Misticeti, come stanno i giganti dell'oceano

2 febbraio 2016,

Acqua

Misticeti, come stanno i giganti dell’oceano

After a ban on whaling, the humpack whale is thriving off the coast of Western Australia

Mentre la maggior parte delle grandi balene si sta lentamente riprendendo dal declino registrato negli ultimi due secoli a causa dello sfruttamento commerciale, alcune popolazioni sono ancora in difficoltà. Uno studio realizzato dagli esperti della Marine mammal commission, negli Stati Uniti, esamina il loro stato di conservazione e fa luce sulle minacce principali che questi giganti degli oceani stanno affrontando. L’analisi si basa sui criteri usati nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

La balena franca boreale, decimata dalla caccia, ha registrato un recupero lento a causa delle collisioni con le imbarcazioni e delle catture accidentali nelle reti. Gli esemplari sono ancora poche centinaia © Barrett & MacKay/All Canada Photos/Corbis

Seppur mostrando una ripresa costante negli ultimi anni, l'abbondanza della balenottera azzurra antartica (una sottospecie della balenottera azzurra) è ancora solo l'1 per cento dei numeri precedenti alla caccia nell'Oceano Antartico © Tom Bean/Corbis

La sottopopolazione orientale della balena franca nordpacifica è classificata come specie in pericolo critico dall'Iucn, dato che non si è ripresa dai numeri esigui causati dalla caccia © Barrett & MacKay/All Canada Photos/Corbis

Le balene grigie si sono ampiamente riprese nell'Oceano Pacifico orientale. Tuttavia, la popolazione nel Pacifico occidentale è ancora a rischio estinzione. Con soli 150 esemplari rimasti, è minacciata dalle catture accidentali e dall'estrazione di gas e petrolio attorno all'isola russa di Sakhalin © robertharding/Corbis

Classificata come specie a rischio minimo dall'Iucn, la megattera è ancora considerata specie in pericolo nel Mar Arabico e in Oceania © Paul Souders/Corbis

Le popolazioni della balena della Groenlandia alle Svalbard e nel Mare di Barents e nel mare di Okhotsk continuano a registrare piccoli numeri nonostante la fine dello sfruttamento commerciale © Michael Nolan/robertharding/Corbis

La popolazione geneticamente distinta della balenottera comune nel Mar Mediterraneo sembra includere meno di 4mila esemplari. Diversi fattori (come le collisioni con le navi e l'inquinamento) minacciano il loro stato di conservazione in questo bacino popoloso © Wolfgang Kaehler/CORBIS

Quattro specie di misticeti (la balenottera di Eden, la balenottera di Omura, la caperea e la balenottera minore antartica, nella foto), sono classificate come Data Deficient nella lista rossa dell'Iucn, ovvero che non ci sono informazioni sufficienti per valutare il loro stato di conservazione © Michael Nolan/robertharding/Corbis

Cosa sono i misticeti

I misticeti sono cetacei che usano i fanoni – lamine di cheratina, la stessa proteina che compone i nostri capelli e unghie, attaccate alla mascella ed utilizzate come filtro per trattenere le prede – per filtrare grandi quantità di acqua ed estrarne il cibo (krill o pesce). Nei secoli scorsi, la maggior parte delle 14 specie riconosciute sono state bersaglio di attività intense di caccia, portandole vicine all’estinzione. La moratoria adottata nel 1986 dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene ha bloccato gran parte delle attività baleniere, fatta eccezione per la caccia aborigena e la caccia per motivi di ricerca del Giappone, della Norvegia e dell’Islanda.

Tutte le minacce di origine antropica

Pur essendo causa di controversie internazionali e di sdegno da parte dell’opinione pubblica, i livelli attuali di baleneria non rappresentano più la minaccia principale per la maggior parte delle specie: altre cause di mortalità legata all’uomo sono state identificate come il principale ostacolo per la ripresa dei misticeti. Tra queste, il by-catch, ovvero la cattura accidentale o l’impigliarsi nelle reti da pesca di specie non bersaglio, e le collisioni con grandi imbarcazioni, problema che sta diventando sempre più pressante con l’aumentare del traffico marittimo negli oceani. Altre minacce sono l’inquinamento dei mari, la diffusione di malattie, la degradazione dell’habitat per le fuoriuscite di petrolio e i cambiamenti climatici, fattore particolarmente problematico per quelle specie che vivono in piccoli areali con una possibilità limitata di muoversi verso nuove aree a seguito del riscaldamento dell’acqua. Inoltre i misticeti, come gli altri mammiferi marini, possono venire disturbati dalle attività umane, in particolare tutte quelle che introducono rumore nell’ambiente (come le prospezioni geosismiche per la ricerca di gas e petrolio) o che molestano direttamente gli animali (come il whale watching non regolamentato).

Southern Right Whale — Le balene franche australi stanno meglio della specie boreale, a eccezione della popolazione di Cile e Perù, classificata come “in pericolo critico” dall’Iucn, con meno di 50 esemplari © Pablo Cersosimo/robertharding/Corbis

Non tutte le balene sono in pericolo

Nonostante la percezione diffusa che tutte le balene siano in via d’estinzione, le varie specie e le popolazioni di ciascuna specie registrano livelli variabili di rischio. Alcune popolazioni, per esempio, non sono ancora riuscite a riprendersi dopo lo sfruttamento commerciale, mentre altre sono minacciate a causa dei loro areali sempre più ristretti. Per questi motivi, sono necessari maggiori sforzi di ricerca e gestione a livello internazionale per riuscire a identificare i rischi chiave e coordinare azioni di conservazione efficaci.

Tradotto da Camilla Soldati

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