75mila persone hanno riempito le vie di Chișinău sventolando bandiere dell’Ue e intonando cori filoeuropeisti.
In altre città moldave, soprattutto in Transnistria, sono andati invece in scena cortei in favore di Mosca.
La presidente Maia Sandu ha detto che l’obiettivo è portare la Moldavia nell’Ue entro il 2030.
Domenica 21 maggio decine di migliaia di persone sono scese in piazza in Moldavia nella più grande manifestazione filoeuropeista del paese. La Moldavia è lo stato più povero d’Europa e per molti rischia di diventare la nuova Ucraina: la presidente Maia Sandu ha posizioni filo-occidentali e questa non piace alla Russia, che considera il paese sotto la sua sfera di influenza. Nei mesi scorsi il governo moldavo aveva denunciato un piano del Cremlino per destituirlo, a testimonianza che la tensione nell’area è molto alta. E ora la popolazione ha voluto mandare un messaggio forte contro Mosca.
La situazione della Moldavia
La Moldavia è un paese indipendente dal 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Negli anni successivi sul suo territorio si è consumata una guerra civile: da una parte la maggioranza etnica romena a favore dell’indipendenza, dall’altra la minoranza russa che autoproclamò lo stato indipendente della Transnistria, con una sua moneta e un suo governo. Nonostante le divisioni interne, nella sua breve vita la Moldavia ha mantenuto buoni rapporti con la Russia. Proprio per queste, a parte qualche scaramuccia il conflitto interno con la Transnistria è rimasto congelato. Nel 2020 però le cose sono cambiate.
Quell’anno ha vinto le elezioni presidenziali Maia Sandu, che ha dato una svolta europeista al paese. Questa ha creato nuove spaccature nel paese, ma ha anche fatto precipitare le relazioni con Mosca, tra interruzioni alle forniture di gas ed embarghi sui prodotti agricoli moldavi. Quando a febbraio 2022 la Russia ha aggredito l’Ucraina, subito gli occhi del mondo sono andati su Chișinău, che per le medesime dinamiche interne sembrava poter essere una nuova Ucraina. A marzo 2022 il paese ha presentato richiesta ufficiale per entrare nell’Unione europea.
E a febbraio 2023 la presidente Sandu ha rivelato un piano del Cremlino per sovvertire il governo moldavo e instaurare un esecutivo fantoccio di Mosca. Una versione confermata anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in visita a Bruxelles ha parlato di “piani della Russia per distruggere la Moldavia”.
La manifestazione filoeuropeista
La situazione in Moldavia è molto tesa. Il paese in questi 15 mesi ha subito indirettamente le conseguenze del conflitto nella vicina Ucraina, tra passaggi di missili nel suo spazio aereo, blackout continui e un’enorme ondata di profughi. E il timore di poter essere la prossima vittima di Mosca ha rafforzato il sentimento filoeuropeista nel paese.
Moldova’s place is undeniably within the EU & today, our citizens made that resoundingly clear.
Inspired by the enthusiasm of the #EuropeanMoldova that showcased our unity & determination for a EU future.
Questo si è visto in particolare, e con una portata senza precedenti, nella giornata di domenica 21 maggio. A Chișinău è infatti andata in scena una manifestazione a favore del processo di avvicinamento all’Unione europea che ha visto la partecipazione di 75mila persone. Un numero molto alto per un paese piccolo come la Moldavia, che conta circa due milioni di abitanti ufficiali, ma di cui una fetta vivono all’estero. La gente in piazza ha sventolato bandiere dell’Unione europea, cantando slogan filo-occidentali. “I moldavi sono europei”, ha gridato dal palco la presidente Sandu, annunciando che l’obiettivo è fare entrare il paese nella comunità europea entro il 2030. E alla manifestazione era presente anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo.
Thank you for believing Moldova. Keep strong, hold steady. We will not let you down.
Addressing the 70,000 people who flooded the streets of Chișinău today to reaffirm Moldova's European future.@Europarl_EN stands with you 🇪🇺🇲🇩 pic.twitter.com/bnOu1MM0aY
Mentre a Chișinău un pezzo importante della Moldavia lanciava un messaggio a Bruxelles, in altre città del paese, soprattutto nello stato autoproclamato e filorusso della Transnistria, si sono tenuti cortei a favore di Mosca.
Le sanzioni economiche contro la Russia sono state pensate per indebolire il regime di Vladimir Putin. Ma le ripercussioni sui cittadini sono inevitabili.
La Russia ha ammassato oltre 100mila soldati al confine con l’Ucraina e si teme un’invasione. Secondo l’Occidente e la Nato, Putin vuole riprendere il controllo dell’area.
Il referendum che si è tenuto domenica 16 marzo nella repubblica autonoma della Crimea, in Ucraina, ha visto una netta vittoria (con quasi il 97 per cento, per un’affluenza dell’82,7 per cento) di coloro che chiedono un ritorno di sovranità della penisola che si affaccia sul mar Nero alla Russia. La Crimea venne ceduta nel
La Russia ha invaso la Crimea con 16mila tra soldati e paramilitari per “difendere” la popolazione ucraina di lingua russa. La diplomazia è al lavoro per fermarla.
Le immagini che arrivano da Kiev, in Ucraina, sono di guerra. La tregua con l’opposizione annunciata ieri dal presidente Viktor Yanukovich è stata rigettata nei fatti dai manifestanti questa mattina. I combattimenti tra la polizia e gli ucraini che protestano contro il governo sembrano aver causato decine di vittime. 75 secondo i dati del ministero
Almeno quattro persone sono morte durante gli scontri del 22 gennaio a Kiev, capitale dell’Ucraina, tra le forze dell’ordine e i cittadini che si oppongono al governo e al presidente Viktor Yanukovich. Le violenze sono scoppiate dopo il tentativo della polizia di sfondare le barricate e sgomberare l’accampamento principale dei manifestanti nel centro di Kiev.