Il proposito che li animava era quello ricorrente e comune alla quasi totalità degli artisti di ogni epoca: oltrepassare le convenzioni, catturare la sostanza reale delle cose, elaborare un linguaggio espressivo inedito e distante dall’accademismo coevo. A distanza di oltre un secolo e mezzo, si può ritenere che i Macchiaioli abbiano centrato l’obiettivo dato che
Amedeo Modigliani al Mudec di Milano. La sua vita e l’arte diventano un racconto multisensoriale
Fino al 4 novembre, c’è Modigliani art experience al Mudec di Milano: uno dei più grandi pittori del Novecento in una mostra-racconto multisensoriale per tutti.
Qualcuno la adora, alcuni sono scettici, ma resta il fatto che questa nuova forma di diffusione d’arte – chiamata spesso “experience” – fatta di suoni, video, musiche e a volte persino profumi, ha un buon successo di pubblico e resta a lungo impressa nella memoria del visitatore. Modigliani art experience al Mudec, il museo delle culture di Milano, fino al 4 novembre, è uno di questi spettacoli. Perché è difficile chiamarle mostre. Il racconto della breve ma intensa vita del pittore e scultore livornese diviene qui un’esperienza di cui fruire.
Modigliani art experience al Mudec, alla scoperta delle sue influenze
Modigliani visto da un punto di vista diverso, quello delle sue influenze, derivanti dai viaggi dell’artista e dalle sue frequentazioni: è questa la linea seguita per allestire questo spettacolo su Modì, in mostra al Mudec, non a caso. Il luogo giusto per un’esperienza di questo tipo perché questo museo custodisce opere d’arte provenienti dalle diverse culture di tutto il mondo e quindi anche esemplari delle tradizioni artistiche da cui Amedeo Modigliani venne influenzato.
Così in una sala introduttiva, o “sala scrigno”, sono ospitati alcuni capolavori di arte primitiva africana del Ventesimo secolo provenienti dalla collezione permanente del Mudec e due ritratti di Modì provenienti dal museo del Novecento di Milano, che permettono al visitatore di avere in un unico ambiente i modelli artistici che il genio livornese ebbe senz’altro a ispirazione per la sua arte, come il confronto diretto con i ritratti accostati nella stessa sala permette a tutti di appurare.
Nella Experience room – il luogo principale della mostra, dove vengono proiettati immagini e video – si snoda invece il racconto del mondo bohémien di Amedeo Modigliani, i suoi giorni trascorsi da esule livornese nella Montmartre e nella Montparnasse dei primi del Novecento: un mondo fatto di arte ma anche di muse, amanti e ispiratrici che diventeranno le protagoniste sensuali e sinuose dei suoi dipinti.
L’esperienza del visitatore nella vita artistica di Modì termina nella Infinity room, ovvero una sala degli specchi, dove alcune delle opere più significative di Modigliani vengono presentate agli occhi del visitatore in un gioco continuo di scomposizioni e rifrazioni, chiudendo così il percorso multisensoriale.
L’intento di questo nuovo modo di raccontare l’arte è quello di stupire, certo, ma anche quello di porre l’attenzione su temi specifici grazie a mezzi nuovi, più facilmente fruibili. Al Mudec si indaga il rapporto di Modigliani con l’arte “altra”, perché, come dice il curatore Francesco Poli “Modigliani era un apolide e un cosmopolita, non aveva radici. Era sia italiano sia francese, ma soprattutto mirava a un empireo delle idee, in un tempo assoluto. La purezza delle sue immagini e del suo pensiero faceva da contrappeso alla dissipazione dell’esistenza”.
Modigliani art experience, storia di un livornese a Parigi
Amedeo Modigliani nel 1906 da Livorno, in Toscana, sua città natale, arrivò a Parigi, il centro del mondo artistico a quei giorni. Le nuove tendenze d’arte, i dibattiti sul tema, si svolgevano ancora nel quartiere “periferico” di Montmartre, dove a suo tempo già gli Impressionisti avevano trovato alloggio e gli esponenti delle avanguardie, tra cui Pablo Picasso, Gino Severini e Costantin Brancusi, continuavano a bazzicare e a muovere i primi importanti passi verso nuovi stili pittorici. Un microcosmo di pensieri e idee nuove sulle espressioni artistiche da dove scaturirono tutte le grandi firme della nuova era.
Soltanto più tardi, alla fine del primo decennio, il nuovo quartiere degli artisti diventerà Montparnasse, esattamente all’estremità opposta della cerchia urbana di Parigi: questo sarà anche il luogo dove Modigliani esprimerà a pieno se stesso e diverrà quasi un mito, nel bene e nel male. Conosciuto allora soprattutto per il suo tenore di vita dissipato e meno per il suo talento artistico. A Parigi infatti Dedo o Modì – come lo chiamavano – sperimentò ogni cosa, nella vita e nell’arte: amò modelle e prostitute; si concesse ogni vizio e piacere in perfetto stile bohémien, tipico degli artisti di quel periodo.
In via Campaigne Premiere, al numero civico 31, in un bell’edificio art decò, al centro del quartiere Montparnasse, passano ancora in molti per vedere la casa dove visse Modigliani. Per respirare ancora quell’atmosfera nostalgica ma affascinante della Parigi di inizio secolo.
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