Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Moda hi-tech. Come la tecnologia può migliorare l’industria tessile e dell’abbigliamento
Dai prodotti ai processi produttivi, l’innovazione tecnologica è ormai entrata a far parte anche del mondo della couture dando vita a una moda hi-tech e futuristica.
Abiti impreziositi con luci LED fluorescenti, t-shirt che vibrano a suon di musica, cappotti e bikini in grado di ricaricare smartphone e piccoli dispositivi elettronici: il mondo della moda apre le sue porte alla tecnologia puntando alla creazione di oggetti funzionali, intelligenti e dal design ricercato che rispondano a pieno alle esigenze di una società sempre più informatizzata.
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Cos’è la moda hi-tech
Conosciuta anche come tecnologia indossabile, la moda hi-tech racchiude al suo interno il progresso, l’arte, l’ingegneria e il design che cooperano nella progettazione di abiti e accessori altamente performanti, oltre che accattivanti. L’utilizzo della tecnologia applicata all’abbigliamento permette infatti di mettere a punto oggetti come grembiuli che proteggono il personale sanitario dai raggi X, scarpe che cambiano colore a seconda della luce, giacche riscaldanti regolabili direttamente dal proprio smartphone e molto altro. Insomma, nella definizione di moda hi-tech le innovazioni tecnologiche non sono limitate al solo processo produttivo, ma diventano parte integrante del prodotto conferendogli caratteristiche e, soprattutto, funzioni nuove che vanno ben oltre il semplice vestire.
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La tecnologia applicata al prodotto
Parlando di tecnologie di prodotto finalizzate al miglioramento stilistico e funzionale dell’abbigliamento, le ricerche che stanno riscuotendo maggiore successo trattano la tematica delle nanotecnologie. Lavorando su dimensioni nanometriche, queste ultime permettono di modificare alcune caratteristiche strutturali e fisiche della materia conferendo alle fibre proprietà antimicrobiche, resistenza allo strappo, all’abrasione, alle macchie, alle pieghe, protezione dai raggi UV e molto altro senza l’impiego né di sostanze tossiche né di un consumo energetico elevato.
Tra le applicazioni tecnologiche in grado di rendere i prodotti tessili più funzionali, troviamo inoltre gli enzimi che, grazie alla loro natura organica, non generano alcun residuo o prodotto secondario tossico offrendo una valida alternativa alle sostanze chimiche pericolose per l’uomo e l’ambiente utilizzate durante le fasi di finissaggio dei tessuti; e i materiali a cambiamento di fase, ideali per i guanti e le calzature sportive perché capaci di regolare automaticamente la temperatura corporea assorbendo il calore del corpo e rilasciandolo nell’ambiente esterno più freddo.
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I tessuti intelligenti
Più comunemente chiamati smart textiles, sono tutti quei tessuti che integrano sistemi elettrici, sensori, fibre ottiche o LED in grado di captare e reagire a impulsi e condizioni ambientali esterne. Nonostante vengano spesso impiegati nella creazione di vere e proprie opere d’arte come il Galaxy Dress realizzato dal marchio londinese Cutecircuit per la collezione permanente del Museum of science and industry di Chicago, i tessuti intelligenti svolgono altre funzioni al di là dell’aspetto estetico: nella giacca a LED progettata dall’azienda italiana Nemen, per esempio, le fibre ottiche tessute insieme al materiale sono in grado di creare delle aree luminose garantendo la massima visibilità durante le ore notturne. E sempre all’interno di questa categoria di innovazioni si trovano le giacche come la Ecotech solar jacket di Zegna Sport o la Solar powered jacket di Tommy Hilfiger, entrambe dotate di pannelli fotovoltaici integrati nel capo che permettono di ricaricare smartphone e piccoli dispositivi elettronici ovunque e in qualsiasi momento.
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La tecnologia applicata ai processi produttivi
I sistemi e gli impianti all’avanguardia in grado di rendere la produzione efficiente e meno impattante sono ormai una realtà perlopiù comune a tutti gli stabilimenti. Le tecnologie più recenti che si stanno facendo strada nel settore sono invece il taglio laser per tagliare o incidere con la massima precisione qualsiasi tipologia di tessuto senza andare a contatto con il materiale; e la stampante 3D che permette di confezionare un oggetto tridimensionale con materiali e caratteristiche fisico-meccaniche diverse, semplicemente partendo dalla progettazione del modello attraverso un software.
Alcuni pionieri, tra cui il marchio americano Chromat specializzato in costumi e abbigliamento sportivo, hanno già compreso l’importanza di adottare la tecnologia delle stampanti 3d ottenendo prodotti innovativi e adatti a qualsiasi gusto e corporatura. La personalizzazione è infatti l’obiettivo finale di questi dispositivi che, uniti a tutte le altre innovazioni tecnologiche, potrebbero avviare una rivoluzionare destinata a cambiare per sempre la manifattura e l’intero mondo della moda.
Immagine di apertura: il Galaxy dress di Cutecircuit esposto al Museum of science and industry di Chicago. © JB Spector
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