La regina Elisabetta nutre una grande passione verso gli animali. E sotto molti versi è un esempio da imitare per chi ama gli amici a quattro zampe.
È morta la regina Elisabetta II, dopo più di settant’anni sul trono del Regno Unito
All’età di 96 anni, di cui 70 anni e 214 giorni sul trono britannico, è morta la regina Elisabetta II. Le succederà il figlio Carlo.
Finisce un’epoca, per il Regno Unito e non solo. Giovedì 8 settembre 2022 è morta la regina Elisabetta II. Le voci sempre più insistenti sul peggioramento del suo stato di salute, che si rincorrevano da diverse ore, si sono rivelate fondate. La regina è mancata all’età di 96 anni nel castello di Balmoral, in Scozia, circondata dai suoi familiari. Le succederà il primo dei suoi quattro figli, Carlo.
I settant’anni di regno della regina Elisabetta II
Nata a Londra il 21 aprile 1926, Elisabetta II diventò regina all’età di 25 anni, alla morte del padre Giorgio VI. La cerimonia di incoronazione del 2 giugno 1953 ruppe con la tradizione, perché fu la prima a essere trasmessa in televisione: merito di un’intuizione di Filippo, duca di Edimburgo, suo marito dal 20 novembre 1947, che sarebbe rimasto al suo fianco tutta la vita.
Con una durata di 70 anni e 214 giorni, il regno di Elisabetta II è il più longevo della storia britannica: nel 2015 ha infatti battuto il precedente record di 63 anni, 7 mesi e 3 giorni segnato dalla sua trisavola, la regina Vittoria. Settant’anni in cui, in virtù del suo ruolo di capo di Stato, ha conferito l’incarico a quindici primi ministri, da Winston Churchill negli anni Cinquanta a Margareth Thatcher negli anni Ottanta, fino a Tony Blair, Gordon Brown, David Cameron, Theresa May e Boris Johnson. L’ultima nomina risale al 6 settembre: è quella di Liz Truss, la nuova premier conservatrice.
Una personalità che ha attraversato un secolo di storia
Senza mai sbilanciarsi politicamente, come il suo ruolo super partes le imponeva, la regina Elisabetta II ha attraversato un secolo di storia. C’era durante la crisi di Suez degli anni Cinquanta che segnò il declino del Regno Unito nella scena internazionale, portando alla progressiva decolonizzazione di quello che un tempo era stato l’impero britannico. C’era nel 1973, quando il Regno Unito aderì alla Comunità europea, e c’era nel 2016 quando i cittadini si espressero compatti per la Brexit.
Ha incontrato personalmente tredici presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman a Joe Biden. Ha parlato alla nazione durante la guerra del Golfo del 1991 e durante il Victory day, il 75mo anniversario dalla vittoria della seconda guerra mondiale, capitato proprio nei momenti più duri della pandemia da Covid-19.
La generazione di guerra sapeva che il modo migliore per onorare coloro che non erano tornati, era assicurarsi che non accadesse di nuovo. Il più grande tributo al loro sacrificio è che i paesi che una volta erano nemici giurati ora sono amici, lavorando fianco a fianco per la pace, la salute e la prosperità di tutti noi.
Il legame della regina Elisabetta II con la natura
La tenuta di Balmoral, quella in cui Elisabetta II ha trascorso le sue ultime ore, è molto apprezzata anche perché è popolata dalla fauna selvatica locale, in particolare dai cervi rossi. Gli animalisti potranno legittimamente storcere il naso nello scoprire che la famiglia reale inglese non ha ancora abbandonato la tradizione della caccia. Ma è vero anche che la regina è sempre stata una grande amante degli animali; primi fra tutti, i suoi cani di razza corgi e i cavalli.
Morigerata per carattere, la regina Elisabetta II negli ultimi anni la regina ha inaspettatamente espresso una certa sensibilità verso i temi ambientali. Promettendo di dare il buon esempio in prima persona, grazie a misure per limitare gli sprechi (di energia e non solo) di Buckingham palace. Quando si è trovata a fare da padrona di casa per la Cop26 di Glasgow, la sua consueta pacatezza non le ha impedito di esortare i leader globali a prendere sul serio la lotta contro la crisi climatica.
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