
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Nove milioni di api morte solo ad agosto a causa di due insetticidi rilevati dall’Ats di Brescia. Le associazioni di apicoltori presentano un esposto in procura.
È dello scorso agosto la notizia di quella che si può definire come una vera e propria strage: oltre nove milioni di api sono decedute nel solo mese di agosto a causa di un probabile utilizzo errato di alcuni insetticidi impiegati nelle colture di mais. Il fatto è accaduto in una ristretta area della bassa padan atra le province di Cremona e Brescia. Un danno gravissimo che ha colpito decine e decine di apicoltori, già in difficoltà a causa del lockdown subito in primavera.
A seguito dell’accaduto, l’Ats di Brescia, già nei giorni successivi aveva provveduto a raccogliere diversi campioni sia degli esemplari deceduti, prelevati con metodologie precise e successivamente analizzati per rilevare la presenza di sostanze tossiche per gli impollinatori. “Per approfondire la causa degli episodi segnalati sono iniziati da subito i sopralluoghi da parte del personale veterinario e dei tecnici della prevenzione del gruppo fitosanitari dai quali è emersa una diminuzione importante (tra il 60 per cento e l’80 per cento) delle famiglie di api e ha campionato, polline da favo e miele per la ricerca di eventuali molecole responsabili dell’avvelenamento”, si legge in un comunicato diffuso da numerose fonti locali.
A fine settembre l’Ats faceva sapere che “gli accertamenti ispettivi sulle attività agricole poste in prossimità degli apiari colpiti da morie e i controlli mirati” avevano permesso di “individuare i prodotti fitosanitari impiegati, in particolare nel trattamento del mais”. Secondo i risultati degli esami per poter indirizzare le ricerche analitiche. Gli esami, effettuati presso il laboratorio chimico dell’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, hanno evidenziato “la presenza in quantitativi significativi nelle api morte e in minor quantità in polline e miele dei principi attivi di un fitosanitario specifico utilizzato sul mais”.
“Si tratta di episodi che registriamo tutti gli anni purtroppo, perché spesso queste sostanze non vengono utilizzate in modo corretto”, spiega a LifeGate Marco Zucchetti del consiglio direttivo di Apam (Associazione produttori apistici della provincia di Milano) e socio di Bee my future. Questo episodio si discosta dai precedenti per aver fatto registrare numeri elevatissimi, probabilmente perché i trattamenti son stati effettuati durante il periodo di fioritura, come scriveva anche Greenpeace lo scorso 4 novembre: “l’uso di insetticidi direttamente su colture in fioritura, dove appunto volano le api per raccogliere il polline, o la deriva tramite il vento dell’insetticida su una coltura limitrofa in fioritura a quella oggetto del trattamento”. Non un atto vandalico quindi ma “vista la vastità e l’ampiezza del fenomeno – continua l’associazione – trattasi “di sostanze che le api hanno – purtroppo – incontrato nel territorio circostante, durante la loro opera di raccolta del polline”.
Il fatto ha così portato Apilombardia a depositare un esposto alle procure della Repubblica di Cremona e Brescia, sottoscritto da Unaapi (Unione nazionale associazioni apicoltori italiani) e Associazione Apicoltori Lombardi dopo che “le analisi condotte sulle matrici prelevate dalle Ats direttamente negli alveari colpiti hanno rilevato la presenza in quantità elevate di Indoxacarb e Chlorantraniliprole, due molecole insetticide impiegate nelle coltivazioni di mais, responsabili della moria delle famiglie di api”.
“È necessario modificare le pratiche agricole intensive – continua Apilombardia – che, come questo caso ci mostra prepotentemente, impattano in modo insostenibile sugli insetti impollinatori e sulla biodiversità, e urge diminuire progressivamente il ricorso ai pesticidi in agricoltura”.
Ora si attende che la denuncia faccia il proprio corso, in modo che i responsabili vengano individuati e denunciati per eventuale inquinamento ambientale e danneggiamento.
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