Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
La morte di un amico a quattro zampe, i consigli degli esperti per elaborare il lutto
La morte di un amico a quattro zampe porta con sé un grande dolore, non solo per noi, ma anche per gli altri animali con cui viviamo. Ecco i consigli di veterinari e psicologi per elaborare il lutto.
La morte di un animale domestico è sempre una prova che ci lascia attoniti, smarriti e, in qualche modo, privi di difese. L’arco di vita di un cane o di un gatto è, per sua natura, estremamente breve se paragonato a quello di un uomo. Per questa ragione chi sceglie di condividere la propria vita con un amico a quattro zampe si trova a dover affrontare il lutto della sua perdita a distanza ravvicinata e non basta ad alleviare il dolore il fatto che ci siano altri animali a condividere la quotidianità. Anzi. Spesso il dolore della morte di un compagno a quattro zampe, oltre che su noi stessi, si riflette sul piccolo branco che lo ha accolto e ha condiviso la sua vita e i suoi ultimi giorni. E lo stress e il dolore sono in agguato per chi resta, uomo o animale che sia.
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È importante accettare i propri sentimenti, e non vergognarsi di chiedere aiuto
La morte di un animale domestico non è mai semplice da affrontare. I nostri amici a quattro zampe sono parte integrante della nostra vita e rappresentano una riserva di affetto e dedizione che difficilmente può essere assorbita da una persona. Disinteressati e leali, privi di sovrastrutture e doppi fini, gli animali sono esseri puri legati alla nostra natura più profonda che ci ricordano un patrimonio di amore alieno da condizionamenti sociali e giudizi etici.
“La perdita di un animale domestico non deve essere sottovalutata e dovrebbe essere legittimata. Il legame che si forma è molto stretto e in certi casi paragonabile a quello con una persona amata”, dice il dottor Riccardo Germani, psicologo e redattore delle pagine on line Santagostino Psiche. “Una ricerca del 2016 ha rilevato che persone legate al proprio animale da un attaccamento ansioso (cioè caratterizzato da elevata ansia e preoccupazione) possono mostrare sintomi di lutto complicato e trauma dopo la sua morte.
Che cosa fare, dunque, per affrontare una perdita così importante? Come prima cosa è necessario cercare di accettare i propri sentimenti e le proprie emozioni, come la tristezza e la rabbia, e vivere le varie fasi del lutto senza sentirsi in colpa o a disagio. Non bisogna vergognarsi di chiedere supporto a chi ci sta vicino o a un professionista. È normale sentirsi giù, al di là di ciò che gli altri possono dire, non capendo la reale portata del lutto”. E sottovalutando, verrebbe da aggiungere, il potenziale di amore e attaccamento che ci lega a un piccolo essere vivente di una specie diversa.
Le teorie della psicologa Froma Walsh
Se la perdita avviene in famiglia, la psicologa Froma Walsh suggerisce di seguire alcuni punti fondamentali. Riconoscere il lutto e legittimarlo per prima cosa. E poi comunicare in modo aperto i sentimenti, supportarsi a vicenda e, se se ne sente il bisogno, salutare l’amico a quattro zampe con un rito funebre. Infine, per Walsh può essere d’aiuto ricordare il defunto con foto, ricordi, racconti che creino in un certo qual modo una continuità.
“Il lutto di un animale da compagnia è socialmente poco considerato, per non dire ridicolizzato (per esempio con espressioni come ‘ti è morto il gatto?’)”, continua il dottor Germani. “Non è molto chiaro perché questa perdita sia così sottovalutata a livello psicologico, quando invece per chi lo vive si tratta di un lutto a tutti gli effetti, non tanto diverso da quello conseguente alla perdita di un familiare”.
“Buck è mancato a 9 anni e 9 mesi per mielopatia degenerativa”, racconta Monica, che ha perso mesi fa il suo amato lupo cecolosvacco in seguito alla degenerazione di una grave malattia neurologica. “I primi sintomi si sono manifestati a ottobre 2015 con una leggera zoppia e un anno dopo aveva gli arti posteriori paralizzati. La paresi è progredita un po’ alla volta fino alla sera del 7 maggio scorso quando ha colpito il tronco encefalico e Buck ha avuto un’emorragia cerebrale. Ho dovuto prendere la scelta più dolorosa della mia vita per lui: l’eutanasia. Non ho mai esorcizzato il dolore della sua morte: è un anno che dormo abbracciata alla sua coperta ogni notte e non ho passato un giorno senza versare lacrime per la sua scomparsa”.
“Alcuni studi hanno dimostrato che il lutto di un animale amato può essere così significativo da perdurare per mesi o anni ed essere paragonato alla perdita di una persona cara o di un famigliare”, continua lo psicologo. Il lutto può essere anche complicato da altri fattori concomitanti. La morte, per esempio, può essere accidentale, ambigua (l’animale sparisce e non sappiamo se è andato incontro a un evento luttuoso o sta soffrendo in qualche modo) o anche forzata (eutanasia a causa di una malattia). A volte, il nostro amico a quattro zampe può lasciarci in un momento complicato della vita, per esempio in occasione di altre separazioni o in un periodo di stress. Questa ulteriore perdita può avere un effetto cumulativo, complicando il quadro psicologico di chi resta.
L’aiuto che arriva dalla natura per chi resta solo
La morte di un animale può essere affrontata con un aiuto che arriva direttamente dalla natura: “La scomparsa di un animale al quale siamo legati è un dolore che fa molta fatica ad affievolirsi”, spiega la dottoressa Laura Cutullo, medico veterinario. “È una perdita che si sente in un modo così profondo da sembrare insopportabile e spegne le giornate, i pensieri, il piacere di stare nella casa, di godere della vita. Sembra esagerato? Forse. Ma è così. È un vero e proprio lutto difficile da superare. Esistono alcuni fiori di Bach che possono aiutare in questo periodo così triste: il californiano love-lies-bleeding per esempio. Si tratta dell’amaranto. È un’inflorescenza rossa, quindi portatrice di energia carnea, che si allunga mollemente verso terra con una gestualità arrendevole. Questa gestualità botanica di ricadere mollemente, di soggiacere alla gravità, è sempre associata alla malinconia. Love-lies-bleeding è l’essenza che aiuta a guarire il dolore molto profondo in situazioni di lutto o pre-lutto. Quando c’è profondo cordoglio, sentito nel cuore, aiuta a comprendere che non si può eliminare, ma che può essere offerto a una causa più grande, consacrato a qualcosa che esula da noi. Inoltre fa sì che i dolori emozionali non si trasformino in dolore fisico”. Un altro fiore di Bach che può aiutare è sweet chestnut, il castagno, che aiuta a ritrovare la luce nella tristezza profonda, nella disperazione più nera. Sweet chestnut è adatto anche agli animali che erano legati a quello che non c’è più e che entrano in uno stato di depressione e mancanza di interesse nei confronti di ciò che accade intorno.
Anche gli altri animali che vivono in casa possono soffrire
“A questo proposito raccomando sempre di mostrare il compagno morto, se la sua vita termina tra le amorevoli cure della famiglia, o di far annusare a chi rimane la copertina che era sotto l’amico nei momenti finali della sua vita, se questa termina fuori dalle mura domestiche”, continua la dottoressa Cutullo. “Considerate che se l’animale viene portato via per fare l’eutanasia, chi rimane non sa che cosa sia successo e rimane in attesa del suo ritorno, anche per settimane”.
“Ho altri due cani oltre a Buck. Quando morì lo feci annusare a entrambi prima di portarlo via”, racconta ancora Monica, rievocando il periodo della morte del suo lupo. “Il maschietto – che aveva con Buck un forte antagonismo – sembrò fare poco caso a quello che era successo. Ben diverso fu l’atteggiamento della femminuccia, che era vissuta con Buck e lo adorava. Dopo mesi dalla sua scomparsa, ancora oggi quando torno a casa e apro il portellone dell’auto arriva tutta contenta, aspettando di vedere scendere il suo amico che non c’è più. Ed è una cosa che mi strazia il cuore”.
Per aiutarci a superare la perdita possiamo fare affidamento anche su un fiore californiano che si chiama forget-me-not, il tenero e umile “non ti scordar di me”. È il fiore che aiuta noi e i nostri animali a superare la mancanza, anche fisica, in seguito alla perdita di un essere amato, a nutrire il legame d’amore con le piccole anime che hanno lasciato la vita terrena, a continuare a sentirle vicine anche se non sono più qui nella loro forma materiale. “È quindi di grandissimo aiuto anche per gli animali contro il dolore, il senso di abbandono e l’angoscia della solitudine dopo la morte di un amato compagno”, conclude Laura Cutullo.
È fondamentale l’aiuto del terapeuta nella scelta dei fiori di Bach
L’aiuto del terapeuta è però fondamentale per arrivare a un sollievo in questi frangenti e, mai come in questi casi, il ‘fai da te’ è fortemente sconsigliato. “I fiori di Bach possono dare un aiuto dolce ed efficace, ma per individuare il giusto mix occorre prima capire quali sono le emozioni che si stanno provando e che potrebbero essere diverse da persona a persona e, a volte, alquanto sorprendenti”, sottolinea Maria Chiara Verderi, councelor e insegnante presso il Bach center. “Un lutto, al di là del dolore che suscita e che avrebbe necessità di un fiore come sweet chestnut e magari di star of Bethlehem se l’evento è stato traumatico, potrebbe scatenare una forte nostalgia del nostro amico e in questo caso sarebbe più indicato honeysuckle”.
La psichiatra svizzera Elisabeth Kubler Ross definì cinque fasi nel vissuto del lutto. Senza addentrarci in questi studi, la Kubler Ross ci indica che, in un evento del genere, potremmo provare anche rabbia e risentimento nei confronti di chi ci ha lasciati. Sentimenti, questi, che sono piuttosto scomodi da riconoscere. “Se però riusciamo ad accorgercene possiamo scegliere willow, il fiore utile per chi si sente maltrattato dalla vita e dagli eventi e che potrebbe lenire il sentimento di ‘ingiustizia’ così dolorosamente percepito”, aggiunge Verderi.
Il lutto va elaborato, mai negato
In ogni caso, anche quando il lutto deriva dalla scomparsa di un amico a quattro zampe l’importante è dare ai sentimenti di perdita e al dolore il tempo di sfogarsi e venire elaborati dalla nostra psiche, senza vergognarsi o avere fretta di raggiungere nuovamente la serenità. La morte, come la vita, è un aspetto del nostro percorso. E quando ci lascia un amico fraterno, un compagno di anni ed esperienze, di dolori e gioie, è importante prendersi il tempo necessario per imparare nuovamente a vivere senza di lui. Lasciando uno spazio aperto nel nostro cuore per chi arriverà a colmare quel vuoto e ci aiuterà ad andare avanti pur nella nostra sofferenza.
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