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Picasso a Verona, in mostra la metamorfosi delle “Figure” umane
A Verona fino al 12 marzo la mostra “Figure (1906-1971)” di Picasso. 90 opere del genio spagnolo e disegni, video, fotografie per esplorare il suo percorso nella rappresentazione dei volti e dei corpi umani.
È stata inaugurata il 15 ottobre una grande esposizione di Picasso a Verona, a Palazzo Forti, all’Arena Museo Opera: 90 tra dipinti, disegni, sculture, fotografie e contributi video per ripercorrere la vita e l’arte di Pablo Picasso dal 1906 al 1971. L’evoluzione del suo modo di rappresentare il volto e il corpo umano che seguono la metamorfosi del suo stile e delle correnti artistiche. Una nuova occasione per stupirsi davanti ai mille volti dell’artista spagnolo. Fino al 12 marzo 2017.
Le Figure di Picasso a Verona
Un’opera per ogni anno di vita di Picasso – o quasi (l’artista nacque nel 1881 e morì nel 1971)– ecco perché sono 90 i pezzi esposti, non solo quadri, a Verona per una retrospettiva che indaga uno dei molteplici aspetti del grande artista.
Nel corso della sua carriera infatti si è sempre diviso tra la raffigurazione delle “cose” – oggetti, nature morte – e quella delle “figure”. Mentre nella sua produzione sono pochissimi i paesaggi. È stato capace di rappresentare il corpo umano, così come si era soliti fare nel Rinascimento, utilizzando però un modo tutto suo, reinventando totalmente questa tendenza. I suoi ritratti sfiorano la caricatura, sono corpi cubisti che si tramutano in cerchi e poliedri, uomini e donne che si trasformano in animali o piante, oppure rinunciano alla fisicità per divenire trasparenti, e corpi dominati dal desiderio.
In questa mostra sono colti così tanti gli stili differenti dell’artista che è divisa in sei sezioni, ognuna delle quali rappresenta una fase di Picasso, connessa alla situazione politica e culturale, alla storia dell’arte e alla sua vita.
La prima sezione (1907-1916) tratta la decostruzione e ricostruzione cubista; la seconda sezione (1917-1924) la reinvenzione della linea classica; la terza sezione (1925-1936) le metamorfosi surrealiste; la quarta sezione (1937-1945) le figure di guerra; la quinta sezione (1945-1953) il ritorno alle origini; la sesta sezione (1954-1972) l’artista e la sua modella.
Un percorso che segna i legami tra ogni “momento” ma anche l’evoluzione personale di un artista in continua evoluzione, mai avulso da ciò che lo circonda, come quando riflette sulla guerra.
Un’opera di Picasso: Donna che piange
In mostra Donna che piange, una delle opere più iconiche di Picasso, la tela finale di un lungo progetto durato un anno durante il quale l’artista spagnolo ne ha realizzate tantissime versioni, fino a giungere a quest’ultimo stadio, molto elaborato e ricco di caratteristiche. Donna che piange ritrae, come una moderna Pietà, tutte le madri di Spagna in lutto per i figli morti – oltre che, naturalmente, l’immagine di Dora Maar, compagna dell’artista. Picasso la rappresenta in inquadrature ristrette, come messa “in scatola”, simbolo al tempo stesso di una forma di reclusione della donna nella coppia e nell’atelier, e del proprio esilio ormai forzato. Questo, per l’artista, è un periodo particolarmente significativo dal punto di vista politico: coinvolto nei tragici avvenimenti della Guerra civile spagnola, della Seconda guerra mondiale e del difficile dopoguerra. Durante la Seconda guerra mondiale e l’occupazione della Francia da parte della Germania nazista, Picasso rimane infatti in clausura nello studio di rue des Grands-Augustins, accanto alle sue opere.
La mostra è aperta lunedì dalle 14.30 alle 19.30, e dal martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30. Il biglietto costa 14 euro con audioguida compresa.
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