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A Milano la prima scuola italiana dedicata ai ragazzi Asperger (e non solo)
Steve Jobs e Greta Thunberg sono solo gli ultimi e più celebri soggetti affetti da sindrome di Asperger: una forma mite di autismo che incide soprattutto sulle capacità relazionali. Per i ragazzi con questo disturbo (tutto da valorizzare) ora apre a Milano Scuola Futuro Lavoro, prima nel suo genere e aperta a tutti.
Si chiama sindrome di Asperger e ad oggi non se ne sa ancora moltissimo. Considerata come una forma di autismo ad alto funzionamento, questo disturbo pervasivo dello sviluppo colpisce un individuo su 80/120 e incide soprattutto sulle capacità relazionali e sociali dei soggetti, senza comportare ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche, né disabilità intellettive. Una sintomatologia che spesso rende “invisibili” alla società queste persone.
Diagnosticata solo a partire dagli anni ’90, oggi la sindrome di Asperger sta iniziando a ricevere una maggiore attenzione, anche grazie alla popolarità della giovane ambientalista Greta Thunberg che, come molti altri illustri personaggi, vive questa condizione. Tra i più noti Asperger di epoca contemporanea si possono significativamente citare Steve Jobs, genio dell’informatica e grande imprenditore, cofondatore di Apple Inc. e Dan Aykroid, attore di tante celebri pellicole hollywoodiane.
Nomi che fanno immediatamente comprendere come questa sindrome possa celare eccezionali potenzialità e come “ossessioni incomprensibili, con una guida esperta, possano essere trasformate in competenze molto specifiche, utili nel lavoro”. A spiegarlo è Massimo Montini, imprenditore milanese e papà di un ragazzo Asperger, che, con la sua fondazione Un futuro per l’Asperger, ha inaugurato a Milano Scuola Futuro Lavoro, la prima scuola italiana pensata per chi convive con questo disturbo, ma aperta a tutti. “La sindrome di Asperger è invalidante per certi aspetti, ma addirittura premiante per altri. Nel mondo del lavoro, infatti, se gli Asperger riescono a sviluppare il talento per il quale sono predisposti possono diventare anche più performanti di un normodotato” spiega Montini.
Focalizzarsi tanto su una specifica attività, talvolta in modo anormalmente intenso, è un’attitudine tipica di chi si trova in questa condizione, che spesso possiede un quoziente intellettivo pari o superiore alla norma. Vengono in mente le interminabili sessioni di lavoro con cui Steve Jobs si dedicava alla sua passione e che lo portarono nell’olimpo dei grandi della tecnologia informatica e, in fin dei conti, a cambiare il mondo.
Cosa offre la Scuola Futuro Lavoro ai ragazzi Asperger (e non solo)
Un centro di formazione pensato e progettato per ragazzi con sindrome di Asperger e altri tipi di disabilità (per esempio la dislessia), ma adatto e aperto a tutti i ragazzi in possesso di diploma. È la carta d’identità di Scuola Futuro Lavoro, che da settembre aprirà le porte della sua sede a Milano (viale Cassala 48/1) e darà il via a un piano di studi e corsi di specializzazione per formare professionisti nel settore tecnologico 4.0: “i più richiesti dal mondo del lavoro attuale”, nelle parole di Montini, che ha immaginato e realizzato questa scuola pensando al futuro di suo figlio Roberto e a tutti i ragazzi e le ragazze come lui. “Scuola Futuro Lavoro nasce dall’esigenza di colmare un vuoto che, dopo la scuola secondaria, si crea per questi ragazzi”, prosegue l’imprenditore. “Molti non sono in grado di affrontare un percorso universitario o non sono ancora pronti per il mondo del lavoro e questo piano formativo può rappresentare un traghetto alternativo sul futuro”. I corsi sono strutturati in moduli da 400-500 ore complessive e includono 2 corsi base (graphic design e informatica per l’industria 4.0) e 4 corsi specialistici (videomaking, web design, game design, digital fabrication) per i quali è necessario aver frequentato almeno uno dei corsi base, altri corsi analoghi o possedere competenze equivalenti (per verificarlo ci saranno colloqui specifici).
Un percorso ad hoc per ognuno
Oltre ai percorsi modulari la scuola prevede anche altri corsi mirati alla crescita personale e professionale. “Per esempio si imparerà come si affronta un colloquio o come ci si comporta in ambiente lavorativo”, spiega il fondatore. Spesso, infatti, le difficoltà relazionali degli Asperger li penalizzano proprio in fase conoscitiva e di colloquio, privandoli di importanti opportunità, non per mancanza di competenze, ma per difficoltà comunicative. “In questa scuola si cercherà di costruire a 360 gradi il miglior percorso per ciascuno, in base a quelle che sono le sue caratteristiche e con l’obiettivo di trovargli un lavoro”. Ad agevolare da subito i ragazzi sarà anche un percorso di consulenza orientativa, che li aiuterà nelle scelte e dei tutor che li affiancheranno.
Un programma ideale non sono per i ragazzi con disabilità, ma per tutti: “Credo che la diversità, soprattutto in questo caso, sia un’opportunità per chiunque”, prosegue Montini, che da imprenditore affronta con pragmatismo il progetto: “Noi saremo sempre più rivolti a raccogliere le richieste delle imprese, facendo rete con un gruppo di aziende che fa capo alla mia persona (indirettamente alla Fondazione Un futuro per l’Asperger) e al gruppo di istituzioni con cui siamo già connessi, come Fondazione Sodalitas e il gruppo Manpower, per l’introduzione dei ragazzi nel mondo del lavoro”.
Un luogo a basso carico sensoriale e docenti preparati
Fondamentale per mettere a proprio agio i ragazzi con questa disabilità, particolarmente sensibili alle sollecitazioni esterne e al carico sensoriale, è anche la struttura vera e propria della sede, che è stata resa accogliente, con pareti insonorizzate, illuminazione adeguata e aule di decompressione, dove potersi rilassare tra un corso e l’altro. “Per ora partiremo con corsi sulla fascia mattutina distribuiti su 6 aule da 12 posti ciascuna. In base alle richieste valuteremo se duplicare anche sulla fascia pomeridiana”.
Altrettanto importante è la preparazione del corpo docenti della scuola, che dovrà avere tutti gli strumenti per potersi rapportare in modo corretto con i ragazzi e saperne leggere i comportamenti. “Per fare un esempio”, spiega Montini, “I ragazzi Asperger spesso non ti guardano negli occhi quando parli con loro, ma questo non deve essere interpretato come un gesto di maleducazione”. Ad aiutarli in questo sarà uno tra i massimi esperti mondiali di autismo: il dottor Lucio Moderato, responsabile scientifico di Scuola Futuro Lavoro, psicologo e psicoterapeuta, (attualmente direttore dei servizi diurni e territoriali della Fondazione Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, docente all’Università Cattolica di Milano). Per presentare a tutti la sua offerta formativa e i suoi corsi la scuola ha organizzato degli open day, in programma per il 29 giugno alle 14,30; il 13 luglio alle 15 e il 7 settembre alle 15.
Cenni storici sulla sindrome di Asperger
Come detto, solo fino a vent’anni fa la sindrome di Asperger non era nemmeno diagnosticata, ma la definizione risale al 1981, quando la psichiatra inglese Lorna Wing la coniò in onore di Hans Asperger (1906-1980), uno psichiatra e pediatra austriaco, tra i primi a studiare bambini che presentavano difficoltà nelle interazioni sociali e che mostravano interessi particolari. Questi studi furono però riconosciuti solo nel 1994, quando la sindrome di Asperger fu inserita nel Manuale diagnostico dei disturbi mentali (Dsm-IV) all’interno dei disturbi pervasivi dello sviluppo. Tuttavia con la nuova edizione del manuale diagnostico Dsm-V nel 2013 non si distingue più tra sindrome di Asperger e autismo, ma si parla di “disturbi dello spettro autistico con diverse gravità”.
In base ai saperi raggiunti, a essere posteriormente diagnosticati Asperger sono stati eminenti personaggi come Albert Einstein, Thomas Edison, Ludwig Van Beethoven, Charles Darwin e Alfred Hitchcock.
Quali sono i sintomi della sindrome di Asperger e come comportarsi con chi ne è affetto
Trattandosi di un disturbo ancora poco conosciuto, che non presenta disabilità cognitive e linguistiche è interessante capire meglio come riconoscerne i sintomi. “Si evidenzia dopo i 2 anni e mezzo, 3 di età”, spiega Montini, portandoci il caso di suo figlio Roberto, oggi diciassettenne, “Noi siamo rimbalzati tra diversi medici ed esperti, prima di capire, attraverso il web, cosa avesse Roberto. I limiti che si notano nei soggetti Asperger sono tutti a livello delle interazioni sociali. In genere non danno contatto con gli occhi, mostrano interessi esasperati e tendono a chiudersi un po’ nel loro mondo. Questo li porta a cadere in stati d’ansia quando, per esempio, si trovano ad affrontare situazioni nuove, anche banali, come incontrare una persona sconosciuta. Il disturbo compromette anche l’empatia e incide sugli schemi di comportamento, portando alla ripetitività in forma più o meno esasperata”.
Sintomi che un tempo venivano fraintesi o liquidati come “stranezze” o caratteristiche della personalità. Oggi invece esistono test specifici, che permettono di identificare senza dubbi la sindrome. “Non è una condizione facile proprio perché per molto tempo non siamo stati in grado di affrontarla. Secondo me dobbiamo cercare di avere noi per primi una certa duttilità nel capire che non sono solo queste persone a dover modificare certe abitudini, ma anche noi a doverle comprendere”. Per agevolare la loro crescita personale, che può condurli a raggiungere una certa indipendenza e “una qualità di vita più che soddisfacente” è importante “parlare con loro delle loro difficoltà nei giusti modi e senza fargliene sentire il peso”, spiega ancora Montini, “il soggetto Asperger è molto intelligente e sa riconoscere le sue difficoltà. Noi possiamo aiutarli a scavalcarle, fornendogli i giusti strumenti”. Oggi con Scuola Futuro Lavoro ce n’è uno in più.
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