La città a 15 minuti è un modello urbanistico che vuole garantire a ogni abitante l’accesso a negozi, scuole, servizi essenziali. Ma, c’è un ma…
Nasce Mind, il parco della scienza e dell’innovazione di Milano nell’area Expo
Trasformare l’ex area Expo Milano 2015 in Mind, ovvero un parco dell’innovazione dove a dominare sarà il verde urbano, la mobilità del futuro e strutture sostenibili.
Si chiamerà Mind, Milano innovation district, il nuovo Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione che occuperà tutta l’ex area Expo Milano 2015. Il parco si estenderà su un’area di oltre un milione di metri quadrati, dove nasceranno uffici, centri di ricerca, facoltà universitarie, residenze, spazi culturali e aree per l’agricoltura urbana. Il Politecnico di Milano, l’università Iulm e l’Accademia di Brera svilupperanno un progetto per definire l’identità del parco e per scegliere le migliori strategie comunicative per la promozione a livello locale, nazionale e internazionale.
Il nome e il logo sono stati scelti da Arexpo in collaborazione con il gruppo australiano di real estate Lendlease che si è aggiudicato il concorso internazionale per la trasformazione di quest’area insieme allo studio Carlo Ratti Associati.
Il sito sarà il primo al mondo ad avere automobili a guida autonoma e rappresenterà una barriera contro l’inquinamento e il caos della città grazie a una fitta rete di percorsi sia pedonali che ciclabili, isole verdi e specchi d’acqua. Una volta completato (i lavori della parte pubblica inizieranno quest’estate, quelli privati nel 2019 mentre la conclusione dei lavori è fissata per il 2030), Mind sarà un quartiere avveniristico, progettato per l’internet delle cose (internet of things) e per una mobilità driverless.
I principi cardine del nuovo parco
Questo quartiere innovativo è stato costruito attorno a cinque principi cardine: la creazione di un parco lineare sul decumano, lungo circa un chilometro e mezzo; la progettazione di spazi comuni accessibili a tutti, tra cui orti giardini e laboratori, per favorire la socializzazione; un principio di progettazione open source, aperta e inclusiva, per cui gli edifici potranno essere riconfigurati e cambiare la propria destinazione a seconda dei bisogni di chi li abita; uno schema tipologico ispirato alla trama urbana di Milano e infine, l’applicazione di un principio di mobilità interna all’area che sia innovativo, autonomo ed ecologico, per aumentare la viabilità e rendere questo sito un modello di sviluppo avanzato che sia di riferimento a livello mondiale.
Milano, per una metropoli verde
Due saranno i tratti distintivi di Mind: la totale assenza di grattacieli e i 460mila metri quadrati di verde, che ospiteranno tremila alberi in aggiunta a quelli già esistenti, quattro parchi tematici – quello dello sport, del cibo e della salute, l’orto botanico e il parco attrezzato –, quattro chilometri di piste ciclabili, quattromila metri quadrati di specchi d’acqua in più.
“È una città verde che vuole recuperare la dimensione del rapporto tra uomo e natura, riprendendo i temi che erano propri di Expo 2015 in termini di fruizione, ma anche di utilizzo e ricerca – racconta il paesaggista e curatore dell’idea Andreas Kipar – un parco da vivere 24 ore su 24″.
Protagonista sarà il parco lineare lungo il decumano che collegherà tutti gli edifici del nuovo quartiere, diventando uno dei maggiori polmoni verdi urbani d’Europa: “Volevamo trasformare il decumano in qualcosa di nuovo – ha spiegato l’architetto Carlo Ratti – portando il verde dove prima c’era l’asfalto, per renderlo vivo. L’idea è di realizzare orti didattici, sky farm, coltivazioni verticali e giardini sensoriali per gli studenti, ma fruibili da tutti i visitatori. Il cardo, invece, si trasformerà in un viale alberato di 350 metri.
Un grande spazio comune accessibile a tutti
Altra novità riguarda il common ground, ovvero il terreno comune: il progetto prevede la realizzazione di uffici, centri di ricerca, facoltà universitarie, aree di co-working, residenze modellabili, spazi per l’agricoltura urbana e culturali, pensati per dare forma a un luogo nel quale sarà possibile sperimentare nuove dinamiche lavorative, nuove filosofie dell’abitare e di vivere insieme.
Il sito ospiterà tre grandi funzioni pubbliche: il centro di ricerca Human Technopole, il più grande centro di ricerca medica e biomedica del Paese, che prevede l’insediamento nel sito di sette strutture che ospiteranno più di 1.500 operatori e alcune strutture di ricerca, il nuovo ospedale Galeazzi e il campus dei dipartimenti scientifici dell’Università statale di Milano, che ospiterà invece attività scientifiche e didattiche nell’ambito delle facoltà scientifiche ed accoglierà circa 20mila persone.
Attorno al parco graviteranno quasi 70mila persone. “L’ex sito di Expo 2015 diventerà un luogo in cui sperimentare nuovi modi di lavorare, di fare ricerca, di abitare, di stare insieme e di muoversi. Una città-giardino con la quale immaginare un futuro modellato e rimodellato sui bisogni dei suoi abitanti”, precisa l’architetto Ratti.
La mobilità self-driving
Alla sostenibilità ambientale si ispira anche la mobilità all’interno del sito. L’ex area Expo diventerà il primo quartiere al mondo progettato per auto a guida autonoma. Attraverso un graduale programma di conversione degli spazi, a partire dal decumano, le strade del Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione arriveranno ad accogliere vetture automatiche, in anticipo su quanto accadrà in numerose metropoli nel futuro prossimo.
“Le vetture a guida autonoma hanno iniziato a comparire sulle strade delle maggiori metropoli del mondo, con esperimenti da Pittsburgh a Singapore – spiega l’architetto Carlo Ratti –. Credo che anche Milano debba giocare questa partita. Iniziare a portare queste auto a guida autonoma significa andare a pensare nuovi stili di vita, basati sulla condivisione e su sistemi di trasporto ibridi pubblico e privato”.
Nel nuovo scenario, condividere un veicolo diventerà sempre più frequente: sarà quindi possibile diminuire il numero complessivo di automobili in circolazione, pur continuando a soddisfare la domanda di mobilità. Le conseguenze positive saranno la riduzione del traffico, il miglioramento della qualità ambientale, e la nascita di nuove opportunità di impresa e di lavoro.
La città come motore dell’innovazione
“Sin dalla loro nascita, circa 10mila anni fa – spiega Carlo Ratti –, le città sono sempre state i maggiori motori dell’innovazione. E proprio l’innovazione è al centro di questo progetto, tramite il quale l’ex sito di Expo diventerà un luogo nel quale sperimentare nuovi modi di lavorare, di fare ricerca, di abitare, di stare insieme e di muoversi”. Il progetto punta a stabilire nuovi standard per i processi di trasformazione urbana, pianificando lo sviluppo di un quartiere verde, con spazi pubblici pieni di vita, nel quale l’innovazione si realizza secondo un approccio di progettazione aperta.
Con Mind, il Parco della scienza, del sapere e dell’innovazione, Milano si avvia a diventare un nuovo polo mondiale dei servizi e della ricerca nelle scienze della vita. Un progetto che potrà definirsi unico e distintivo nel panorama internazionale, diventando un modello di città sostenibile da mostrare al mondo.
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