse forte dei risultati della nuova edizione del Governance poll, che misura il consenso dei sindaci italiani presso i propri cittadini, non indietreggia e continua sulla sua strada. Il 60 per cento dei milanesi (il 2,3 per cento in più dello scorso anno) lo apprezza. È il quarto sindaco più amato del paese. E non è un mistero che dei diritti civili abbia fatto una delle sue bandiere. Che sventola alla grande.
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