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Mondiali 2018, la partita per la democrazia ambientale è un derby baltico
Nel mese dei Mondiali di calcio in corso in Russia, abbiamo cercato di capire quali sono i paesi più impegnati per la democrazia ambientale. Tranquilli, l’Italia è assente anche qui.
Mentre in Russia sono in corso i Campionati mondiali di calcio organizzati dalla Fifa, la più importante manifestazione calcistica internazionale, abbiamo provato a immaginare chi potrebbe vincere i mondiali del rispetto delle norme ambientali stilando una classifica dei paesi più impegnati nella conservazione della natura e nel coinvolgimento dei cittadini basata sulle decisioni che hanno un impatto sull’ambiente. Se in ambito calcistico le prime tre nazioni al mondo sono rispettivamente Germania, Brasile e Belgio, la regione baltica domina l’indice che si basa sulle leggi emanate per proteggere quella che viene definita “environmental democracy”, la democrazia ambientale. In cima alla classifica troviamo due stati davvero poco popolosi che, rispettivamente, ospitano circa tre e due milioni di abitanti, più lo meno lo stesso numero delle persone che vivono a Roma.
A proposito d’Italia, il nostro Paese non si è qualificato neanche a questi mondiali, per noi molto più importanti.
Cos’è la democrazia ambientale
Troppo spesso le persone vengono escluse dai processi decisionali che riguardano la trasformazione e lo sfruttamento dell’ambiente in cui vivono. Questo è solitamente dovuto a leggi deboli che limitano l’accesso pubblico alle informazioni, non consentono alla cittadinanza di partecipare attivamente alle decisioni e non garantiscono giustizia quando vengono commessi danni ambientali.
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L’obiettivo della democrazia ambientale è preservare la salute delle comunità e del loro ambiente, un obiettivo fondato sul principio che la partecipazione attiva dei cittadini garantisca un utilizzo equo delle risorse ambientali. La democrazia ambientale fornisce dunque uno standard per come le decisioni dovrebbero essere prese ed è basata su tre diritti fondamentali: la possibilità per le persone di accedere liberamente alle informazioni sulle risorse e sui problemi ambientali, di partecipare significativamente al processo decisionale e di chiedere l’applicazione delle leggi in difesa dell’ambiente o il risarcimento danni.
La classifica
Per effettuare confronti globali e condividere le buone pratiche è stato sviluppato l’Environmental democracy index (Edi), indice che valuta questi parametri attraverso un insieme di linee guida internazionalmente riconosciute elaborate dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Un Environment).
La classifica stilata con l’indice valuta 70 nazioni. Per giocare con il parallelismo con i mondiali di calcio, abbiamo preso le prime 32 nazioni presenti nella classifica Edi (tante quante le squadre che partecipano al torneo calcistico) e le abbiamo divise in gironi, facendole sfidare tra loro. Le sorprese non mancano, il continente europeo, complessivamente, fa bella figura, nella parte alta della classifica troviamo anche numerose nazioni americane e africane, mentre l’Asia se cava meno bene.
I gironi
Gruppo A
Nel gruppo A troviamo Giappone, Cile, Brasile e Bulgaria, che occupano rispettivamente trentaduesima, ventiquattresima, sedicesima e settima posizione nella classifica Edi. Passano il girone Brasile e Bulgaria, la nazione sudamericana ha ottenuto un punteggio di 1,80 e ha ottenuto ottimi risultati in particolare sull’accesso alle informazioni. La legge brasiliana stabilisce un diritto di accesso alle informazioni relative all’ambiente su richiesta e richiede alle autorità governative di rendere tali informazioni disponibili al pubblico. La Bulgaria ha ottenuto un punteggio complessivo di 2,10 e, anche grazie alla ratifica della Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, si è dimostrata una nazione trasparente e pronta a divulgare ai cittadini le informazioni ambientali.
Partecipanti: Giappone, Cile, Brasile e Bulgaria.
Passano agli ottavi Brasile e Bulgaria
Gruppo B
Il gruppo B è composto da Costa Rica, Camerun, Indonesia e Ungheria, che troviamo alla trentunesima, ventitreesima, quindicesima e sesta posizione nella classifica Edi. Sono dunque Indonesia e Ungheria ad accedere agli ottavi grazie ai punteggi 1,80 e 2,12. L’Indonesia garantisce ai propri cittadini un buon accesso alle informazioni e il diritto a partecipare a una vasta gamma di decisioni in materia ambientale, meno virtuosa quando si tratta di garantire giustizia in caso di violazioni. In Ungheria la maggior parte delle leggi prevede che le agenzie governative forniscano, in fase del processo decisionale, l’opportunità ai cittadini di partecipare attivamente alle decisioni relative alle questioni ambientali.
Partecipanti: Costa Rica, Camerun, Indonesia e Ungheria
Passano agli ottavi Indonesia e Ungheria
Gruppo C
Le quattro nazioni del gruppo C, Venezuela, Macedonia, Estonia e Regno Unito sono trentesima, ventiduesima, quattordicesima e quinta nella classifica. I migliori punteggi, 1,85 e 2,14, consentono a Estonia e Regno Unito di proseguire. La nazione dell’Europa Settentrionale ha ottenuto ottimi risultati per quanto riguarda la trasparenza, buoni quanto riguarda la giustizia ed equi dal punto di vista della partecipazione. Il governo estone è tenuto a rendere pubblicamente disponibili le informazioni ambientali in modo proattivo. Il Regno Unito brilla per la trasparenza, merito del Freedom of information act del 2000 che fornisce a chiunque il diritto di accedere alle informazioni su richiesta e rende l’accesso alle informazioni tempestivo ed economico. Inoltre, le autorità governative sono obbligate a rendere le informazioni ambientali e sulla salute pubblica disponibili al pubblico.
Partecipanti: Venezuela, Macedonia, Estonia e Regno Unito
Passano agli ottavi Estonia e Regno Unito
Gruppo D
Il gruppo D è composto da Mongolia, Repubblica Dominicana, Perù e Irlanda che nella classifica occupano la ventinovesima, ventunesima, tredicesima e undicesima posizione. Le migliori due sono Perù e Irlanda, con i punteggi di 1,87 e 1,93. Lo stato sudamericano garantisce trasparenza e partecipazione, i cittadini possono dire la loro per quanto riguarda diverse decisioni relative all’ambiente, come progetti e rilascio di licenze. L’Irlanda invece, che ha ratificato la Convenzione di Aarhus, ha ottenuto un ottimo punteggio in particolare sulla trasparenza, le autorità governative sono obbligate a rendere disponibili al pubblico le informazioni ambientali in modo proattivo.
Partecipanti: Mongolia, Repubblica Dominicana, Perù e Irlanda
Passano agli ottavi Perù e Irlanda
Gruppo E
Nel gruppo E abbiamo Ucraina, India, Ecuador e Sudafrica, le quali si trovano al ventottesimo, ventesimo, trentaduesimo e quarto posto. Grazie ai punteggi di 1,75 e 2,16 si qualificano alla fase successiva India e Sudafrica. La popolosa nazione asiatica si distingue per l’ottimo sistema giudiziario che consente di avere giustizia in caso di violazione di diritti ambientali. Il Paese africano ha un buon punteggio in tutti e tre i parametri e la maggior parte delle leggi prevede che le agenzie competenti tengano conto dell’opinione pubblica nelle decisioni ambientali.
Partecipanti: Ucraina, India, Ecuador e Sudafrica
Passano agli ottavi India e Sudafrica
Gruppo F
Nicaragua, Messico, Colombia e Stati Uniti sono le nazioni del gruppo F, rispettivamente alla ventisettesima, diciannovesima, decima e terza posizione della classifica Edi. Le migliori del gruppo F sono, con i punteggi di 1,99 e 2,16, Colombia e Stati Uniti. La costituzione colombiana garantisce al pubblico un ampio diritto di accesso alle informazioni ambientali, anche se i cittadini non ne sono sempre consapevoli. Negli Stati Uniti il Freedom of information act (Foia) fornisce accesso alle informazioni ambientali su richiesta e definisce in modo restrittivo le informazioni che non possono essere divulgate. Tutte le agenzie competenti sono tenute a rendere le informazioni utili per la salute e sulla qualità ambientale in modo proattivo a disposizione del pubblico. Il Clean water act prevede invece la pubblicazione di relazioni biennali sulla qualità dell’acqua.
Partecipanti: Nicaragua, Messico, Colombia e Stati Uniti
Passano agli ottavi Colombia e Stati Uniti
Gruppo G
Il gruppo G è composto da Trinidad e Tobago, Romania, Panama e Lettonia, che si piazzano al ventiseiesimo, diciottesimo, nono e secondo posto. Agli ottavi troveremo Panama, con 2,2 e Lettonia, con 2,31. A Panama tutte le agenzie governative competenti devono rendere le informazioni ambientali disponibili ai cittadini. Per quanto riguarda la partecipazione le istituzioni devono considerare l’opinione dei cittadini quando prendono decisioni che hanno un impatto sull’ambiente. La Lettonia ha ottenuto ottimi risultati per quanto riguarda l’accesso all’informazione, poiché il pubblico ha il diritto di ricevere informazioni sia a livello statutario che costituzionale. È inoltre prevista la pubblicazione di una relazione sullo stato dell’ambiente per l’immediata divulgazione di informazioni nei casi in cui vi sia una minaccia imminente per la salute umana o l’ambiente.
Partecipanti: Trinidad e Tobago, Romania, Panama e Lettonia
Passano agli ottavi Panama e Lettonia
Gruppo H
Nel gruppo H, infine, ci sono Argentina, El Salvador, Russia e Lituania, che nella classifica dell’Environmental democracy index sono al venticinquesimo, diciassettesimo, ottavo e primo posto. Con i punteggi di 2,6 e 2,39 Russia e Lituania sono le ultime due nazioni qualificate. Le agenzie governative russe forniscono i dati relativi all’ambiente con buona trasparenza e i dati sulla qualità dell’aria e dell’acqua potabile sono disponibili al pubblico. La Lituania è la nazione che ha ottenuto il più alto punteggio Edi, soprattutto in virtù degli ottimi risultati per quanto riguarda trasparenza e giustizia. La cittadinanza ha il diritto di accedere alle informazioni ambientali su richiesta e le agenzie governative invitano attivamente i cittadini a partecipare alla fase iniziale del processo decisionale.
Partecipanti:Argentina, El Salvador, Russia e Lituania
Passano agli ottavi Russia e Lituania
Ottavi
Bulgaria – Indonesia
Tra Bulgaria e Indonesia ha la meglio la nazione europea, grazie all’estrema trasparenza e al ruolo di primo piano che giocano i cittadini nelle decisioni ambientali. L’Indonesia invece ha ancora qualche carenza quando si tratta di applicare le leggi in difesa dell’ambiente.
Regno Unito – Perù
Vince la sfida il Regno Unito, i cui cittadini godono di buoni diritti e hanno il potere di contestare diverse decisioni che potrebbero avere un impatto sull’ambiente. Il Perù ha ottenuto buoni risultati per quanto riguarda trasparenza, partecipazione e giustizia, tuttavia sono presenti ostacoli finanziari e di genere per accedere alla giustizia.
Sudafrica – Colombia
Passa ai quarti di finale il Sudafrica, il governo sudafricano è tenuto a cercare proattivamente l’approvazione dell’opinione pubblica nel corso del processo decisionale per i provvedimenti che riguardano l’ambiente. In Colombia, nonostante il buon punteggio complessivo, raramente la cittadinanza ha il diritto di partecipare alla stesura dei piani che possono avere un impatto sull’ambiente.
Lettonia – Russia
Nel “derby baltico” ha la meglio la Lettonia grazie alla facilità con cui i cittadini possono accedere alle informazioni relative all’ambiente. I lettoni possono anche contribuire attivamente allo sviluppo di regolamenti, politiche, piani e programmi di gestione. In Russia invece solo alcune decisioni governative in materia ambientale devono essere pubblicizzate attraverso i media e l’accesso alla giustizia non è facile per tutti i cittadini.
Ungheria – Brasile
Si aggiudica la vittoria l’Ungheria, nazione in cui la legge prevede che il pubblico debba avere l’opportunità di partecipare alla fase iniziale della maggior parte delle decisioni che possono avere un impatto significativo sull’ambiente. In Brasile l’accesso alla giustizia ambientale è particolarmente difficoltoso per i poveri e i gruppi etnici.
Irlanda – Estonia
Sfida equilibrata vinta per una manciata di punti dall’Irlanda, in cui i cittadini possono accedere a molte informazioni ambientali su richiesta e hanno l’opportunità di partecipare a un’ampia gamma di decisioni. L’Estonia deve invece migliorare per quanto riguarda l’accesso alla giustizia e la difesa dei diritti in materia ambientale dei cittadini.
Stati Uniti – India
Lo scontro tra le due grandi potenze mondiali vede prevalere gli Stati Uniti. Negli Usa i cittadini hanno accesso alle informazioni in maniera chiara e semplice e possono contestare le decisioni amministrative. In India le informazioni sulla qualità dell’acqua potabile non vengono fornite in modo proattivo ai residenti nella capitale e le donne sono ancora discriminate per quanto riguarda l’accesso alla giustizia.
Lituania – Panama
Nell’ultimo ottavo di finale la Lituania si impone su Panama grazie alla grande mole di utili informazioni ambientali messe a disposizione del pubblico, come i dati sulla qualità dell’aria e dell’acqua potabile. A Panama invece i dati sulla qualità dell’aria e dell’acqua potabile relativi alla capitale Panama City non sono pubblici.
Quarti
Bulgaria – Regno Unito
Il Regno Unito sconfigge la Bulgaria grazie alla grande libertà concessa ai cittadini, i quali hanno il diritto di contestare qualsiasi decisione, atto o omissione da parte di attori privati che presumibilmente violano i diritti ambientali. La Bulgaria, nonostante la buona trasparenza, raramente promuove la partecipazione attiva della cittadinanza e le licenze concesse per le attività dell’industria estrattiva non vengono rese pubbliche.
Sudafrica – Lettonia
Questa sfida viene vinta dalla Lettonia, il cui governo è obbligato a fornire alla cittadinanza l’opportunità di partecipare al processo decisionale in materia ambientale in una vasta gamma di settori. In Sudafrica invece l’accesso alle informazioni è limitato e, ad esempio, solo poche valutazioni dell’impatto ambientale (Via) sono disponibili al pubblico.
Ungheria – Irlanda
L’Ungheria accede alle semifinali per merito della notevole libertà di informazione e per l’importanza concessa all’opinione dei cittadini in merito alle questioni ambientali. Anche l’Irlanda mette a disposizione dei propri cittadini numerose informazioni, ma l’accesso a questi dati è talvolta macchinoso per via dell’assenza di una standardizzazione. L’applicazione delle decisioni dei tribunali penali relative all’ambiente è inoltre poco tempestiva.
Stati Uniti – Lituania
Sfida serrata quella tra Stati Uniti e Lituania, vinta dal Paese baltico che concede ai cittadini il diritto di presentare denunce ambientali in tribunale e contestare le decisioni del governo che violano i diritti ambientali. Le autorità sono anche obbligate a richiedere l’opinione della cittadinanza per quanto riguarda le decisioni che hanno un impatto sull’ambiente. Gli Stati Uniti hanno complessivamente un ottimo punteggio ma alcuni stati sono più restrittivi di altri e l’accesso alla giustizia in materia ambientale è difficoltoso.
Semifinali
Lettonia – Regno Unito
I cittadini lettoni hanno il diritto di richiedere informazioni a tutti i rami del governo e i ministeri più importanti devono rendere pubbliche in maniera proattiva le informazioni ambientali. Grazie a questa trasparenza e alla considerazione verso l’opinione pubblica la Lettonia batte il Regno Unito in cui governo non è invece obbligato a diffondere informazioni tempestive e pertinenti in caso di emergenze ambientali. Le leggi britanniche non prevedono inoltre la partecipazione pubblica allo sviluppo di politiche che potrebbero avere un impatto significativo sull’ambiente.
Lituania – Ungheria
La seconda semifinale viene vinta dalla Lituania, i cui abitanti hanno voce in capitolo in occasione della stesura delle politiche ambientali. La maggior parte delle leggi ungheresi non prevede che le agenzie governative richiedano alla cittadinanza la propria opinione sulle decisioni relative alle questioni ambientali e le violazioni dei diritti ambientali non sono tutelate con efficacia dalla legge.
Finale
Lituania – Lettonia
In finale troviamo dunque le prime due nazioni nella classifica Edi. Vince la Lituania che ha ottenuto un punteggio molto alto in tutti e tre i parametri valutati, in particolare per quanto riguarda trasparenza e giustizia. I cittadini lituani, ad esempio, hanno il diritto di appellarsi ai rifiuti da parte delle istituzioni di concedere informazioni ambientali e di presentare una vasta gamma di richieste in caso di violazione dei diritti ambientali. In Lettonia è semplice accedere alle informazioni, dal punto di vista dell’applicazione delle leggi i tempi sono però mediamente eccessivamente lunghi per il completamento dei procedimenti giudiziari.
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