
In Iraq, un paese lacerato dai conflitti e dall’Isis, migliaia di persone vivono ancora lontano da casa in condizioni difficili. L’ong Azione contro la fame le aiuta a riprendere in mano, e ricostruire, le proprie vite e il futuro del paese.
In Iraq, sulle montagne di Hamrin, tre miliziani dell’Isis sono stati uccisi dai cinghiali mentre preparavano un agguato.
Nota della redazione:
Rispetto a quanto abbiamo qui riportato, la notizia dei tre jihadisti dell’Isis uccisi dai cinghiali in Iraq non è verificata e il fatto appare oggi controverso nel suo svolgimento. Per questo ci scusiamo in anticipo per eventuali imprecisioni, nel caso in cui dovessero emergere, e invitiamo i lettori a segnalarci fonti da cui poter trarre informazioni utili a migliorare l’attendibilità di questo articolo.
L’Isis, l’organizzazione terroristica fondata da Abu Musab al Zarqawi, terrorizza il mondo intero e milioni di persone vivono sotto la sua influenza. Non tutti, però, sembrano temere i miliziani dello Stato islamico, la loro ferocia, ad esempio, lascerebbe indifferenti i cinghiali. Un branco di cinghiali avrebbe infatti attaccato un gruppo di soldati dell’Isis, uccidendone tre e sventando un agguato.
Secondo le ricostruzioni lo scontro tra terroristi e suini sarebbe avvenuto le montagne di Hamrin, nella regione irachena di Al-Rashad, a circa novanta chilometri da Kirkuk. I miliziani dell’Isis erano appostati tra la vegetazione, pronti a tendere un’imboscata alle milizie anti-Isis, rifugiatesi in montagna dopo l’espansione dell’Isis. Prima di poter attaccare gli uomini sarebbero però stati aggrediti da un branco di cinghiali che ne avrebbe uccisi tre e feriti cinque.
“È probabile che i movimenti dei miliziani abbiano disturbato un branco di cinghiali che abita nella zona e frequenta i vicini campi di mais”, ha dichiarato al Times Sheik Anwar al-Assi, capo di una delle brigate tribali locali e supervisore delle forze anti-Isis, colui che ha dato la notizia dopo che i suoi uomini hanno rinvenuto i corpi martoriati dei tre miliziani aggrediti.
Secondo un sito di informazione locale, al-Sumaria News, i jihadisti pochi giorni dopo l’episodio avrebbero cominciato a sparare a tutti gli animali presenti nella zona in segno di rappresaglia (confermando una volta ancora la scarsa aderenza alla realtà del gruppo, non ha infatti senso vendicarsi di un animale, ma forse Il vecchio e il mare non è tra le letture preferite dall’Isis).
I cinghiali sono animali potenzialmente pericolosi e letali, come conferma l’attacco in Iraq, sono infatti creature grandi e potenti, dotate di zanne affilate. Sono però, è bene ricordarlo, animali prevalentemente erbivori e quando incontrano l’uomo (uno dei loro principali predatori) l’istinto li spinge a scappare rapidamente nella macchia. Questo può non avvenire quando si sentono minacciati, ed è probabilmente quanto accaduto in Iraq.
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