Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Miomojo produce borse e accessori con materiali sostenibili e cruelty-free
Il brand bergamasco Miomojo sposa l’economia circolare con tessuti alternativi alla pelle realizzati a partire da cactus e scarti di mele.
Era il 2012 quando Claudia Pievani ha deciso di abbandonare il suo lavoro nel business internazionale e creare un brand che fosse allineato ai suoi valori etici, estetici e di rispetto del Pianeta e di ogni essere vivente. Si chiama Miomojo e offre prodotti made in Bergamo “disegnati con cura” – “Designed kind” è il motto del brand – che sono una valida alternativa agli accessori luxury in pelle. Quasi tutti i materiali impiegati, infatti, sono riciclati e sostenibili – l’obiettivo è quello di utilizzarli per tutte le linee di prodotto entro il 2022 –, come reti da pesca riciclate, vetro, bottiglie di plastica, ma anche scarti della produzione di vino, fondi di caffè, menta e mais.
La ricerca di materiali sostenibili e cruelty-free è in continua evoluzione, tanto che Prima linea, la collezione premium lanciata di recente, è stata realizzata in Desserto ed Apple skin, materiali organici rispettivamente provenienti da cactus e scarti di mele. Ma non è tutto: “Sin dall’inizio Miomojo ha assunto un modello di business in cui i progetti charity fossero saldamente integrati, a partire dal sostegno ad Animals Asia – ci racconta Pievani –, organizzazione no-profit che salva gli orsi della luna dall’industria della bile, fino a devolvere oggi il 10 per cento di ogni acquisto a sei diverse associazioni in difesa degli animali”.
Una storia di resilienza
Quando il coronavirus ha invaso le strade di Bergamo, dopo un primo momento di sgomento e paralisi, Pievani e il suo team non si sono lasciati abbattere, ma anzi hanno vissuto la pandemia come uno stimolo a perseguire standard ancora più elevati in materia di sostenibilità e innovazione. Da qui la nascita in tempi record di Prima linea, realizzata in Italia e con una catena di approvvigionamento corta. Una collezione che è espressione di quella voglia di rinascita e di quello spirito forte e combattivo con cui Miomojo ha continuato a lottare in questo anno difficile.
Anno che tutto sommato si è chiuso anche con delle belle soddisfazioni: “Durante la pandemia, siamo stati piacevolmente colpiti da come tutto il mondo della moda abbia iniziato a esplicitare la voglia di impegnarsi, in un periodo di stallo, a implementare il fattore sostenibilità – continua Pievani –. Ogni giorno si sono tenuti webinar in cui i più rilevanti stilisti e ceo del settore parlavano del loro impegno nella ricerca di produzioni e materiali sostenibili. Questo ha aiutato ad ampliare ancora di più il bacino di utenti che prendono coscienza del fatto che ciò che vestono ha un peso, sul Pianeta e quindi su di noi. Abbiamo avuto la conferma di essere stati tra i primi ad aver intrapreso il giusto percorso, e la prova tangibile è stato l’enorme successo riscontrato in questi ultimi mesi. La nostra community si è largamente ampliata, arricchendosi di persone che comprano basandosi sul gusto estetico ma senza tralasciare quello etico”. Perché ricordiamoci che l’etica non esclude l’estetica: un prodotto sostenibile può e deve essere anche bello.
Il sostegno agli animali
L’impegno di Miomojo si è fin dagli esordi rivolto anche alla difesa degli animali. Tutto è cominciato quando Pievani ha visitato i santuari di Chengdu e Hanoi di Animals Asia, l’organizzazione internazionale che si batte per porre fine all’industria della bile di orso. Da qual momento ha deciso di sostenere economicamente diverse organizzazioni in difesa degli animali, devolvendo il 10 per cento di ogni acquisto. Negli ultimi sette anni Miomojo, che sta per diventare una società benefit e ha iniziato il processo per diventare B corp, ha raccolto oltre 200mila dollari per Animals Asia, e ha esteso il sostegno ad altre organizzazioni benefiche come Mercy for animals e Four paws, oltre a numerosi piccoli santuari per animali in tutto il mondo.
In cantiere ci sono anche tanti progetti per il futuro che, ci dice Pievani, “prevedono la creazione di una linea di scarpe che unisca design, rispetto e affordability, una fondazione Miomojo per animali e, last but not least, un rescue center Miomojo, che sarà sede dei nostri headquarters, ma anche luogo di pace per animali salvati, nonché centro educativo per un futuro più gentile”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nel mezzo di una grave crisi, il distretto tessile e dell’abbigliamento lancia l’allarme sui diritti dei lavoratori nella filiera della moda italiana.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Il magazine Öko-test ha condotto ricerche su capi di abbigliamento e accessori Shein trovando residui di sostanze pericolose. La nostra intervista ai ricercatori.
L’industria tessile si sta attrezzando per innovare se stessa e trovare soluzioni meno impattanti: la fermentazione rappresenta l’ultima frontiera moda.
Casi di appropriazione creativa e di rapporti sbilanciati nella fornitura di materie prime rendono sempre più urgente parlare di “sostenibilità culturale”.
Il Parlamento europeo ha aggiornato il report sull’impatto della produzione tessile mentre cresce l’attesa nei confronti delle prossime scelte politiche.
Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile
Nonostante i recenti scandali, che la moda made in Italy sia etica di per sé è una credenza diffusa. Una piccola filiera virtuosa sta cambiando le regole.