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Il nuovo Museo del design italiano alla Triennale di Milano
Apre il Museo del design italiano con una selezione di pezzi rappresentativi che raccontano gli anni che hanno rivoluzionato gli oggetti d’uso nella sfera domestica e sociale.
Milano ha un nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura: Il Museo del design italiano, che ha aperto i battenti in occasione della Design Week 2019, alla Triennale. Curatore e direttore è Joseph Grima, architetto, critico, direttore creativo di Design academy Eindhoven e co-fondatore con Tamar Shafrir dello studio Space Caviar, dove realizza progetti che incrociano design, tecnologia, politica e sfera pubblica.
La scelta strategica di cosa debba “essere” un museo di design e quale il suo impatto divulgativo è stata elaborata dal comitato scientifico che riunisce alcune delle figure di rilievo del mondo del design e dell’architettura italiani: Paola Antonelli, Mario Bellini, Andrea Branzi, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Piero Lissoni, Claudio Luti, Fabio Novembre, Patricia Urquiola.
Cosa c’è nel Museo del design italiano
Parte 1: 1946-1981 è la selezione di circa 200 pezzi iconici di design italiano dell’ampia collezione collocata al piano terra del palazzo della Triennale, oggi conta oltre 1.600 pezzi.
I prodotti in mostra raccontano la storia di 30 anni di sperimentazione radicale in cui nuovi materiali, nuove tecniche e nuovi codici estetici hanno rivoluzionato gli oggetti d’uso nella sfera domestica e sociale.
“Organizzata cronologicamente – scrive Grima – la selezione presenta uno dei periodi di più grande influenza del design e dei designer italiani nel mondo: quello intercorso tra gli anni dell’immediato dopoguerra e del miracolo economico successivo fino ai primi anni ottanta, quando l’arrivo sulla scena di nuove esuberanti correnti come Memphis diede avvio, in Italia e nel mondo, a una nuova era nella produzione del design. Attraverso queste tre decadi di intensa sperimentazione, l’innovazione non è stata guidata solo dai designer stessi ma anche dagli imprenditori e dagli artigiani con cui i progettisti hanno incessantemente lavorato, contribuendo a fare di Milano la capitale globale dell’industrial design”.
Non solo oggetti (di design) in mostra
L’allestimento è centrato sull’esposizione dei prodotti, ma fornisce ai visitatori approfondimenti sulla storia e il contesto in cui ogni oggetto è stato progettato, attraverso l’esposizione di materiali in gran parte inediti provenienti dagli archivi della Triennale: fotografie, campagne pubblicitarie, packaging originali. In alcuni casi, inoltre, gli oggetti sono messi in dialogo con i corrispondenti modelli in legno realizzati da Giovanni Sacchi, storico modellista che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta ha realizzato modelli e prototipi dei più famosi prodotti di design industriale quando la tecnologia della prototipazione rapida e delle stampanti 3D doveva ancora nascere.
Ci sono le voci dei protagonisti che raccontano ispirazioni e dettagli di come sono nati i progetti: le interviste che accompagnano il percorso espositivo sono state tutte raccolte al telefono, prendendo spunto dall’affermazione di Vico Magistretti: “A me piace il concept design, quello che è talmente chiaro che puoi anche non disegnarlo. Molti dei miei progetti li ho trasmessi al telefono”.
Conoscere il passato per progettare il futuro
Uno degli obiettivi del Museo del design italiano è di partire dalla conoscenza e dalla divulgazione del passato e delle origini per sviluppare progetti capaci di raccontare le sfide del futuro.
“L’apertura del Museo del design italiano – ha affermato Stefano Boeri, presidente della Triennale – rappresenta la prima fase di un progetto più ampio e a lungo termine che ha come obiettivo sia l’arricchimento della collezione, attraverso politiche d’acquisizione mirate e l’avvio di nuove collaborazioni con archivi, aziende, scuole, università, musei per fare di questa istituzione un importante centro internazionale dedicato a questa disciplina”.
Nei prossimi anni la collezione complessiva troverà una collocazione permanente accessibile al pubblico grazie all’ampliamento previsto della Triennale. La creazione di un’area espositiva permanente per l’intera collezione di design sarà legata al lancio di un concorso di progettazione internazionale – a procedura aperta e in due fasi – entro maggio 2019. L’espansione includerà nuovi spazi espositivi in grado di accogliere la collezione nella sua totalità e le aree destinate ai servizi per il pubblico, oltre ad una riorganizzazione degli archivi, per un totale di 6.000 metri quadrati.
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