Nel giorno in cui a Dubai si apre la ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, il Mozambico ha annunciato un vasto piano di transizione energetica. Un progetto sul lungo termine, che si estenderà fino al 2050, e per il quale serviranno investimenti per 80 miliardi di dollari. Capitali che la nazione africana non è in grado di stanziare da sola: per questo il presidente Felipe Nyusi spera di poter sfruttare proprio la Cop28 al fine di convincere governi, investitori privati e banche multilaterali a sostenere lo sforzo.
Idroelettrico e rinnovo del parco auto nel piano del Mozambico
L’obiettivo del Mozambico è non soltanto di effettuare un cambiamento dei metodi di produzione di energia elettrica, ma anche di superare i continui black-out che affliggono la popolazione, soprattutto in alcune aree del territorio, e impediscono alle imprese di svilupparsi.
Benché occorra aspettare ancora qualche giorno per il documento ufficiale che dettaglierà il piano, è stato anticipato che il governo prevede in particolare di ammodernare le proprie centrali idroelettriche, e a completare il nuovo impianto di Mphanda Nkuwa, al fine di aumentare la capacità della fonte di 2mila megawatt. Verrà poi avviata una transizione del parco auto nazionale, passando dai motori termici a quelli elettrici.
Il mega-progetto fossile al quale Maputo non vuole rinunciare
Anche in questo senso, secondo il governo, si punta a limitare la dipendenza del Mozambico dalle energie fossili. E in particolare dal gas. Peccato però che, dal 2010, nella nazione africana siano stati scoperti vasti giacimenti, e non abbia in alcun modo tentennato nel concedere autorizzazioni a sfruttarli.
Mozambique LNG is a carbon bomb: it could emit the equivalent to the annual greenhouse gas emissions of the 27 countries of the European Union!💣
The project also destroys the livelihoods of local communities that have to relocate & it further fuels the drivers of the conflict. pic.twitter.com/EsRtyp1RBd
In particolare, è il colosso petrolifero francese TotalEnergies ad aver ottenuto il via libera per il progetto Mozambique Lng, osteggiato dalle organizzazioni non governative di tutto il mondo poiché considerato una “bomba climatica”. In una lettera aperta pubblicata alla metà di novembre, 124 ong chiedono che banche e agenzie che concedono crediti all’esportazione (figurano anche la Sace e la Cassa depositi e prestiti) smettano di sostenere il piano.
Coinvolte numerose banche e enti di credito all’esportazione
Attorno al Mozambique Lng aleggiano infatti sospetti di “violazioni continue di diritti umani”, un contesto generale di “ingiustizia economica e di pratiche aggressive di evasione fiscale”. Nonché enormi rischi per gli ecosistemi locali e per il clima della Terra. Forse il miglior piano di transizione per il governo di Maputo dovrebbe partire proprio dal rinunciare a questo progetto devastante.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.