Mentre il Premio Cairo tende sempre di più verso la neutralità climatica, l’opera vincitrice esprime tutte le preoccupazioni di una generazione.
Mostre e festival di fotografia in giro per l’Italia per comprendere il mondo e meravigliarsene
La fotografia aiuta a capire, rende visibile ciò che non lo è, risveglia le coscienze. Una selezione di appuntamenti da non perdere fino alla fine del 2023.
Quante emozioni e riflessioni possono nascere dalla fotografia? La sua immediatezza e, specie in questi tempi moderni, la sua facile fruizione e realizzazione, ne fanno un’arte tra le più amate. Sono tante le mostre fotografiche in tutta Italia, così come i festival che la “sfruttano” come mezzo espressivo non solo artistico, ma sociale e di attualità. Vi segnaliamo le esposizioni che andremo a vedere prossimamente. Molte raccontano cosa sta accadendo al nostro pianeta, altre la forza comunicativa delle donne fotografe del secolo scorso. Tutte parlano di noi, dell’umanità.
Andreas Gursky. Visual spaces of today, fino al 7 gennaio 2024 – Fondazione Mast, Bologna
Fondazione Mast è un luogo da tenere costantemente d’occhio perché propone mostre fotografiche mai banali e anzi di profonda attualità. Questa di Gursky è un’antologica da non perdere specie se avete a cuore il destino del pianeta e di conseguenza dell’umanità. Quest’autore, tedesco, il cui nome forse a qualcuno non dirà nulla, è considerato uno dei maggiori artisti del nostro tempo. Il suo nome, in particolare negli anni Novanta, è stato associato alle fotografie di grande formato. Le sue immagini sono oggi divenute vere e proprie icone contemporanee e hanno contribuito a stabilire lo status della fotografia come arte e quindi come oggetto di collezione sia per i musei sia per i privati. Non a caso è esposto al Mast perché indaga spesso gli effetti della globalizzazione nel mondo del lavoro, sia sull’uomo che sul pianeta.
Gli spazi visuali delle opere fotografiche selezionate da Urs Stahel e Andreas Gursky per questa mostra riflettono questi mondi tematici. Le potenti immagini dell’artista tedesco aprono a nuove modalità di concepire il lavoro, l’economia e la globalizzazione e svelano visioni concrete di siti produttivi, centri di movimentazione delle merci, templi del consumo, nodi di trasporto, luoghi di produzione energetica e alimentare, sedi dell’industria finanziaria. L’ingresso al Mast è gratuito.
Tina Modotti. L’opera, fino al 28 gennaio 2024 – Palazzo Roverella, Rovigo
Sono tante le artiste che hanno raccontato il mondo grazie alla fotografia. Nonostante agli inizi del Novecento questo fosse un mondo prettamente maschile, la loro bravura e unicità ha fatto sì che non potessero passare inosservate, ma anzi. Anche se questo è accaduto molto tempo dopo. Una di queste è italiana ed è considerata una delle artiste più importanti in questo ambito. Tina Modotti, come dice il curatore della mostra a Palazzo Roverella, è “un’ artista autonoma e donna, libera, umana, armata di profondi valori sociali, attenta alla condizione degli ultimi, alle battaglie di riforma ed educazione, capace di istanze al femminile di rara forza e precoci per i tempi: tutti temi di assoluta attualità che attraversano da sempre i suoi scatti, ribaditi oggi nello scoprire e studiare quelli meno noti”. Esposti saranno oltre 300 scatti, molti mai visti in Italia; dalle immagini che raccontano la società e il lavoro nel Messico degli anni Venti, alla ricostruzione dell’unica mostra del 1929 a lei dedicata e da lei organizzata, fino alle rare immagini che raccontano il suo errare in molti paesi. È quasi un omaggio. Per chi amerà questa fotografa, consigliamo di cercare le sue opere e la sua storia anche nel museo di fotografia di Udine, sua città natale. Il biglietto costa 10 euro.
Eve Arnold. L’opera, 1950-1980, fino al 7 gennaio 2024 – Museo civico San Domenico, Forlì
Ci piace sempre segnalare il lavoro di donne che sono state capaci di emergere nel mondo dell’arte. Eve Arnold è tra queste. Il suo stile è molto diverso da quello della Modotti di cui vi abbiamo raccontato sopra. Infatti, negli anni, davanti all’obiettivo della statunitense, sono passati dive e divi del cinema, sfilate di moda e reportage d’inchiesta ancora attuali nello sguardo. Per questo la mostra si articola in un ampio percorso tra 170 fotografie: un vero e proprio viaggio all’interno della produzione della fotografa Usa, sancita anche nel passaggio dal bianco e nero agli scatti a colori. Non va però considerata una fotografa “leggera” o di moda, tutt’alto: per esempio la comunità afroamericana è stata la prima protagonista dei suoi scatti. La sua carriera inizia ritraendo le modelle delle sfilate di Harlem dietro le quinte, sovvertendo i canoni della fotografia di moda, abbandonando la posa in favore della spontaneità e dando dignità a un mondo sommerso.
Insieme alla Morath fu la prima donna a far parte dell’Agenzia Magnum e proprio grazie a questa collaborazione nel 1969 si occupa di reportage impegnati come “Oltre il velo” tra Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, un progetto che la porterà a produrre un documentario, il primo a mostrare l’interno di un harem di Dubai. Nel 1979, invece, si recherà in Cina per documentare il cambiamento del Paese dopo l’insediamento di Deng Xiaoping, sempre più aperto verso l’occidente, sempre più decisa a far emergere quanto diversamente celato. La mostra Forlì costa 12 euro.
Luca Locatelli. The circle. Soluzioni per un futuro possibile, fino al 18 febbraio 2024 – Gallerie d’Italia, Torino
Molto attuale la mostra alle Gallerie d’Italia di Torino che, se ancora non avete visitato, meritano davvero la vostra attenzione (come anche quelle milanesi). Esposte saranno le fotografie di Luca Locatelli (Pavia, 1971) che ha vinto nel 2020 il primo premio del prestigioso World press photo nella sezione Environment stories e ha passato molti anni a documentare e ricercare le esperienze più significative nell’ambito della “economia circolare”. Su commissione di Intesa Sanpaolo il fotografo italiano ha viaggiato negli ultimi due anni attraverso l’Europa alla ricerca di pratiche e storie emblematiche e replicabili che aprissero il dibattito sulla transizione ecologica e sullo stato del pianeta.
Il risultato di questa ricerca viene mostrato in anteprima mondiale a Torino nella mostra “Luca Locatelli. The circle”, che intende esplorare il nuovo paradigma di sviluppo promosso e sostenuto dall’Unione Europea in una prospettiva di crescita economica sostenibile. Non aspettatevi degli scatti classici e didascalici ma lasciatevi parlare da ciò che comunicano: lo sforzo di cambiare le cose in senso positivo in molti ambiti quali la geotermia, il riciclo tessile, la riconversione di aree industriali dismesse, l’alimentazione. Il biglietto costa 10 euro.
Jimmy Nelson. Humanity, fino al 21 gennaio 2024 – Palazzo Reale a Milano
Sarà un po’ come viaggiare. Per lo più in luoghi ancora remoti e selvaggi. Veri. Questo grazie ai 65 scatti di grandi dimensioni (alcuni di 2×3 metri) realizzati dal fotografo Jimmy Nelson, inglese classe 1967, che ha trascorso la vita viaggiando per il mondo e fotografando alcune delle culture indigene più a rischio di scomparsa, raccontando gli usi e i costumi tradizionali che si sono preservati in un pianeta sempre più globalizzato e facendo emergere anche le loro emozioni.
Con le sue fotografie, Jimmy Nelson si propone di celebrare la diversità culturale incontrata nei suoi viaggi a contatto con le miriadi di comunità della Papua Occidentale, del Tibet, dell’Africa, della Siberia, del Bhutan o di altre zone del pianeta, e invita lo spettatore a vedere il mondo attraverso una diversa prospettiva, incoraggiandolo ad accogliere e ad apprezzare la bellezza intrinseca di tutti come parte integrante della grande famiglia umana. Le foto sono posate, quindi per qualcuno forse meno autentiche ma testimoniano una enorme abilità tecnica e insieme un esercizio di pazienza dell’artista. Le scene corali infatti comportano il coordinamento di una moltitudine di persone, molte delle quali poco avvezze alla macchina fotografica, che devono rimanere immobili per alcuni secondi.
La perfezione stilistica delle sue fotografie è frutto di lunga ricerca e sperimentazione. Prendendo a esempio due maestri come Richard Avedon e Irving Penn, Jimmy Nelson si avvicina ai suoi soggetti, prestando attenzione ai dettagli, utilizzando esclusivamente la luce naturale e dedicandosi a manifestare l’autentica essenza delle culture che incontra. Il biglietto per la mostra a Palazzo Reale di Milano costa 15 euro.
I festival di fotografia
Accanto alle mostre di fotografia, ci sono anche interessanti esposizioni nell’ambito dei festival che permettono in un’unica occasione di godere delle opere di diversi artisti. Tra appuntamenti ormai consolidati, come quello di Lodi, vi segnaliamo dei giovani festival molto indicati per gli appassionati che desiderano fare una full immersion nell’arte dello scatto.
Fotografica. Festival di fotografia, dal 14 ottobre al 19 novembre 2023 – Bergamo
Dura quasi un mese Fotografica ed è anche una splendida opportunità per visitare Bergamo Capitale della cultura 2023, in particolare la città alta che è un vero gioiello. Il tema di questa quarta edizione è “Noi qui” e indaga a tutto tondo l’essere umano. Inteso sia come singolarità che come comunità, Fotografica vuole raccontarlo nella più affascinante delle sue sfide: quella del quotidiano dove si mescolano coraggio, resilienza, integrazione, solidarietà, cultura intesa come cura e, ancora, vulnerabilità interpretata come forza.
Le esposizioni presenti sono 12, tra queste vi segnaliamo The day may break di Nick Brandt che grazie a un bianco nero che sembra avvolto dalla nebbia ritrae persone tutte gravemente colpite dal cambiamento climatico: alcune sfollate a causa dei cicloni e delle inondazioni che hanno distrutto le loro case, mentre altre, come gli agricoltori, sfollate e impoverite da anni di grave siccità. Le fotografie sono scattate in diversi rifugi e riserve. Gli animali sono quasi tutti frutto di salvataggi a lungo termine, vittime di tutto, dal bracconaggio dei genitori, fino alla distruzione dell’habitat, all’avvelenamento e al traffico di animali selvatici. Questi animali non potranno mai più essere messi in libertà. Di conseguenza, crescono abituati alla presenza umana, ed è quindi sicuro per degli umani a loro estranei, essere fotografati vicini a loro.
Quest’arte non può esimersi dal trattare i temi che dovrebbero essere in cima all’agenda di tutti. Il biglietto per accedere a tutte le mostre del festival costa 10 euro.
Festival della fotografia etica, dal 30 settembre al 29 ottobre 2023 – Lodi
Siamo all’edizione quattordici del festival che ha portato la fotografia di reportage nella piccola cittadina lombarda. Appuntamento molto amato per chi considera quest’arte un veicolo di informazione e spesso anche un mezzo per risvegliare coscienze, il Festival della fotografia etica ogni anno indaga nuovi aspetti della società, talvolta anche poco noti. 20 mostre, quasi 100 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, oltre 700 immagini esposte. Tra queste, molti artisti si sono concentrati su temi ambientali che in tutto il globo stanno influenzando le vite dei cittadini: per il World report award – Documenting humanity, Alessandro Cinque con il reportage Alpaqueros, racconta la questione della crisi climatica attraverso la situazione che stanno vivendo gli allevatori di alpaca in Perù; mentre Mohammad Rakibul Hasan con l’immagine The Blue Fig, fa una riflessione sul riscaldamento globale che sembra avere un impatto sproporzionato su alcuni paesi piuttosto che altri, come ad esempio il Bangladesh. Da non perdere sono anche le sezioni Uno sguardo sul mondo realizzata in collaborazione con AFP (Agence France presse). È sempre bello fare un giro tra le mostre del Festival della fotografia etica e godersele tra i palazzi storici di questo piccolo centro.
Il biglietto giornaliero del festival costa 19 euro e dà l’opportunità di vedere tuttte le mostre e partecipare a ogni evento. C’è anche un pass per tutto il mese che concede ancor più libertà di visita a 21 euro.
PhEST, Festival internazionale di fotografia e arte, fino al 1° novembre 2023 – Monopoli
Ultimo ma non per interesse è questo giovane festival che vogliamo invitarvi a visitare. Alla sua ottava edizione ha come tema Esseri umani e presenta mostre di fotografi e artisti internazionali che esporranno le loro opere nella bella città pugliese che per 3 mesi diventa un museo a cielo aperto. Un bell’esempio di come poter fare cultura al sud e di come promuovere il dialogo e il coinvolgimento del pubblico, locale e no. A colpire è soprattutto la grande varietà di temi trattati nei reportage presentati: Giulia Gatti in Corazonada per esempio racconta nell’istmo di Tehuantepec (Oaxaca) in Messico i corpi femminili accomunati da un desiderio di indipendenza, libertà e potenza, mossi dal desiderio di sovvertire gli scenari normativi disegnati dall’esterno.
Koos Breukel, uno dei più prolifici e apprezzati fotografi ritrattisti dei Paesi Bassi in Me We narra una storia di vita universale, ma molto personale: le fotografie raffigurano e attraversano ogni fase della vita, dalla nascita alla morte. Ne risulta un album di famiglia alternativo e universalistico e un’agenda personale sullo sviluppo artistico di Koos Breukel. Una dichiarazione sulla vita e una retrospettiva della carriera di uno dei più grandi ritrattisti dei nostri tempi.
Queste sono solo 2 delle oltre 30 esposizioni che avrete occasione di visitare a Monopoli. L’ingresso è gratuito.
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