8 mostre d’arte in autunno: i nostri consigli per visitare le più interessanti

Otto grandi mostre in giro per l’Italia, ma non solo, per un autunno all’insegna dell’arte in ogni sua forma: pittura, scultura e performance.

L’autunno porta la ripresa di ogni attività e anche una ricca nuova offerta culturale nelle nostre città. Vi segnaliamo le mostre d’arte secondo noi da non perdere nei prossimi mesi. Pittura, fotografia, ma anche ceramica e performance per incontrare i gusti degli amanti di ogni forma espressiva. Un tour tra le esposizioni di artisti noti o da riscoprire per girare l’Italia tra musei e gallerie.

1. Munch. Il grido interiore, fino al 26 gennaio 2025 – Palazzo reale, Milano

Artista iconico e molto apprezzato, Edvard Munch è tornato a Milano dopo 40 anni. Nel frattempo, la sua fama è cresciuta, specie per il quadro a cui tutti lo associano, L’urlo, che a Palazzo reale però non sarà presente, almeno nella forma in cui tutti lo conoscono. Troverete invece una delle tante litografe realizzate con l’uomo urlante, altrettanto suggestiva. Ma a colpirvi sarà molto altro, anche. Sono infatti 100 le opere arrivate dal Munch Museum di Oslo, grazie alle quali scoprirete le diverse fasi e facce di questo complesso artista simbolista e precursore dell’Impressionismo che in molti definiscono pittore del dolore. Ma lo è stato davvero? Spesso si tende e si cerca di incasellare e di legare un artista a una corrente, a uno stile, di darne una definizione. È certo più semplice da comunicare ma quasi mai risponde al vero. Munch e le sue opere, varie (sapete ad esempio che era anche fotografo, scrittore e molto altro?), sono complesse come lo era lui. Per i dolori sopportati e provocati e le persone incontrate, colleghi e no. Questa esposizione, estremamente ricca di contenuti nei tanti pannelli in ogni sala, permette di andare un po’ oltre ciò che è massimamente noto e di scandagliare invece lo stile e la tecnica, oltre che le vicende private e professionali che lo hanno portato alla notorietà. C’è spazio anche per curiosità meno sostanziali che però aiutano a capire chi fosse Edvard Munch: un uomo elegante, a cui piaceva farsi fotografare, talvolta anche nudo, ossessionato da un amore lasciato andare colpevolmente, che amava molto la sua terra e l’ha infatti molto ritratta. Una mostra completa e densa quella a Palazzo reale, prendetevi del tempo per apprezzarla a dovere. Il biglietto costa 15 euro.

Munch. Palazzo reale, Milano
Edvard Munch Malinconia 1900–01 Olio su tela, 110,5×126 cm Photo © Munchmusee

2. Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970 – 1991, fino al 26 gennaio 2025 Lac, Lugano 

Gli scatti di Luigi Ghirri hanno una poetica unica e riconoscibile. I colori tenui e non saturi fanno delle sue fotografie quasi degli acquerelli, dei quadri di molte delle località del nostro paese. E questa mostra appena oltre confine, in Svizzera, al Lac di Lugano è una splendida occasione per  scoprire non solo gli scatti più noti, ma anche quelli meno conosciuti grazie un’accurata selezione di circa 140 fotografie a colori, per lo più stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta provenienti principalmente dagli eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello Csac di Parma. È davvero un viaggio quello che vi troverete a fare tra le sale del museo, ma dei più insoliti. Anche quando le fotografie di Ghirri immortalano delle mappe, degli atlanti o semplicemente gli scaffali di casa sua, vi sembrerà sempre di essere “altrove”, certamente nel tempo, ma anche in luoghi più o meno lontani. Molto bello il breve video dove la figlia e il curatore della mostra raccontano del grande fotografo delineandone le caratteristiche peculiari – anche caratteriali – che l’hanno reso un grande esponente della fotografia internazionale. L’ingresso al Lac costa 20 franchi svizzeri e permette di visitare tutte le esposizioni. È uno dei musei dall’architettura e dalla vista davvero notevoli, godetevi la visita.

Luigi Ghirri, Lac Lugano
Luigi Ghirri Marina di Ravenna 1986 C – print, vintage print Eredi di Luigi Ghirri Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri.

3. Henri Cartier-Bresson e l’Italia, fino al 26 gennaio 2025 – Rovigo, Palazzo Roverella

Henri Cartier-Bresson (classe 1908) è uno dei fotografi più noti al mondo. Per molti è il padre del fotogiornalismo, tanto da meritarsi la definizione di “occhio del secolo”. Quello trattato in questa mostra a Palazzo Roverella di Rovigo, è un periodo ampio della sua vita, che va dagli anni Trenta sino agli anni Settanta del Novecento quando decise di abbandonare la fotografia per la sua altra grande passione, la pittura. Fu in quest’epoca che intraprese diversi viaggi in Italia, in momenti diversi e che li documentò con reportage fotografici di grande valore, non solo artistico ma anche socio culturale. Sin da giovane, Cartier-Bresson visitò il nostro paese e toccò anche mete per i tempi insolite e certo poco turistiche: all’inizio degli anni Cinquanta raggiunge e gira l’Abruzzo e la Lucania, terre che suscitavano in lui interesse soprattutto dal punto di vista sociale. È  anche l’epoca dello scrittore e pittore Carlo Levi, della sua denuncia sullo stato del Sud d’Italia dove convivevano tradizioni e un iniziale tentativo di approcciarsi alla modernità, insieme a una ingente povertà e cambiamenti sociali. Gli scatti realizzati a Matera e in paesi quasi ignoti come Scanno nei pressi di L’Aquila, sono divenuti celebri e anche grazie al lavoro di Cartier-Bresson, più tardi, il nostro Giacomelli decise di immortalare queste zone. La mostra è ampia e comprende circa 200 fotografie oltre a numerosi documenti – giornali, riviste, volumi, lettere – che, tutti insieme, sono il giusto bagaglio per questo viaggio fotografico in Italia in un tempo che non c’è più. Il biglietto costa 10 euro.

Henri Cartier-Bresson, Rovigo Palazzo Roverella
Henri Cartier-Bresson, L’Aquila, 1951 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

4. Baj. Baj chez Baj, dall’8 ottobre al 9 febbraio 2025 Savona e Albissola Marina

Forse sapete che a Milano è in programma a Palazzo reale (nelle stesse date delle esposizioni di cui vi parliamo qui) un’ampia retrospettiva su Enrico Baj, artista milanese poliedrico e geniale che si espresse con le forme e i materiai più vari tanto da lasciare un segno indelebile per unicità e messaggi. A 100 anni dalla sua nascita, per rendere omaggio alla sua arte, sono state coinvolte anche due località fondamentali per il lavoro di ceramista di Baj, a Savona e Albissola, territori liguri dove l’artista iniziò a sperimentare l’argilla nell’ambito dell’Incontro internazionale della ceramica del 1954. L’esposizione diffusa presenta circa 70 opere (alcune delle quali mai esposte prima) negli spazi del Museo della ceramica di Savona e del MuDA di Albissola (Casa Museo Jorn e Centro Esposizioni). Per chi non conoscesse questo artista, questa mostra diffusa è la miglior occasione per entrare nel mondo di Baj che fu pittore, ceramista ma anche saggista. I suoi rapporti con poeti e letterati italiani e stranieri del calibro di André Breton, Marcel Duchamp, Raymond Queneau, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco ci fanno capire che si trattava di un intellettuale a tutto tondo con una poetica e un interesse per il sociale notevoli. Sua è l’installazione pittorica monumentale “I funerali dell’anarchico Pinelli” – in mostra a Palazzo reale per il centenario – che prossimamente sarà visibile a Palazzo Citterio di Milano in modo permanente. Mentre aspettiamo di avere questo iconico Baj a Milano per sempre, cerchiamolo in altre forme in giro quest’autunno.

Ettore Baj
Enrico Baj, Ettore Fieramosca alla disfida di Barletta , 1979, transfer serigrafico su gres, diametro cm 40. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

5. Impression, Morisot, dal 12 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025 – Palazzo Ducale, Genova

Sicuramente da non perdere è l’occasione di visitare una mostra, anzi due, dedicata a una pittrice donna. Si tratta di Berthe Morisot, un’impressionista francese nata a metà dell’Ottocento che è riuscita, meglio di altre, a emergere in un mondo totalmente maschile. Parliamo di anni e di una società che concepiva la donna solo e soltanto all’interno della vita domestica e famigliare. Anche l’istruzione era negata, tanto che l’École des Beaux-Arts di Parigi permise all’universo femminile di iscriversi solo a fine Ottocento. È chiaro quindi quanto dovevano essere grandi il talento e la determinazione di Berthe per raggiungere il proprio obbiettivo, tra l’altro conciliandolo con una “classica” vita coniugale.  La mostra a Palazzo Ducale di Genova comprende 86 opere, tra dipinti, acqueforti, acquerelli, pastelli, cui si aggiungono documenti fotografici e d’archivio, molti dei quali provenienti dai prestiti inediti degli eredi Morisot, che permettono di ripercorrere la vita dell’artista, che intrattenne anche fecondi rapporti con i più grandi artisti dell’epoca come Renoir, Monet, Manet, Degas ma anche con figure di intellettuali quali Mallarmé e Zola. Un’altra esposizione è dedicata a quest’artista alla Gam di Torino dal 16 ottobre al 9 marzo 2025. L’ingresso costa 15 euro.

6. Fernando Botero. La grande mostra, fino al 19 gennaio 2025 – Palazzo Bonaparte, Roma

La mostra, curata dalla figlia Lina Botero, racconta oltre 60 anni di carriera artistica di Fernando Botero che ci ha lasciati poco tempo fa, lo scorso anno. Si tratta di un’esposizione di grande portata – sicuramente per il pubblico italiano – che vuole essere un omaggio e una summa di tutto il suo lavoro. 120 opere, non solo i dipinti più noti ma anche sculture e carboncini, per avere uno sguardo a tutto tondo sul suo mondo. E tondo non è un termine usato a caso: l’artista colombiano deve la sua fortuna, infatti, alla scelta di dipingere e rappresentare un universo senza spigoli, dai colori vividi come quelli che caratterizzano la sua Colombia. Paese che ritorna spesso nei suoi capolavori così come anche l’Italia e i suoi grandi maestri. Tra le meraviglie che sarà possibile ammirare, mai esposta prima, l’Omaggio a Mantegna che è scaturito dopo il suo viaggio in Italia, affascinato dalla “Camera degli sposi” Palazzo di Mantova. Botero decise di riprodurre la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario, Marsilio Andreasi. Questo è solo uno dei tanti dipinti e delle storie racchiuse presenti a Roma. Il biglietto per la mostra a Palazzo Bonaparte costa 16 €.

Fernando Botero a Roma
Fernando Botero Il bagno , 1989 Olio su tela, 249×205 cm Collezione privata

7. Marina Abramović. Between breath and fire, fino al 16 febbraio 2025 – Gres art 671, Bergamo

Difficile definire Marina Abramović, performer di origine serba (ora 77enne) che ha segnato questa forma d’arte e ne è una delle esponenti più note sin dagli anni Sessanta. Di certo i suoi messaggi, le sue azioni e ogni suo gesto performativo, lascia il segno. Fino a febbraio, in uno spazio recentemente inaugurato a Bergamo, c’è una grande mostra che ripercorre molta della carriera della Abramović. Tra i 30 lavori a cui potrete assistere visitando la Gres art 671, c’è Seven deaths, basata su sette morti premature che Marina Abramović presenta sullo schermo, come colonna sonora sette assoli di Maria Callas. L’installazione è la manifestazione concreta, fatta arte, dell’ammirazione che la performer ha per la Callas da sempre. È lei stessa a raccontare di essere rimasta incantata da piccola ascoltando a casa della nonna le opere della Callas e di non averla mai dimenticata. Questa summa della Abramović si estenderà anche nel giardino dello spazio espositivo. Gres art 671 infatti è uno spazio ampio che ha dato nuova vita a un’area ex industriale, riqualificandola. Si tratta di un luogo che è anche un punto di incontro e di sperimentazione. Tenete d’occhio la sua programmazione. Il biglietto per questa mostra costa 13 €.

Marina Abramovic
Marina Abramović, “between breath and fire”, veduta della mostra presso gres art 671, Bergamo © Paolo Biava

8. Essenze naturali, dal 22 novembre 2024 al 2 marzo 2025 Museo Man, Nuoro

Ultima segnalazione, solo in ordine temporale, è quella che ci porta in Sardegna, al Man di Nuoro, che propone, dopo il buon successo di Diorama – esposta fino al 10 novembre – , un’altra mostra che vuole raccontare il mondo naturale attraverso punti di vista differenti: l’astrazione delle forme, la memoria della terra, il ciclo della materia. A cimentarsi sul tema sono tre artisti: Christiane Löhr, Una Szeemann e Alessandro Biggio. Christiane Löhr, tedesca, classe 1965, è abilissima nel costruire sculture leggere, quasi piccoli templi naturali, grazie a fili d’erba, semi e crini di cavallo. Una Szeemann (Locarno, 1975) presenta qui al Man un progetto fortemente connesso al territorio della Sardegna, alle sue asperità, ai riti e ai miti della sua terra, in particolare quello archeologico tipico delle pietre e creste del Supramonte.

Mostre autunno, Man Nuoro
Christiane Löhr, Big Seed Cloud, 2021

Alessandro Biggio, 49enne di Cagliari, mette in mostra a Nuoro l’inedito Fillirea, nato dal mito di Filira, ninfa, figlia del dio del mare, che – nel tentativo di sfuggire a Cronos,si muta in giumenta, ma Cronos, mutatosi a sua volta in stallone la raggiunge. A seguito della violenza subita, Filira darà alla luce un figlio, una creatura metà uomo metà cavallo, il centauro Chirone. Sconvolta alla vista del figlio Filira chiederà a Zeus di essere trasformata in una pianta che gli esseri umani hanno poi chiamato Fillirea in suo onore. Ecco, con l’estratto delle bacche di questa pianta Biggio ha dato vita alla sua opera.

L’intera esposizione è un invito a spingersi un po’ oltre l’arte didascalica, a cercare di interpretare ciò che si vede o forse solo un invito a trovarne il proprio senso. Il biglietto per visitare il Man costa 5 €.

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