Morrissey sempre più schierato contro la corrida

Abbiamo più volte parlato di Morrissey e delle sue crociate animaliste: vegetariano dall’età di undici anni, ha sempre esternato e ribadito la propria scelta etica senza mezzi termini, cercando proseliti anche fra i suoi fan. Fervido sostenitore e attivista di Peta, l’organizzazione internazionale per il sostegno dei diritti degli animali, da qualche mese nel suo negozio

Abbiamo più volte parlato di Morrissey e delle sue crociate animaliste: vegetariano dall’età di undici anni, ha sempre esternato e ribadito la propria scelta etica senza mezzi termini, cercando proseliti anche fra i suoi fan. Fervido sostenitore e attivista di Peta, l’organizzazione internazionale per il sostegno dei diritti degli animali, da qualche mese nel suo negozio online sono disponibili t-shirt con stampe dal messaggio piuttosto minaccioso (“Be kind to animals or I’ll kill you – Morrissey”).

 

Una battaglia che ha particolarmente fatto sua è quella per l’abolizione della corrida: nell’album World Peace Is None of Your Business, il suo ultimo disco uscito lo scorso luglio, in più di una traccia Morrissey manifesta apertamente il suo disappunto nei confronti della violenza sugli animali (in I’m not a man canta: “Non mangerei mai un animale. E non distruggerei mai il pianeta in cui mi trovo. Per chi mi avete preso? Per un uomo?”), ma in una in particolare – The Bullfighter Dies – gioisce per la morte di un torero durante una corrida, quasi a voler presagire quello che è successo realmente qualche giorno fa.

 

https://www.youtube.com/watch?v=pDwYwxyW9Nk

Nei primi giorni dell’anno, infatti, Morrissey ha scritto una lunga lettera pubblicata sulla fanzine True To You intitolata The shame of beloved Mexico (la vergogna dell’amato Messico), dove commenta l’incidente alla famosa torera messicana Karla de los Angeles, incornata più volte dal toro con cui stava lottando. L’ex Smiths ha espresso il suo disgusto per la pratica crudele delle corride, si è detto “felice” per aver visto il “serial killer” giustamente incornato ripetutamente dall’animale e ha invitato a riflettere sullo scambio di ruolo tra vittima e carnefice.

 

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Moz ha continuato il suo ammonimento sottolineando che la corrida non esiste, esiste solo “un piano per tormentare ogni toro” in una lotta impari: quando il matador è “svantaggiato, altri toreri possono arrivare in suo aiuto, mentre il toro non è autorizzato a ricevere aiuto da altri tori”. “Per questo motivo, l’evento è superficiale e non può che essere attraente per le persone che non hanno alcuna intelligenza”.

 

Nonostante il dibattito sulle corride sia da anni molto acceso, in alcuni paesi come la Spagna, dove la corrida è certamente considerata una pratica culturale, dal 2012 il parlamento catalano ne ha abolito la pratica nella regione e gli ultimi sondaggi rivelano una forte perdita di interesse da parte degli spagnoli nei confronti della tauromachia.

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