La top 10 delle mostre d’arte da visitare nel 2024 in Italia

Mostre 2024: la nostra selezione per iniziare al meglio il nuovo anno all’insegna dell’arte e del bello. La top 10 di quelle da visitare nei primi mesi.

L’inizio del nuovo anno e l’imminente break natalizio sono un’ottima occasione per visitare musei e gallerie e godere delle migliori mostre d’arte in programma per il 2024. Come ogni anno, vi segnaliamo la nostra top 10 tra la vasta programmazione espositiva in Italia per girare il paese e nel frattempo approfondire o scoprire artisti e correnti di ogni forma espressiva. Si tratta di una prima selezione, poiché non sono stati presentati ancora tutti i cartelloni, quindi continuate a seguirci per avere presto nuovi consigli d’arte.

La bellezza, che si manifesti attraverso la pittura, la scultura, la fotografia o le performance più varie, è sempre uno dei mezzi più affascinanti e stimolanti per conoscere e andare oltre il proprio mondo. Come ha detto Gerhard Richter, artista tedesco contemporaneo di cui vi invitiamo ad ammirare le opere, “l’arte è la forma più alta della speranza”. Noi siamo d’accordo. Specie in questo momento storico.

E ora diteci, quale tra queste mostre suscita maggiormente la vostra curiosità?

Quali sono le 10 migliori mostre d’arte di inzio 2024

  1. Fidia
  2. Michael Stipe
  3. Escher
  4. I Macchiaioli
  5. Mirò
  6. Van Gogh
  7. De Nittis
  8. Bruno Munari
  9. Anselm Kiefer
  10. Tattoo

1. Fidia, fino al 5 maggio 2024 – Musei capitolini, Roma

Per i tanti appassionati di arte antica e scultura (per noi l’arte tra le arti) è imperdibile la mostra già inaugurata che sarà possibile visitare per buona parte del 2024. Si tratta della prima prestigiosa mostra monografica dedicata al leggendario ed emblematico genio greco dell’arte classica, Fidia. Magistrale scultore e straordinario architetto, vissuto ad Atene nel V secolo a.C., Fidia è conosciuto per essere il padre della tecnica del “panneggio bagnato”, che esalta la forma dei corpi scolpiti attraverso l’effetto del chiaroscuro, e per aver realizzato opere colossali dell’età d’oro dell’antica Atene, lavorando come sovrintendente al restauro del Partenone, curandone le decorazioni scultoree e le magnifiche statue crisoelefantine (in oro e avorio) dell’Atena Parthenos e di Zeus di Olimpia. In mostra saranno esposte oltre 100 opere, alcune mai viste prima, tra cui prestiti straordinari: due frammenti originali del fregio del Partenone dal Museo dell’Acropoli di Atene e due frammenti originali con cavalieri e uomini barbati del Kunsthistorisches Museum di Vienna. La mostra Fidia nella sede di Villa Caffarelli inaugura la serie di cinque esposizioni I grandi maestri della Grecia Antica, dedicata ai massimi esponenti della scultura greca. Il biglietto costa 13 euro.

Top 10 mostre 2024
Statua di Amazzone ferita nel tipo Sosikles – Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Salone Sezione IV – Fidia fuori da Atene © Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

2. Michael Stipe. I have lost and I have been lost but for now I’m flying high, dal 14 dicembre al 16 marzo 2024 Fondazione Ica, Milano

Sì, è proprio lui, il frontman dei R.E.M., quindi non solo cantante ma anche artista che si esprime attraverso diversi linguaggi che spaziano dalle fotografie a copertine di libri, dalle ceramiche alle sculture e alle opere audio. In mostra alla Fondazione ICA Milano ci sarà una selezione di opere inedite che tracciano un percorso nella produzione artistica di Michael Stipe. E se siete spiazzati dal titolo della mostra, certamente un po’ criptico, ecco cosa dice lo stesso autore per spiegarlo: “La vulnerabilità diventa un superpotere in questa dinamica. Una mappa che descrive le difficoltà del nostro presente mettendo in luce nuove opportunità e una rinnovata comprensione della nostra importanza, non solo per noi stessi, ma anche per coloro che ci circondano, per le nostre comunità, per il nostro mondo. In questo momento scelgo di concentrarmi sul bene più prezioso, sulla brillantezza, sulla bellezza e sulla giocosità della vita. Ho perso e mi sono perso, ma per ora sto volando alto.” Ma forse è inutile spiegare l’arte, non occorre che ammirarla. Da segnalare sono le sculture: un omaggio agli artisti che hanno influenzato Stipe tra i quali spiccano Constantin Brancusi, Marisa Merz e una copia romana di un’antica scultura greca. L’ingresso è gratuito, motivo in più per scoprire l’opera di quest’artista e la Fondazione ICA.

Top 10 mostre 2024
© Michael Stipe Photo by David Belisle

3. Escher, fino al 1° aprile 2024 – Palazzo Bonaparte, Roma

Sembra che gli anni più felici di Maurits Cornelis Escher siano stati quelli vissuti a Roma. E proprio qui, a Palazzo Bonaparte, gli viene dedicata una mostra con oltre 300 opere, quasi colossale, tra le più complete mai realizzate. A Trastevere l’incisore e grafico olandese trascorse ben dodici anni, dal 1923 al 1935, e qui fu fortemente influenzato da paesaggi, scorci e architetture romane. Dagli anni Cinquanta in poi le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte ebbero un grande successo e tutt’oggi Escher è amato da chi conosce l’arte, ma anche da chi è appassionato di matematica, geometria, scienza, design, grafica. Nelle sue opere confluiscono una grande vastità di temi, e per questo nel panorama della storia dell’arte rappresenta un unicum. Chi non ha in mente le sue infinite scale che mai salgono e mai scendono? Le grafiche labirintiche o le palle di vetro? Tra le chicche di che rendono questa esposizione notevole, una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda che, qui a Roma, espone al suo interno i vari strumenti originali con i quali il maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher portò con sé nel suo peregrinare per l’Italia. Il biglietto costa 16 euro.

Top 10 mostre 2024
Maurits Cornelis Escher San Michele dei Frisoni, Roma (Decimo secolo) , 1932 Litografia, Collezione M.C. Escher Foundation, Paesi Bassi All M.C. Escher works © 2023 The M.C. Escher Company

4. I Macchiaioli, dal al 20 gennaio al 9 giugno 2024 – Palazzo Martinengo, Brescia

È sempre bello parlare di chi ha cambiato le cose. Di artisti che hanno portato nuove idee e nuova linfa al mondo dell’arte. I Macchiaioli lo hanno saputo fare nel secondo Ottocento a Firenze. Ma da cosa si sono staccati questi esponenti? E perché vennero chiamati “Macchiaioli”? Il termine fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa agire furtivamente, illegalmente. Questa la definizione. Noi ammirando le più famose e iconiche opere dei pittori appartenenti a questa corrente artistica, individuiamo senza dubbio un senso e un’atmosfera poetica che ci attrae. Questa mostra a Palazzo Martinengo di Brescia (una cinquecentesca residenza sontuosa in centro città) presenta oltre 100 capolavori di Fattori, LegaSignoriniCabiancaBorrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private – solitamente inaccessibili. Il biglietto costa 15, 50 euro.

Mostre 2024, Brescia. i Macchiaioli
Odoardo Borrani, Le cucitrici di camicie rosse, 1863. Collezione privata

5. Mirò. La gioia del colore, dal 20 gennaio al 7 luglio 2024 – Palazzo della cultura, Catania

Questa mostra sul pittore spagnolo Joan Miró a Catania è la tappa finale di un bel viaggio che l’ha portata prima a Trieste e poi a Torino. Qui in Sicilapotrete ammirare circa 80 opere tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche, oltre a una serie di opere grafiche, libri e documenti che coprono un arco temporale di circa sessant’anni – dal 1924 al 1981. Il percorso espositivo si completa grazie a una importante sezione fotografica e ad alcuni video che racconteranno il privato e il pubblico del pittore e ceramista nato a Barcellona.

Mirò è sin dagli inizi della propria carriera anticonvenzionale: da molti viene considerato il maestro indiscusso del surrealismo che scoprì in Francia che raggiunse dopo il primo conflitto mondiale. Li visse entrambi oltre alla Guerra civile spagnola. Durante i prima anni a Parigi, Mirò versava in una condizione di estrema povertà e alcune sue opere di questo periodo sono frutto di una particolare “tecnica”: le allucinazioni causate dalla fame. Si racconta di giorni in cui l’artista, senza soldi, poteva permettersi di mangiare solo qualche fico secco. Questa una delle curiosità da scoprire in mostra. Il biglietto costa 14 euro.

6. Van Gogh. Capolavori dal Kröller Müller Museum, dal 22 febbraio 2024 – Palazzo Revoltella, Trieste

Si sa ancora molto poco di questa esibizione a Trieste ma non potevamo non segnalarla. Si tratta di una selezione di oltre 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere dell’artista, cica 90. Ma come mai si trovano proprio in quel museo? Vincent Van Gogh (1853-1890), lo sappiamo, è uno degli artisti più celebri del mondo, ma nel corso della sua esistenza godette di scarsa fama. Non riuscì a vendere quasi nulla e dovette contare sul sostegno finanziario del fratello Theo. Anche all’inizio del XX secolo era noto soltanto a una cerchia ristretta di persone. Il pedagogo dell’arte H.P. Bremmer aveva sentito parlare di Van Gogh e lo considerava come uno dei “grandi geni dell’arte moderna” e consigliò Helene Kröller-Müller di acquistarne le opere. Tra il 1908 e il 1929, con il marito Anton, Helene realizzò la straordinaria collezione custodita oggi nel museo. La grande attenzione dei coniugi Kröller-Müller nei riguardi di Van Gogh ha contribuito non poco all’odierno apprezzamento della sua opera. Il costo del biglietto non è ancora disponibile.

7. De Nittis. Pittore della vita moderna, dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 – Palazzo Reale, Milano

Giuseppe De Nittis, nato a Barletta nel 1846, fu un pittore di caratura internazionale e, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità. Insomma, un grandissimo, forse considerato più all’estero che in Italia. Anche per questo è una bella occasione quella a Palazzo Reale di Milano, per riconoscere il giusto merito a un artista che, probabilmente, se non fosse morto in giovane età, a 38 anni, sarebbe diventato ancora più grande. In mostra sono esposte circa 90 opere che ben raccontano la vita moderna che anche lo stesso De Nittis ha vissuto a Parigi, soprattutto, e Londra dal 1864 al 1884, un ventennio di carriera e pittura en plein air che ha come soggetti le strade, i volti e i luoghi della capitale francese. Troverete anche alcune opere che ben testimoniano il suo interesse e la sua bravura nel misurarsi con la pittura giapponese allora diventata di gran moda. Il biglietto costa 15 euro.

Top 10 mostre 2024
Giuseppe De Nittis, Il Kimono color arancio, 1883-1884 circa, Courtesy Marco Bertoli, Modena © Archivio Gallerie Maspes, Milano

8. Bruno Munari, dal 16 marzo al 30 giugno 2024 – Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma)

Bruno Munari era un genio poliedrico. Nonostante questo, sono anni che manca una grande mostra su quest’artista che è stato designer, pensatore, creativo e molto altro ancora. Difficile da catalogare e da definire. Questa alla Fondazione Magnani Rocca è un’esposizione ricca e completa che intende raccontare a pieno il “metodo Munari” per affrontare il mondo: molte opere, un apparato esplicativo semplice e diretto, una serie di laboratori, e un catalogo agile e al contempo denso di contenuti faranno della mostra un “punto fermo” su Munari per almeno una nuova generazione di spettatori/attori.
Sarà suddivisa in cinque/sei sezioni nelle quali il design trascolora nell’arte, l’arte nella grafica, il progetto rispecchia il concetto, il processo produttivo diventa metodo e viceversa. Grande spazio sarà dato al progetto più ambizioso di tutti dell’artista milanese che è stato certamente quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare. Chi ha avuto la fortuna di frequentarne uno sa di cosa parliamo e non li dimentica. Per questo alla Fondazione troverete una sezione didattica apposita che permetterà ai bambini della scuola primaria di sperimentare un insieme di pratiche brevettate dal figlio Alberto all’indomani della morte del padre Bruno, e tuttora prese a modello nella didattica dell’infanzia e della prima adolescenza. Da non perdere assolutamente per le famiglie. Il costo del biglietto non è ancora disponibile.

Bruno Munari 1950
Bruno Munari 1950 © Federico Patellani

9. Anselm Kiefer. Angeli caduti, dal 22 marzo al 28 luglio 2024 – Palazzo Strozzi, Firenze

È un contemporaneo, anche controverso e discusso dal suo popolo, quello di cui vi invitiamo a visitare la mostra prevista a Firenze a Palazzo Strozzi. Classe 1945, nato in Germania, Anselm Kiefer è uno degli artisti più importanti e versatili di oggi. La sua pratica artistica abbraccia media diversi, tra cui pittura, scultura, fotografia, xilografia, libri d’artista, installazioni e architettura. I milanesi hanno imparato a conoscerlo grazie a I sette palazzi celesti, una sua installazione permanente site-specific esposta presso Pirelli Hangar Bicocca. A Firenze invece troverete opere storiche e nuove produzioni in un dialogo originale con l’architettura del Rinascimento fiorentino. È una buona occasione per scoprire o rivedere il suo lavoro che iniziò negli anni Sessanta e ha segnato una riflessione sulla storia della Seconda guerra mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono e confondono mito, religione, misticismo, poesia, filosofia. Quando si parla di Kiefer si ricorda sempre una serie di azioni artistiche che definirà “Besetzungen” (Occupazioni) durante le quali l’artista, provocatoriamente, si fece fotografare mentre faceva il saluto nazista davanti ad alcuni luoghi simbolo della Germania Ovest e della Germania Est. Noi siamo curiosi soprattutto di ammirare le nuove “creature”. Il biglietto costa 16 euro.

Le mostre del 2024: Anselm Kiefer a Firenze
Anselm Kiefer © Nora Tam/South China Morning Post via Getty Images

10. Tattoo, dal 28 marzo al 30 luglio 2024 – Mudec, Milano

Alzi la mano chi non ha un tatuaggio. Ormai siamo in pochissimi. La genesi di questa pratica è antica e poco ha a che fare con la moda odierna. Studiarla è affascinante. La mostra al Museo delle culture di Milano vuole raccontare, fin dalle sue più remote origini e con un taglio narratologico, la storia del tatuaggio, che secondo molti studiosi costituisce il primo gesto con cui l’uomo si differenzia consapevolmente dal mondo animale. Attraverso l’esposizione di reperti originali o riproduzioni e proiezioni di fotografie e filmati, la mostra percorrerà oltre settemila anni di storia umana: a partire da Ötzi, il più antico uomo tatuato il cui corpo sia stato finora rinvenuto, fino a toccare l’attualità geopolitica, con i tatuaggi, in Egitto, delle croci copte, o quelli delle donne copte curde nei campi profughi siriani. Ma altrettanto vasto sarà il panorama geografico, a partire dai più antichi reperti ritrovati nel bacino del Mediterraneo.

Cronologicamente e geograficamente ampi saranno anche i temi degli approfondimenti su cui la mostra si soffermerà, come il significato del tatuaggio religioso presso i Crociati o della rivendicazione sociale nel tatuaggio dei simboli dei mestieri presso gli artigiani alla fine del Medioevo o la funzione per scongiurare il pericolo di rapimento delle ragazze dei Balcani da parte dei turchi dell’Impero Ottomano o quella terapeutica ed estetica (con particolare attenzione alle popolazioni nord-africane). Il costo del biglietto non è ancora noto.

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