Tra artisti contemporanei e grandi nomi del passato, i nostri consigli per visitare le mostre più interessanti nel 2022. Da nord a sud, arte dappertutto.
Per molti mesi ci hanno privato di gioia e bellezza regalate dall’arte in ogni sua meravigliosa forma. Ora, forse, possiamo smentire con ancor più certezza Andy Warhol quando sosteneva che “Un artista è uno che produce cose di cui la gente non ha bisogno, ma che egli – per qualche ragione – pensa sia una buona idea darle”. Abbiamo bisogno del linguaggio artistico, dei messaggi veicolati attraverso fotografia, pittura, scultura e ogni altra moderna espressione, abbiamo bisogno di stimolare i nostri sensi. Per tutti questi motivi, ecco le nostre proposte d’arte per l’anno a venire: in giro per l’Italia a caccia di mostre.
Piet Mondrian. Dalla figurazione all’astrazione, fino al 27 marzo 2022 – Mudec, Milano
Bella questa mostra dedicata a Piet Mondrian perché ci aiuta a conoscere la grandezza di un autore che ai più è conosciuto solo per parte della sua produzione che invece è vasta e multisfaccettata e proprio grazie a questa il pittore olandese è poi giunto alle tele geometriche per cui è noto. Il suo percorso artistico infatti parte dalla scuola dell’Aja per passare dal Cubismo, al Puntinismo e molto altro. Il Neoplasticismo, tappa finale della sua arte, è arrivato con un bagaglio importante che al Mudec è ben raccontato e reso chiaro dalle opere esposte. Moltissime le tele dedicate alla sua terra, i Paesi Basssi: sapevate che Mondrian è stato un grandissimo paesaggista? Forse no e vi meraviglierete di quanto siano belle le opere dedicate per esempio ai mulini.
Ma non sarà l’unica sorpresa: Mondrian, negli anni parigini, si appassionò al jazz, un genere musicale in cui ritrovava analogie con il Neoplasticismo al quale era approdato. Grazie a un’installazione visiva e sonora, questo rapporto sarà raccontato durante la mostra svelando inedite collaborazioni e influenze. E ancora: anche il design e l’architettura guardarono a quest’artista così moderno e al suo nuovo modo di interpretare la realtà. Insomma, tutto da riscoprire questo pittore.
Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico, fino all’8 maggio 2022 – Pistoia
È quasi un consiglio di viaggio quello che segue. Perché Pistoia è meravigliosamente bella e vale la pena di visitarla con attenzione e la mostra ora in città che si articola negli spazi dell’antico Palazzo dei Vescovi e del Museo civico di Pistoia, con un percorso di oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, oreficerie e codici miniati è un’ottima occasione per farlo. Composta da sei sezioni, Medioevo a Pistoia racconta anche la storia della città e ha quindi un andamento cronologico che inizia con l’arrivo della reliquia di San Jacopo in città, per passare al Duecento quando Pistoia conquista un ruolo da protagonista nel panorama delle arti figurative internazionali, e poi al Trecento con presenze illustri in città e l’avvio di una forte identità figurativa. Anche nella stagione del Tardogotico, nonostante la perdita di autonomia politica e la definitiva sottomissione a Firenze, la città mantiene nel panorama della pittura toscana i suoi caratteri distintivi. Una mostra che si espande idealmente oltre i confini degli spazi museali che la ospitano attraverso una visione diffusa degli arredi nelle chiese della città.
La mostra è un percorso alla scoperta della Pistoia medievale che attraverso le chiese di Sant’Andrea e di San Giovanni Fuorcivitas (ingresso gratuito con il biglietto della mostra), la cattedrale di San Zeno (in cui si potrà accedere all’Altare Argenteo di San Jacopo), e ancora le chiese San Bartolomeo in Pantano, San Paolo, San Domenico, San Francesco, la chiesa del Tau e il Battistero permette di riscoprire il tessuto figurativo di uno dei centri più importanti del Medioevo italiano, caratterizzato da scelte cultuali e culturali di respiro europeo.
Robert Capa. Fotografie oltre la guerra, dal 15 gennaio al 5 giugno 2022 – Abano Terme (Pd)
Non è la solita mostra su Robert Capa quella a Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme: il fotoreporter noto a tutti per i suoi scatti di guerra (sì, la foto del miliziano morente è la sua) vanta anche un’altra produzione tutta da scoprire grazie a questo insolito progetto. Un centinaio di fotografie, divise in varie sezioni, ci condurranno a reportage per lo più sconosciuti. Tra le chicche nostre preferite c’è certamente il lavoro in collaborazione con lo scrittore americano Steinbeck che darà vita a “Diario russo”. Nel 1947 i due infatti decisero di partire insieme per un viaggio alla scoperta dell’Unione Sovietica: ne emerse un resoconto onesto e privo di ideologia sulla vita quotidiana di un popolo che non poteva essere più lontano dall’American way of life. Le pagine del diario e le fotografie che raccontano la vita a Mosca, Kiev, Stalingrado e nella Georgia sono il distillato di un viaggio straordinario e un documento storico unico di un’epoca, salutato dal New York Times come “un libro magnifico”.
Un reportage culturale sulla gente comune di uno dei paesi meno esplorati dai giornalisti e reporter mondiali. Una lezione di umanità ed empatia che ci ricorda l’importanza di conoscere concretamente luoghi e persone per superare pregiudizi e ignoranza.
Ma non è l’unica perla esposta: sapevate per esempio che Capa è stato anche fotografo di scena e immortalò i grandi del Neorealismo? O ancora che seguì un Tour di France nel 1938?
È ricca di notevoli sorprese questa mostra e dà anche la possibilità di visitare una splendida villa veneta.
Aron Demetz. Autarkeia II. Il richiamo della materia, dal 15 gennaio al 31 marzo 2022 – Catanzaro
Lo seguiamo da anni e ci piace molto questo scultore che ha il merito, insieme agli altri esponenti della scuola gardesana, di aver mostrato un altro modo di lavorare il legno, a nostro parere sublime, contemporaneo e prezioso. Aron Demetz si spinge a sud e arriva sino a Catanzaro, non a caso. “…per un artista, esporre le proprie opere scultoree a Catanzaro, in piena Magna Grecia, significa inevitabilmente confrontarsi con il genius loci di una terra che affonda le sue radici nella tradizione artistico-culturale greco-romana…”. Così, al Museo Marca Demetz porta una serie di opere site specific che sono testimoni del percorso della propria appassionata ricerca espressiva: opere figurali in legno, bronzo, in gesso e vetro. Rimarrete estasiasi dalla forza comunicativa di queste sculture, oltre che dalle notevoli capacità tecniche necessarie per realizzarle. Dimenticate il classico modo di lavorare il legno al quale siete abituati e scoprite quante anime ha dentro di sè questo materiale che l’artista spesso carbonizzza e trasforma in altre forme. Stupefacente.
Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini, dal 22 gennaio al 12 giugno 2022 – Brescia, Palazzo Martinengo
È una delle mostre che hanno avuto un percorso accidentato per via della pandemia: interrotta nel 2021 può finalmente avere lo spazio che merita a Palazzo Martinengo di Brescia per celebrare le donne raffigurate nell’arte e in particolare nella pittura dagli albori del Rinascimento alla Belle Époque. Oltre 90 capolavori di artisti quali Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, Corcos, Zandomeneghi e Boldini che, con le loro opere, hanno saputo rappresentare la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell’emisfero femminile, ponendo particolare attenzione alla moda, alle acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico. Tra i capolavori della mostra, una perla: la Maddalena penitente, un olio su tela di Tiziano, firmato per esteso, proveniente da una collezione privata tedesca, esposto per la prima volta in Italia.
Da segnalare che grazie alla collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus, è possibile approfondire tramite appositi pannelli di sala alcune tematiche di grande attualità sociale e mediatica comele disparità tra uomini e donne, il lavoro femminile, le violenze domestiche, l’emarginazione sociale e le nuove povertà. Le opere d’arte diverranno quindi formidabili veicoli per sensibilizzare il pubblico – soprattutto quello più giovane – verso argomenti di grande importanza socio-culturale.
Vivian Maier. Inedita, dal 9 febbraio al26 giugno 2022 – Torino, Musei Reali
Sembra ci sia ancora qualcosa da dire e da mostrare su Vivian Maier. Dalla scoperta dei suoi negativi e quindi della sua arte, avvenuta dopo la morte della fotografa bambinaia, numerose sono state le mostre dedicate a questa bizzarra artista americana. Quella che arriverà alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino è un’esposizione che, come dice il titolo Inedita, giunge in Italia dopo una prima tappa che si è tenuta al Musée du Luxembourg a Parigi, e si prefigge di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora mai visti in Italia, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Genova e Torino.
La mostra presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono due filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come la reflex, il cappello o la personale collezione di fotografie. Se siete appassionati di street photography non potete perderla perché, anche se quasi inconsapevolmente, la Maier è divenuta un’icona di questo tipo di fotografia e i suoi scatti, così naturali e spontanei, trasmettono senza filtri la realtà dei tempi che ha vissuto.
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Donatello, il Rinascimento, dal 19 marzo al 31 luglio 2022 – Palazzo Strozzi, Firenze
Si dice spesso che per capire il presente occorra conoscere il passato: in arte è quantomai vero e per questo vi consigliamo di visitare questa mostra a Firenze che si preannuncia come fondamentale per avere una panoramica completa sulla produzione del grande Donatello. Come spiega il curatore, questa esposizione è concepita come un unicum anche se si sviluppa su due sedi, Palazzo Strozzi e Museo nazionale del Bargello e nasce per celebrare Donatello attraverso un dialogo con musei, collezioni e istituzioni di Firenze e di tutto il territorio italiano oltre che tramite fondamentali collaborazioni internazionali, mirando ad allargare la riflessione su questo maestro nel tempo e nello spazio, nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e ad abbracciare finalmente le dimensioni dell’universo donatelliano. Avrete la possibilità quindi di ammirare anche opere solitamente esposte all’estero e di godere del “percorso” completo che mette a confronto i suoi con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo. Occasione rara.
Anish Kapoor, dal 20 aprile al 9 ottobre 2022 – Venezia, Gallerie dell’Accademia
Un altro esponente dell’arte contemporanea, tra i più apprezzati internazionalmente, è Anish Kapoor. Nato a Mumbai ma londinese d’adozione, lo scultore ha sempre affascinato grazie a opere spesso monumentali che colpiscono per le sue originali e profonde ricerche sul colore, sulla luce, sulla prospettiva e sullo spazio. Quella a Venezia è una mostra importante, forse soprattutto per la sede espositiva scelta, anche se dovremmo usare il plurare visto che oltre alle Gallerie dell’Accademia (in occasione della concomitante Biennale d’arte), le opere verranno esposte anche a Palazzo Manfrin, luogo storico a Canaregio che il suo proprietario trasformò in parte in un museo che custodisse la sua preziosa collezione.
Quella che vedrete a Venezia nelle due splendide sedi è una retrospettiva che presenta i momenti chiave della carriera dell’artista ma anche un nuovo corpo di lavori inediti. Per la prima volta verranno presentate le nuove opere fortemente innovative, create utilizzando la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la spinta visionaria dell’attuale produzione artistica di Kapoor. Mai scontato.
Jago. The exhibition, dal 12 marzo 2022 – Roma, Palazzo Bonaparte
Un volto nuovo per molti che vi consigliamo di seguire è quello di Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, un giovane scultore, classe ’84 che si è fatto già molto notare. In realtà quest’artista si esprime anche con le tecniche della grafica e della produzione video. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali: all’età di 24 anni, su presentazione della storica dell’arte Maria Teresa Benedetti, è stato selezionato dal prof. Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la suddetta Medaglia Pontificia. Il prossimo anno avrete l’opportunità di vedere le sue opere a Palazzo Bonaparte di Roma, uno spazio espositivo di recente ristrutturazione.
Tra le sue opere più celebri c’è senz’altro La pietà esposta fino al 28 febbraio 2022 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma. Realizzata dopo un anno di lavoro a Napoli nello suo studio di Sant’Aspreno ai Crociferi, non è una solo la riproposizione del celebre episodio biblico, ma una personalissima rielaborazione in chiave moderna. Più d’uno ha definito Jago il nuovo Michelangelo. Forse è il caso di appurare con i propri occhi se è tutto vero.
Non esiste tempo perso per chi fa ciò che ama, esiste soltanto il tempo guadagnato.Chi ama ciò che fa, rischia di perdere soltanto la cognizione del tempo ⚒️📷 Foto di Massimiliano Ricci
Rubens e i Palazzi di Genova, dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023 – Genova, Palazzo Ducale
Rubens è forse il più grande pittore barocco di sempre e questa mostra celebra la sua arte e in particolare la sua produzione “italiana”. Tra il 1600 e il 1607 il pittore tedesco infatti soggiornò in diverse occasioni a Genova, visitandola anche al seguito del Duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, presso cui ricopriva il ruolo di pittore di corte. In questo modo intrattenne rapporti diretti e in alcuni casi molto stretti con i più ricchi e influenti aristocratici dell’oligarchia cittadina. Esposte a Palazzo Ducale ci saranno oltre 150 opere con addirittura venti Rubens provenienti da musei e collezioni europee e italiane, che si sommeranno a quelli presenti in città. Sarà l’occasione anche per ripercorrere la storia della Repubblica di Genova all’apice della sua potenza quando, all’inizio del Seicento, conobbe un periodo di singolare vivacità non soltanto economica e finanziaria, ma anche culturale e artistica. Qui la perla che troverete per la prima vota in Italia è il giovanile Autoritratto, con un Rubens all’incirca ventisettenne, che un collezionista privato ha offerto come prestito a lungo termine alla Rubenshuis di Anversa e che eccezionalmente torna nel paese dove fu eseguito, intorno al 1604. In città, inoltre, il visitatore potrà seguire un vero e proprio itinerario rubensiano alla scoperta dei capolavori nelle loro sedi permanenti, come le due pale d’altare della Chiesa del Gesù – La Circoncisione del 1605 e I miracoli del beato Ignazio di Loyola del 1621 – a pochi passi da Palazzo Ducale, tuttora collocate sugli altari d’origine. E ancora, lo spettacolare Ritratto di Gio. Carlo Doria a cavallo della Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola, uno delle più monumentali effigi celebrative dell’Età Barocca.
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