Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
La mobilità sostenibile alla prova della crisi energetica (e della guerra in Ucraina)
Come impatta il periodo storico sulla mobilità sostenibile? Marco Santucci di Jaguar Land Rover Italia: il futuro è elettrico, vogliamo anticipare i tempi.
Sulla mobilità sostenibile l’Europa ha tracciato la strada, con lo stop alle auto alimentate a benzina e diesel a partire dal 2035. Ma siamo nel pieno di un difficilissimo periodo storico nel quale la crisi energetica da un lato, e la guerra in Ucraina dall’altro, rischiano di cambiare le priorità rispetto alla transizione ecologica del comparto. In questo quadro, le Case automobilistiche si trovano al centro di dinamiche complesse legate anche al tema dell’emergenza climatica, che inevitabilmente impone atteggiamenti più responsabili e consapevoli per la riduzione delle emissioni.
Per Jaguar un percorso in tre tappe fino al 2039
Jaguar, ad esempio, ha deciso di anticipare la scadenza europea di ben dieci anni e di produrre dal 2025 solo vetture elettriche. Nonostante le difficoltà del momento, spiega l’Amministratore delegato e Ceo di Jaguar Land Rover Italia Marco Santucci, “andiamo avanti con la nostra strategia per trasformare l’intera gamma in full electric, posizionando il nostro brand come pioniere del futuro dell’auto”. Si tratta oltretutto solo del primo step di un percorso in più tappe: nel 2030 si punta a dimezzare le emissioni di anidride carbonica rispetto ai livelli del 2019 non solo nel ciclo di utilizzo dell’auto, ma nell’intero ciclo di produzione; entro il 2039, invece, l’obiettivo è giungere al net zero “attraverso un vero e proprio ecosistema virtuoso che coinvolga anche i nostri fornitori”.
L’importanza della tecnologia per la mobilità sostenibile
Per centrare il traguardo della mobilità sostenibile, l’avanzamento tecnologico gioca un ruolo assolutamente centrale. Jaguar crede molto nel Campionato FIA Formula E, sul quale sta investendo “essenzialmente per due motivi. Il primo riguarda la ricerca e lo sviluppo di tecnologie che possiamo integrare nelle vetture oggi in vendita e in quelle del prossimo futuro. Il secondo è che crediamo fortemente nell’emozione che i veicoli elettrici possono regalare, per convincere il maggior numero possibile di persone a passare a un mezzo alimentato a batteria”.
Nel recente passato i governi non sono stati particolarmente attenti al tema della mobilità sostenibile, e in particolare alla tutela di nuovi posti di lavoro e alla riconversione delle professionalità che la transizione elettrica nell’industria dell’auto impone. E invece, secondo Santucci per la sua particolare collocazione geografica “l’Italia ha la grande opportunità di posizionarsi come un paese ecosostenibile e di grande attrattività a livello mondiale”. Ma affinché ciò sia possibile bisogna favorire la messa a sistema delle aziende, accompagnandone la riconversione in chiave ecologica e sostenibile. Una strada che Jaguar ha intrapreso con decisione da tempo.
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