Aumenta regolarmente il numero di App che favoriscono nuove forme di mobilità. L’ultima arrivata è OC Green Walk, messa a punto in Italia da Osborne Clarke.
Mobilità, Verona punta su filobus e carreggiate “democratiche”
Intervista a Tommaso Ferrari, assessore alla mobilità del comune di Verona: vogliamo dare più spazio sulle strade a pedoni, ciclisti e mezzi pubblici.
A Verona è tempo di carreggiate più “democratiche”, con uno spazio equamente diviso tra auto, bici, mezzi pubblici e pedoni. È questo uno degli obiettivi di Tommaso Ferrari, assessore alla mobilità di un comune nel quale quasi tre spostamenti su quattro avvengono ancora su auto private. Dopo Torino, Milano, Bologna, Firenze e Roma, fa tappa nella città scaligera il ciclo di interviste che Lifegate sta realizzando per capire come si stanno muovendo le principali città italiane sul fronte della mobilità sostenibile.
Una delle soluzioni su cui punta con maggiore decisione è quella del filobus. Perché la considera così strategica per la città?
Il filobus non è la risposta a tutte le questioni aperte sul fronte della mobilità cittadina, ma costituisce un punto di partenza. Si tratta di un progetto, avviato diversi anni fa, che ha avuto un percorso abbastanza travagliato. Ma senza dubbio permetterà a Verona di dotarsi di un trasporto pubblico di massa elettrico ed efficiente, dal momento che viaggerà lungo corsie preferenziali; di certo la rete andrà estesa perché al momento restano esclusi alcuni quartieri popolosi, ma siamo convinti che il filobus potrà darà un forte input a un cambio radicale delle abitudini di spostamento, del quale la città ha grande bisogno. A patto, però, che ciò avvenga in un quadro complessivo di mobilità integrata molto diverso da quello attuale.
A Verona circa il 70 per cento degli spostamenti avviene in auto: un dato superiore alla media nazionale (65 per cento) e più che doppio rispetto a quella europea (33 per cento).
Le fornisco un altro dato: il 40 per cento degli spostamenti in auto avviene per tragitti inferiori ai quattro chilometri. Per questo motivo metteremo in campo iniziative tese a convincere un numero sempre maggiore di persone a non muoversi con l’auto privata, preferendo i mezzi pubblici, quelli in sharing e gli spostamenti a piedi. Serve una visione integrata che contribuisca a creare le condizioni per rendere queste modalità di spostamento attrattive per il maggior numero possibile di cittadini. Al momento, ad esempio, Verona non offre servizi di car sharing né di free floating per le bici.
In proposito, quali decisioni prenderete per chi decide di spostarsi quotidianamente in bici?
Investiremo con decisione sulle zone 30 e nel concetto di “carreggiata democratica”, modificando le sezioni stradali per dare il giusto spazio non solo alle auto ma anche alle biciclette, al trasporto pubblico e ai pedoni. Avvieremo inoltre una modifica progressiva del piano relativo alle soste, in modo da rendere più conveniente raggiungere alcune zone della città con mezzi diversi dall’auto e da creare una grande area a bassa intensità di traffico. Ma potremo farlo solo a patto di rendere più efficiente il trasporto pubblico e più capillare i servizi di sharing.
Restando sul tema delle aree di sosta, recentemente avete dato il via a una “rivoluzione rosa” dei parcheggi, con 300 nuovi posti auto riservati alle donne incinte e a chi ha figli minori di due anni.
Queste aree saranno installate in punti strategici della città e permetteranno una sosta gratuita fino a tre ore. L’idea è stata quella di offrire soluzioni di mobilità che vengano incontro alle esigenze delle famiglie e soprattutto dei neo-genitori, partendo proprio dal concetto di rivisitazione dello spazio pubblico per renderlo a misura dei cittadini e delle diverse esigenze che questi possono avere.
In che misura la micro-mobilità in sharing è strategica per favorire la mobilità sostenibile in una città delle dimensioni di Verona?
Credo che Verona sia una città dalle dimensioni perfette per dar vita a un grande progetto di mobilità sostenibile. In quest’ottica, i monopattini in sharing possono avere un ruolo importante per il famoso “ultimo miglio” e per contribuire a costruire un’offerta di mobilità integrata che riduca il ricorso dei cittadini ai mezzi privati. Intendiamo però procedere con una maggiore regolamentazione delle aree di sosta, e al contempo creare dei parcheggi dedicati ai monopattini e alle bici in sharing: ciò per questioni legate sia alla sicurezza sia al decoro urbano.
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