650 chilometri di autonomia. Il “pieno” in pochi minuti, viaggiando a zero emissioni, o meglio emettendo unicamente particelle d’acqua. Nel massimo silenzio. E no, non stiamo sognando. E nemmeno vaneggiando. Molto più semplicemente, abbiamo avuto modo di provare la nuova Clarity Fuel Cell; la berlina a idrogeno realizzata dalla Honda, rivale diretta della Toyota Mirai.
Alle porte di Milano sorgerà una gigafactory di idrogeno verde
I lavori sono stati inaugurati l’11 giugno 2024 e si concluderanno nel 2026. Sarà la più grande fabbrica italiana di idrogeno verde.
- A Cernusco sul Naviglio sorgerà la più grande fabbrica di idrogeno verde d’Italia.
- I lavori sono iniziati l’11 giugno 2024 e termineranno a inizio 2026.
- L’Europa punta molto sull’idrogeno verde, ma ci sono ancora molte incertezze sul raggiungimento degli obiettivi.
Là dove si producevano tubi, ora si produrrà idrogeno. Una cerimonia di posa del primo mattone ha inaugurato, l’11 giugno 2024, i lavori di quella che diventerà la più grande “gigafactory” dedicata alla produzione di idrogeno in Italia. Sorgerà alle porte di Milano, nell’area ex Rapisarda di Cernusco sul Naviglio, industria dei tubi dismessa da decenni.
La prima fabbrica di elettrolizzatori in Italia darà lavoro a 200 persone interne e creerà un indotto per circa 2.000 lavoratori, dicono i proponenti dell’opera, che sono l’azienda De Nora e Snam, società di infrastrutture energetiche con sede centrale a San Donato Milanese. Le due insieme hanno costituito la società De Nora Italy hydrogen technologies nel maggio 2022, con l’obiettivo di realizzare questo grande impianto.
Cosa prevede l’Italian GigaFactory di Milano
La Italian GigaFactory – così è stata battezzata – si estenderà su una superficie di 25.000 metri quadrati, sarà soddisfatta al 100 per cento da pannelli fotovoltaici e punta a diventare una delle fabbriche più avanzate al mondo per la produzione di idrogeno verde, quello prodotto a partire da fonti rinnovabili.
Il polo tecnologico, che i proponenti assicurano sarà raggiungibile con mezzi pubblici e piste ciclabili, prevede un investimento di circa 100 milioni di euro, di cui 32 finanziati dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ma che potrebbero diventare 63 grazie a ulteriori risorse provenienti dai fondi Ipcei Idrogeno (Importanti progetti di comune interesse europeo), una iniziativa europea – di cui fanno parte diversi stati membri tra cui l’Italia – che sostiene economicamente attività di ricerca e di sviluppo lungo un’ampia parte della catena del valore dell’idrogeno.
La fine dei lavori è prevista tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Una volta terminata, la fabbrica produrrà elettrolizzatori per la generazione di idrogeno verde, sistemi e componenti per l’elettrolisi dell’acqua e celle a combustibile per la mobilità.
L’Europa punta sull’idrogeno verde
L’Europa punta molto sull’idrogeno verde, perché considerato un combustibile necessario alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni. Gli obiettivi di produzione europea di idrogeno verde, fissati nel programma comunitario RePowerEu, prevedono 10 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030.
La produzione mondiale di idrogeno è di 95 milioni di tonnellate all’anno ma, paradossalmente, la quasi totalità dello stesso è derivata da metano (idrogeno grigio) o dalla gassificazione del carbone (idrogeno nero). L’idrogeno grigio e nero non contribuiscono quindi alla diminuzione delle emissioni climalteranti ma, venendo prodotti con combustibili fossili, le aumentano. La produzione mondiale di idrogeno genera 800 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, corrispondenti a più del 2 per cento delle emissioni mondiali di biossido di carbonio. Attualmente, quindi, l’idrogeno non è una soluzione al cambiamento climatico ma piuttosto una sua causa. Per trasformarlo da problema in soluzione è necessario produrlo da elettrolisi utilizzando o elettricità da rinnovabili (idrogeno verde).
La strategia europea sull’idrogeno, adottata nel 2020, aspira a installare 40 GW di elettrolizzatori entro il 2030. Considerando che attualmente la capacità degli elettrolizzatori installati nell’Unione europea è di circa 1 GW, diversi soggetti – tra cui il centro di ricerca Ispi da cui sono tratti questi dati – si chiedono se l’obiettivo di decuplicarli al 2030 sia fattibile.
La gigafactory milanese dovrà rispondere a questa sfida. L’amministratore delegato di De Nora, Paolo Dellachà, ha detto che “non servono grandi strutture centralizzate ma tante distribuite, per rispondere ai bisogni dei vari settori, partendo da quelli ‘hard to abate’ come il chimico e il siderurgico”. Secondo questa visione, devono necessariamente sorgere altri centri di produzione di idrogeno verde in Italia, altrimenti gli sforzi saranno vani.
Sono diversi i progetti di “hydrogen valley” annunciati ma la cui cantierizzazione è ancora incerta: a partire dalla Val Camonica, dove è prevista una linea ferroviaria “tutta a idrogeno” – la Brescia-Iseo-Edolo – a quelle proclamate in Puglia e in Sicilia: nella prima si prevede la realizzazione del progetto “Puglia green hydrogen valley”, che è stato selezionato dall’iniziativa Ipcei Idrogeno per un importo di 370mila euro; in Sicilia, invece, a febbraio 2024 è stato annunciata la realizzazione di una hydrogen valley a Messina. Anche in questo caso, verranno impiegati i fondi del Pnrr. Ma entrambi i progetti non hanno ancora posato la prima pietra.
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