Con le promesse attuali dei governi sul clima, il riscaldamento globale toccherà i 2,6 gradi nella migliore delle ipotesi; 3,1 gradi nella peggiore.
Le temperature estreme sono la causa di 5 milioni di morti all’anno, più della Covid-19
Le temperature estreme, troppo calde o troppo fredde, hanno un colossale costo sanitario e umano. A dirlo è un’analisi firmata da decine di scienziati.
Da quando sono stati identificati i primi casi a Wuhan, nel mese di gennaio del 2020, quasi quattro milioni di persone hanno perso la vita per la Covid-19. Per la precisione, stando all’Organizzazione mondiale della sanità, 3.992.680. Un bilancio gravissimo che, giustamente, ha dato il via a uno sforzo senza precedenti per sconfiggere il virus. Di rado però si riflette sul fatto che anche le temperature estreme, ormai divenute la norma a causa del riscaldamento globale, hanno un costo in termini di vite umane. Un costo che un recente studio stima in oltre 5 milioni di morti all’anno in tutto il mondo.
Cosa dice lo studio sui decessi per le temperature estreme
Decine di scienziati hanno analizzato i dati sulla temperatura e sul tasso di mortalità in 750 località disseminate in 43 diversi paesi, su un arco temporale che va dal 2000 al 2019. L’esito di questo lavoro monumentale è stato pubblicato da The Lancet Planetary health. A livello globale, alle temperature estreme sono associati oltre 5 milioni di morti l’anno, cioè il 9,43 per cento dei decessi totali. Per usare un altro metro di misura, ogni 100mila persone ci sono 74 morti in più rispetto alla norma.
Queste temperature estreme finora sono state soprattutto troppo basse (quasi 4,6 milioni di casi) e, più di rado, troppo alte (489mila casi). Nell’arco dei prossimi anni, però, questo rapporto cambierà sensibilmente e il caldo avrà un’incidenza ben maggiore. D’altra parte, nel periodo considerato la temperatura media è aumentata a un ritmo di 0,26 gradi centigradi per decennio.
L’ondata di caldo in Nord America è l’esito dei cambiamenti climatici
Proprio in questi giorni Stati Uniti e Canada stanno facendo i conti con una cupola di calore che si è accompagnata a centinaia di morti improvvise (486 nella British Columbia, 107 in Oregon, 30 nello stato di Washington). Un fenomeno che, senza i cambiamenti climatici, sarebbe stato “virtualmente impossibile”. A dirlo è una ricerca firmata da 27 scienziati, ancora in attesa di peer review.
Se le stesse identiche condizioni si fossero verificate all’inizio dell’era industriale, le temperature sarebbero state molto più contenute (ben 2 gradi centigradi in meno). In un ipotetico futuro in cui il riscaldamento globale sfonderà la temuta soglia dei 2 gradi (cosa purtroppo molto probabile, secondo il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite), ondate di caldo del genere non si verificheranno più ogni millennio bensì ogni 5-10 anni. E la colonnina di mercurio salirà ancora di un grado.
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Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperature: lo dice il servizio europeo Copernicus.
Secondo Copernicus, dal 3 luglio 2023 in poi il record del giorno più caldo (che precedentemente risaliva al 2016) è stato infranto 57 volte.
Per la prima volta la temperatura media globale è rimasta a più di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali per dodici mesi consecutivi.
Uno studio basato su dati raccolti da spugne calcaree nell’oceano indica che il riscaldamento globale potrebbe già essere più grave di quanto ipotizzato.
Il servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus ha confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo dall’era pre-industriale ad oggi.
Quello di luglio 2023 è un mese di ondate di calore e temperature record anche in mare, nel mar Mediterraneo così come a latitudini tropicali.
Secondo uno studio, le emissioni del settore alimentare basteranno, da sole, a superare l’obiettivo degli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale.
La provincia dello Jiangsu è in cima alla lista delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La prima non cinese è la Florida, al decimo posto.