Apple, Dell, Microsoft e Tesla sono alcune aziende citate in causa per la morte di bambini nelle miniere di cobalto della Repubblica Democratica del Congo.
La ong per i diritti umani International rights advocates rappresenta quattordici famiglie congolesi in una causa storica alla corte distrettuale di Washington, negli Stati Uniti, contro le aziende di tecnologia più importanti del mondo. Le famiglie rappresentate sostengono che i loro bambini siano stati uccisi o menomati mentre lavoravano in miniera per estrarre una sostanza chimica molto costosa chiamata cobalto, utilizzata per alimentare smartphone, computer e batterie di auto elettriche. Sono state chiamate in causa aziende del calibro di Apple, Aphabet (l’azienda madre di Google), Dell, Microsoft e Tesla.
Le miniere di cobalto in Congo
La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) produce più del cinquanta per cento del cobalto di tutto il mondo e secondo un recente rapporto disponibile su ResearchGate circa il venti per cento viene estratto a mano con un processo chiamato “estrazione artigianale e su piccola scala”. La restante parte viene prodotta in miniere industriali su larga scala solitamente di proprietà di aziende straniere, principalmente cinesi.
Il testo della causa giudiziaria, depositato il 15 dicembre 2019, afferma che le grandi aziende di tecnologia stanno “Consapevolmente traendo beneficio da questo sistema di estrazione ‘artigianale’ in Congo e lo stanno supportando in maniera sostanziale. Gli imputati sanno che il settore di estrazione mineraria in Congo dipende dal lavoro minorile e ne sono stati a conoscenza per un significativo periodo di tempo, sanno che i bambini svolgono i lavori più pericolosi tra cui lo scavo dei tunnel in miniere di cobalto arretrate”.
Inoltre sostiene che i bambini sono “forzati dall’estrema povertà a lasciare la scuola per perseguire l’unica opzione economica nella loro regione: lavorare nelle miniere ‘artigianali’ di cobalto”, dove vengono pagati appena due dollari al giorno per estrarre rocce di cobalto da tunnel sotterranei con degli strumenti insufficienti, un lavoro stremante ed estremamente pericoloso. Famiglie e bambini feriti ora chiedono i danni non solo per lo sfruttamento del lavoro minorile, ma anche per “arricchimento ingiusto, supervisione negligente e inflizione intenzionale di sofferenza emotiva”. Gli esperti sottolineano che questa è la prima volta che diverse aziende tecnologiche affrontano una causa legale unica che metta in discussione la legalità della loro fornitura di cobalto.
Lavoro minorile e morti di bambini nella causa contro i giganti tech
Nella causa la ong International rights advocates sostiene che “il processo di produzione sia volontariamente nascosto per permettere ai partecipanti di trarre beneficio economico dall’uso di cobalto estratto in condizioni estremamente pericolose da bambini disperati, obbligati a fare lavori molto pericolosi senza attrezzatura di sicurezza di alcun tipo”.
Una querelante (anonima) identificata come Jane Doe 1 afferma di essere la custode legale di suo nipote, James Doe 1, che ha iniziato a lavorare a quindici anni come “mulo umano”, trasportando sulla schiena sacchi da più di trenta chili di roccia contenente cobalto per 70-95 centesimi di dollari al giorno. James Doe 1 è morto mentre stava lavorando nel tunnel di una miniera. Mentre altri bambini avevano iniziato a correre perché spaventati da alcuni soldati che stavano entrando, James Doe 1 aveva iniziato a gattonare per cercare di uscire, ma il tunnel è collassato uccidendolo sul colpo.
Un altro bambino, identificato come John Doe 1, dice di avere iniziato al lavorare in miniera quando aveva nove anni. Nella causa si sostiene che nel 2019 lavorasse come mulo umano per la Kamoto Copper Company, trasportando sacchi di pietre contenenti cobalto per 75 centesimi al giorno quando è caduto in un tunnel. John Doe 1 sostiene che dopo essere stato trascinato fuori da altri lavoratori, è stato lasciato da solo sul suolo dell’area di estrazione finché i suoi genitori non hanno saputo dell’incidente e sono venuti ad aiutarlo. John Doe 1 ora è paralizzato dal petto in giù e non camminerà mai più. Un altro querelante sostiene di aver lavorato in miniere di proprietà della Zhejiang Huayou Cobalt, una importante impresa cinese, che, sempre secondo il testo della causa, rifornisce Apple, Dell e Microsoft e altre compagnie menzionate nella causa.
Elon Musk vuole il cobalto fuori dalle sue batterie
I proprietari di macchine elettriche possono rallegrarsi di aver tagliato la loro emissione di carbonio, ma questa rivoluzione verde nasconde un lato oscuro proprio all’interno delle batterie a litio ricaricabili usate nei veicoli elettrici in maniera estensiva, al punto da venir chiamate “i diamanti di sangue delle batterie”. Elon Musk, l’amministratore delegato e co-fondatore di Tesla, a questo proposito ha twittato che le batterie nelle macchine Tesla Model 3 usano meno del tre per cento di cobalto, e ha aggiunto che le batterie della prossima generazione “non ne useranno proprio”. Dalla loro, diverse aziende tra cui la Ford (produttrice di auto), la IBM (compagnia di tecnologia), la LG Chem (produttrice di catodi) e la Huayou Cobald (compagnia con base in Cina) si sono unite per lanciare un progetto blockchain per tracciare i rifornimenti di cobalto dalla Rdc. Il progetto, supervisionato dal gruppo di approvvigionamento RCS Global, punta ad aiutare le compagnie di produzione a garantire che il cobalto utilizzato nelle batterie agli ioni di litio sia stato estratto e prodotto nel rispetto dei diritti umani e dei lavoratori.
We use less than 3% cobalt in our batteries & will use none in next gen
Il governo della Rdc afferma di star cercando di fermare la presenza di bambini nelle miniere artigianali di cobalto e si impegna ad eliminare il lavoro minorile nel settore minerario entro il 2025. Questa nuova strategia viene considerata una risposta diretta al rapporto di Amnesty International pubblicato l’anno scorso, nel quale sono state rivelate le violazioni dei diritti umani celate dietro al commercio di cobalto. Senza un controllo appropriato la fame mondiale di tecnologia continuerà ad alimentare la domanda di cobalto e i bambini poveri in Congo continueranno a morire. Questa causa dà voce alle loro sofferenze e getta un barlume di speranza perché sia fatta finalmente giustizia.
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