Giappone, il Monte Fuji per la prima volta è senza neve a novembre

Allarme per l’anomalia climatica sulla cima della montagna più famosa e venerata del Sol Levante dopo un’estate e un ottobre caldissimi.

  • Per la prima volta in 130 anni a  novembre non ha ancora nevicato sulla cima del Monte Fuji, in Giappone.
  • Il precedente record era del 1955 e del 2016: in questi due casi il primo giorno di neve fu il 26 ottobre.
  • Per i meteorologi l’evento “è coerente con le previsioni di un mondo in fase di riscaldamento”.

Quando Katsushika Hokusai, nella prima metà dell’Ottocento, realizzò le celebri 36 vedute del Monte Fuji, il pittore giapponese scelse di rappresentate l’iconica montagna in condizioni meteorologiche e stagioni sempre diverse. Praticamente in ogni dipinto, però, in vetta c’era almeno un po’ di neve.  Agli inizi del novembre 2025, invece, il Monte Fuji è ancora del tutto privo di neve, segnando il record di ritardo della prima nevicata stagionale sui suoi pendii, in 130 anni di rilevazioni (più le testimonianze di Hokusai, appunto). Tradizionalmente innevato sin dai primi di ottobre, il Monte Fuji quest’anno sofferto le conseguenze di un’estate particolarmente calda e lunga, con temperature superiori di 1,76 °C rispetto alla norma e picchi estremi che hanno fatto registrare temperature di 35 °C o più in oltre 1.500 località, secondo l’agenzia meteorologica giapponese.

Il caldo anomalo che ha colpito il Monte Fuji 

Ma anche il mese ottobre, pur con un lieve calo termico, è stato comunque più caldo della media, contribuendo a ritardare la comparsa della neve sulla vetta del Monte Fuji. Basti pensare che il precedente record di assenza di neve era stato stabilito nel 1955 e poi eguagliato nel 2016: in quei casi aveva nevicato per la prima volta il 26 ottobre, ma mai si era dovuto aspettare l’arrivo di novembre. Il caldo persistente è stato alimentato dalla posizione anomala di una corrente d’aria subtropicale, che ha spostato masse d’aria più calde dal sud verso il Giappone, impedendo l’arrivo di correnti fredde.

Il meteorologo Yutaka Katsuta ha spiegato al Guardian che “per la formazione della neve è essenziale un abbassamento delle temperature vicino allo zero, condizione che ancora non si è verificata”. E che sebbene singoli eventi non possano essere attribuiti direttamente al cambiamento climatico, la situazione osservata sul Monte Fuji “è coerente con le previsioni di un mondo in fase di riscaldamento”. Il Monte Fuji, con i suoi 3.776 metri, è una delle destinazioni più amate dai giapponesi e dai turisti stranieri, con oltre 220mila persone che affrontano la salita durante la stagione estiva per ammirare l’alba dalla vetta. Tuttavia, quest’anno le autorità giapponesi hanno introdotto un limite giornaliero di accesso e una tariffa per i visitatori, nel tentativo di preservare il fragile ecosistema della montagna e contrastare il sovraffollamento, che rappresenta un altro grande problema di uno dei simboli più duraturi della cultura giapponese.

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