Il ponte non sta in piedi: anche il ministero dell’Ambiente frena Salvini

Il Mase chiede 221 integrazioni ai proponenti del ponte sullo stretto. Per le associazioni ciò dimostra che il progetto “non sta in piedi”.

  • Dopo gli esposti da parte dei cittadini che rischiano l’esproprio e le denunce depositate in procura da parte dei partiti di opposizione, anche il ministero dell’Ambiente chiede integrazioni sulla fattibilità del progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina.
  • Per le associazioni ambientaliste e i comitati cittadini è venuto il momento di dire “basta”. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è tra i pochi che continua a sostenere il progetto.

Il 16 aprile si è aperta la Conferenza dei servizi (Cds) per il ponte sullo stretto, ovvero quella fase istruttoria in cui si raccolgono le osservazioni al progetto. La prima Cds si è tenuta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e tra i partecipanti c’erano, oltre alla Società Stretto di Messina Spa, anche i comuni dell’area, l’autorità portuale e numerosi enti interessati. La Cds segna così il primo passo verso la realizzazione del ponte, ma per molte associazioni ambientaliste, tra cui Wwf, Italia Nostra, KyotoClub, Legambiente e i comitati messinesi “Invece del ponte” e “No ponte Capo Peloro”, l’appuntamento al ministero ha invece constatato che questo nuovo progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina “non sta in piedi”.

A pesare, infatti, sono le 221 richieste di integrazione da parte della commissione tecnica Via (Ctvia) del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase). Insomma, dopo 21 anni di studi e di progettazioni inconcludenti, un altro ostacolo si frappone tra l’idea del ponte e la sua realizzazione e questa volta, a rilevare come il progetto sia ancora a dir poco traballante, ci ha pensato un ministero.

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Ecco come sarà il ponte sullo Stretto di Messina, secondo i progettisti © Società Stretto di Messina

Dopo gli esposti, arrivano 221 richieste di integrazione da parte del Mase

Le 221 richieste di integrazione sono state pubblicate sul portale Via-Vas. Ben 66 di queste riguardano la valutazione di incidenza sui siti della Rete Natura 2000, una rete di siti di interesse comunitario e di zone di protezione speciale creata dall’Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali. Tali richieste di integrazione “attestano l’impossibilità di approvare un progetto definitivo e il fatto che passare al progetto esecutivo e aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno, sia semplicemente una chimera. A questo punto i proponenti si dovranno arrampicare sugli specchi per rispondere alla Ctvia entro 30 giorni e i successivi 30 il pubblico potrà controdedurre”, spiegano in un comunicato congiunto le associazioni ambientaliste.

“Dopo questa ennesima bocciatura non si dovrebbe più dare credito a Stretto di Messina SpA e al general contractor Eurolink (capeggiato da Webuild)”, aggiungono ambientalisti e comitati”. I soggetti proponenti devono provare ora a integrare per la seconda volta (come fecero tra il 2011 e il 2012) il progetto definitivo, consentendo al pubblico interessato di fare, come avvenne 12 anni fa, osservazioni sulla documentazione che verrà prodotta ex novo per consentire il giudizio di Valutazione di Impatto Ambientale e contestuale Valutazione di Incidenza sulle aree tutelate dalla Ue.

Le richieste di integrazione della commissione tecnica del ministero dell’Ambiente – a cui si affianca però un parere favorevole di cinque pagine del ministero della Cultura, pubblicato anch’esso on line – si aggiungono al corposo documento di 534 pagine ricco di contestazioni e controdeduzioni redatte da un gruppo di lavoro composto da 38 esperti, tra cui decine di docenti di nove diversi atenei (università di Firenze, Napoli, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Roma La Sapienza, Torino, Iuav di Venezia e Politecnico di Milano), inviate l’11 aprile scorso dalle associazioni ambientaliste e dai comitati nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale – Via.

Il ministro Salvini ora è solo

“Il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini difenda l’interesse pubblico ed eviti l’abbraccio soffocante e inconcludente con Stretto di Messina SpA ed Eurolink. Come capo della Lega, ripieghi la bandiera elettorale del ponte, sventolata invano, in vista del voto per le europee dell’8-9 giugno”, dicono associazioni e comitati che rilevano come si stiano prendendo cinicamente in giro i cittadini, a cominciare da coloro che dovrebbero essere espropriati delle proprie case e dei propri terreni.

Questa Conferenza di servizi, infatti, può tramutarsi in un passo falso per chi ha puntato su un’accelerazione – a quanto pare, ingiustificata – alle procedure autorizzative. Finora, il general contractor Eurolink ha incassato parte dei 312 milioni di euro spesi tra il 1981 e il 2013 e gestiti dalla Stretto di Messina SpA in studi e progettazioni. Inoltre, sono stati spesi 26 milioni di euro per la realizzazione della bretella ferroviaria di Cannitello, inutile senza il ponte. Insomma, oltre all’interesse della magistratura sui lavori del ponte, lo Stato è stato finora utilizzato come un bancomat. E ora pure il ministero dell’Ambiente ha tirato il freno.

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