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#MiSoste19. Stefano Virgilio di Opel Italia racconta una mobilità sempre più democratica ed elettrica
Il 16 ottobre si è tenuta la presentazione del terzo Osservatorio Milano sostenibile di LifeGate. Stefano Virgilio, responsabile comunicazione di Opel Italia, ha parlato della rivoluzione dell’elettrificazione nella mobilità.
“Come casa automobilistica abbiamo una responsabilità molto grande per rendere sempre più sostenibile la mobilità”, questa l’affermazione di Stefano Virgilio, responsabile comunicazione di Opel Italia, alla presentazione dei risultati del terzo Osservatorio Milano sostenibile realizzato da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR che si è tenuta presso la Triennale di Milano il 16 ottobre. La ricerca, nata sulla scia dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile e giunta alla sua terza edizione, indaga la conoscenza, l’atteggiamento e il comportamento dei milanesi nei confronti della sostenibilità.
Alla presentazione si è parlato soprattutto delle trasformazioni a favore della sostenibilità che stanno investendo la società e l’economia. E secondo Roberto Sposini, responsabile della divisione automotive di LifeGate che ha condotto l’evento, “l’industria dell’auto è quella che più sta affrontando questo cambiamento”. Virgilio ha fornito un esempio concreto di questa tendenza, raccontando come “in Opel stiamo portando l’intera gamma all’elettrificazione, quindi alla disponibilità di una versione elettrica o ibrida plug-in di tutti i prodotti entro il 2024”.
Il 41% dei milanesi conosce il termine #mobilità #sostenibile. #MiSoste19 pic.twitter.com/QfF6cZd1AQ
— LifeGate (@lifegate) October 16, 2019
L’Osservatorio Milano sostenibile 2019: i risultati sulla mobilità
Dal mondo dei trasporti arrivano proposte che guardano sempre di più al futuro. Non è un caso, quindi, che i milanesi siano consapevoli e coinvolti nella mobilità sostenibile: questo è quanto emerge dall’Osservatorio su Milano. A partire dal fatto che il 41 per cento dichiara di conoscere il termine, il 18 per cento in più rispetto all’Osservatorio nazionale – il massimo scarto tra i risultati di Milano e d’Italia per quanto riguarda la conoscenza delle espressioni legate alla sostenibilità. “La città è all’avanguardia su questi temi, che è un punto d’onore ma anche una bella responsabilità”, ha precisato Renato Mannheimer di Eumetra MR sul palco della Triennale, anche perché si trova “in una delle macroregioni più inquinate al mondo”, come ha ricordato l’economista Andrea Farinet, presidente del Socialing institute. E l’Osservatorio evidenzia come i cittadini del capoluogo lombardo siano pronti ad abbracciare un modello di mobilità in grado di affrontare le sfide dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici: l’88 per cento usa i mezzi pubblici, il 19 per cento le bici, le auto e le moto in sharing, il 15 per cento afferma di acquistare auto elettriche e ibride, e la stessa percentuale usa colonne di ricarica.
Il 15% dei milanesi è disposto a spendere di più per l’acquisto di un’auto elettrica o #ibrida. #MiSoste19 pic.twitter.com/3QjjJGXOs3 — LifeGate (@lifegate) October 16, 2019
Milano e una visione olistica della sostenibilità
I mezzi di trasporto citati non riducono solo l’impatto ecologico ma rappresentano la concretizzazione di un modello in cui la sostenibilità è economica e sociale oltre che ambientale, “tre cose che non possono essere disgiunte”, secondo Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera. In questo senso, sono fondamentali le iniziative di riqualificazione socio-ambientale proposte da centri urbani come Milano, di cui ha parlato alla presentazione dell’Osservatorio il suo sindaco Beppe Sala, da poco rientrato dal summit di C40, rete internazionale che connette le città impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici. Sala ha sottolineato come sulle macro questioni ambientali “non c’è grande sensibilità tra i leader politici nazionali”, quindi “o la rivoluzione parte dalle città o verremo travolti”. Per questo è necessario che la politica abbia il “coraggio di fare cose che potrebbero non essere popolari”, come ad esempio l’Area B, zona di Milano in cui non possono circolare i veicoli più inquinanti entrata in vigore per volontà della giunta.
Leggi anche: Il magazine di C40 su LifeGate.com
Una mobilità che cambia la vita
I risultati dell’Osservatorio Milano sostenibile confermano quanto sia significativo l’impatto delle politiche di mobilità sulla vita delle persone. Se il 54 per cento dei cittadini dichiara di conoscere pienamente le misure adottate dal Comune nelle diverse sfere della sostenibilità, il 67 per cento è al corrente dell’attivazione dell’Area B. Addirittura l’86 per cento degli intervistati è consapevole dell’aumento del prezzo dei biglietti dei trasporti pubblici, e il 74 per cento sa dell’obiettivo di elettrificazione del parco mezzi entro il 2030, il 7 per cento in più dell’anno scorso. Inoltre, le iniziative che mirano a rendere la mobilità milanese più pulita ed efficiente hanno il forte appoggio dei cittadini. Il 68 per cento vorrebbe vedere aumentare i servizi di condivisione dei mezzi di trasporto, il 58 per cento i parcheggi dedicati alle auto elettriche e ibride, e il 57 per cento le colonnine di ricarica.
Un cambiamento che deve coinvolgere tutti
“Siamo di fronte a un grande cambiamento: i concetti di sostenibilità stanno entrando nei modelli di consumo, nella vita delle persone, nelle imprese e nelle istituzioni”, queste le parole di Enea Roveda, amministratore delegato del gruppo LifeGate. Tasselli che devono lavorare insieme perché “non ce la faremo se non avremo in testa quello che c’è nel quadro ma anche la cornice”, ha precisato Manca. Infatti, i dati che emergono da Milano vanno inseriti in un contesto più ampio, quello di una società italiana “sempre più iniqua”, nelle parole di Farinet. Un milione di milanesi, pari a tre quarti della popolazione, è appassionato e interessato alla sostenibilità: la maggior parte ha tra i 35 e 44 anni e sono soprattutto laureati, impiegati, docenti e quadri con piena conoscenza delle iniziative del Comune. È fondamentale che la consapevolezza socio-ambientale si allarghi anche ad altre fasce, a “chi è lontano da questi temi”, nelle parole di Simona Roveda, direttore editoriale e comunicazione del gruppo LifeGate.
L’obiettivo non può essere “un’economia circolare che funziona ma non è etica”, ha affermato Farinet. Questo lo vediamo anche nell’ambito dei trasporti: se il processo di elettrificazione rimanesse una cosa per pochi, non sarebbe possibile ridurre in maniera significativa le emissioni. “Stiamo introducendo la nuova Corsa, che sarà una vettura democratica perché renderà disponibile l’elettrificazione a un vasto pubblico”, ha raccontato Virgilio, il cui intervento sul palco della Triennale era intitolato “La democrazia dell’elettrico”, appunto. Ha parlato di come la Corsa-e, la versione elettrica di uno dei modelli più popolari dell’azienda, “ha un’accessibilità in termini di costi”, che mensilmente, inclusa la manutenzione e l’energia, sono paragonabili alla versione a benzina. Inoltre, con la “transizione verso l’elettrico si andrà di più verso il noleggio e quindi offriamo delle formule di noleggio a lungo termine estremamente convenienti”.
Con #OpelCorsa-e una delle City Car più amate diventa elettrica. Per noi di Opel la mobilità sostenibile è per tutti. Grazie a @lifegate per averci coinvolti in questa giornata dedicata alla sostenibilità. #OpelGoesElectric @vevirgil pic.twitter.com/gf0uGDiPZp
— Opel Italia (@OpelItalia) October 16, 2019
È fondamentale dunque portare i messaggi legati alla sostenibilità anche laddove non sono già radicati. Ambrogio Beccaria, il primo italiano a vincere la tappa di partenza della MiniTransat (regata transatlantica in solitaria in barche di 6,5 metri) lo sta facendo in ambito sportivo, ad esempio. Alla presentazione dell’Osservatorio Milano sostenibile, il giovane velista milanese ha parlato della sua scelta di navigare utilizzando solo energia solare e senza generare rifiuti di plastica, e di come siamo tutti legati al mare, perché i “principali inquinatori sono proprio le città”. Per questo lo sforzo per proteggere l’ambiente dev’essere comune, coinvolgendo tutti in una presa di coscienza che è anche sociale, per creare nuovi modelli che permettano anche a grandi città come Milano di auto-sostenersi consapevolmente.
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