Sui mondiali in Qatar solo ombre per la sostenibilità: dagli aereo-taxi per i tifosi a Hummel, sponsor della Danimarca, che toglie il logo dalle maglie.
- Si stima che 6.500 operai migranti siano morti in 10 anni nei cantieri di Qatar 2022.
- Hummel, sponsor tecnico della Danimarca, boicotta il mondiale togliendo il proprio logo.
- Sul fronte ambientale, compaiono 60 voli aerei al giorno per portare i tifosi allo stadio.
Meno di due mesi all’inizio dei mondiali di calcio Qatar 2022, il torneo più contestato di sempre nella storia di questo sport, a causa delle fortissime ombre che pesano sul rispetto della sostenibilità e dei diritti umani, a partire da quelli dei lavoratori che sono stati impiegati per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture destinate al torneo.
Secondo una inchiesta realizzata nei mesi scorsi dal quotidiano britannico Guardian, sarebbero addirittura 6.500 i lavoratori, quasi tutti stranieri, morti nei cantieri legati ai mondiali di calcio dal 2010 in poi, l’anno in cui il Qatar ha attenuto l’assegnazione del mondiale. In totale, circa due milioni di persone sono state reclutate da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh, Sri Lanka e Filippine per costruire sette stadi, una città, aeroporti e infrastrutture.
Il messaggio della Hummel alla Fifa
A tal proposito non sono mancate finora le proposte di boicottaggio e le iniziative simboliche, come quella della Hummel, fornitore dei kit da gioco della nazionale della Danimarca: le maglie che i giocatori danesi utilizzeranno durante il torneo qatariota saranno infatti senza logo, cioè prive del marchio tecnico.
Quella della Hummel è “una protesta contro il Qatar e il suo primato sui diritti umani. Non vogliamo essere visibili in un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Supportiamo fino in fondo la nazionale danese, ma non è lo stesso che sostenere il Qatar come nazione ospitante – ha spiegato l’azienda –. Crediamo che lo sport debba unire le persone. E quando non lo fa, vogliamo rimarcarlo”. Inoltre, la terza maglia dei danesi sarà tutta nera, in quello che Hummel descrive come “il colore del lutto”.
In un rapporto pubblicato pochi mesi fa, Amnesty International ha dichiarato che la Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) dovrebbe mettere a disposizione almeno 440 milioni di dollari (circa 450 milioni di euro) per risarcire centinaia di migliaia di lavoratori migranti vittime di sfruttamento a partire dal 2010, quando la Coppa del mondo del 2022 venne assegnata al Qatar.
Aerei-navetta per i tifosi dei mondiali in Qatar
Come se non bastasse, ora il Qatar è finito nell’occhio del ciclone anche per l’eccessivo impatto sull’ambiente. Visto l’interesse generato dal primo mondiale giocato a queste latitudini e in inverno, si prevede l’arrivo di oltre un milione di tifosi e appassionati tra novembre e dicembre. Ma c’è un problema: il Paese dispone però solamente di 30mila camere d’albergo, escluse le strutture che saranno destinate alle squadre e allo staff Fifa.
Moltissimi tifosi dovranno soggiornare nel vicino emirato di Dubai, dove l’offerta delle strutture è superiore di quattro o cinque volte e soprattutto – fa notare la Reuters – “è più facile anche reperire bevande alcoliche”. Qatar Airways, di proprietà statale, ha perciò pensato di organizzare un servizio navetta operato da compagnie aeree regionali dentro e fuori Doha nei giorni delle partite dalle città del Golfo, inclusi almeno 60 voli giornalieri da e per Dubai. Ciò naturalmente solleva interrogativi sull’impegno iniziale degli organizzatori di rendere l’evento carbon neutral. Peraltro già ampiamente smentito dai fatti.
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