Pronti per il futuro?

La musica dal vivo che riparte, o almeno ci prova

Dagli eventi-pilota di musica dal vivo durante la pandemia ai festival estivi in arrivo, ecco dove si sta cercando di tornare alla socialità in sicurezza.

La pandemia ha provocato una profonda ferita al mondo della musica dal vivo, il primo settore a chiudere e forse l’ultimo a poter riaprire. Quasi ogni evento musicale in presenza, inclusi concerti, tour e festival, è stato cancellato o rinviato. Alcuni artisti si sono concentrati su nuovi album, altri hanno esplorato l’unica strada percorribile, quella digitale del live streaming. L’industria musicale dei live, in un solo anno, ha perso oltre trenta miliardi di dollari su scala globale. E l’inizio del nuovo anno non è stato migliore, ma la diffusione dei vaccini sta lentamente riportando fiducia a quanti si augurano di poter tornare il prima possibile ad ascoltare musica dal vivo e a ballare in sicurezza.

Musica dal vivo con il drive in per tornare alla normalità
Drive-in come tentativo per tornare a ballare in Germania nell’estate 2020 © Andreas Rentz / Getty Images

In questi mesi non tutti sono rimasti a guardare: in Germania, Spagna, Olanda e Inghilterra hanno sperimentato eventi di prova per testare possibilità di contagio aggregando centinaia o migliaia di persone, con risultati confortanti. L’arrivo della stagione estiva, inoltre, sta ridando coraggio a manifestazioni musicali e artistiche che, con inventiva e nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, hanno deciso di ripartire.

Prima di tornare alla musica dal vivo

Se al momento non esistono ancora attività legate alla musica dal vivo prive di rischi, è comunque possibile adottare misure adeguate a limitarli. L’analista medica della Cnn consiglia di evitare grandi raduni, preferire quelli all’aperto e accertarsi che l’evento cui si intende partecipare sia conforme alle linee guida dell’organismo di controllo sulla sanità pubblica (Cdc negli Stati Uniti, Iss in Italia).

Tornare alla musica dal vivo senza limiti né confini
Tornare liberi, senza limiti né confini, secondo il Melt festival © Nicola Rehbein e Jen Krause

Le pratiche sanitarie più efficaci, soprattutto per gli spettacoli al chiuso, prevedono la possibilità di effettuare test antigenici, la presenza di termoscanner all’ingresso, il distanziamento fisico, l’uso obbligatorio di mascherine e la sanificazione degli ambienti, con particolare attenzione alla ventilazione. Un’altra indicazione per gli spettatori è quella di mantenere la voce a un “volume basso” per limitare la produzione di goccioline respiratorie, comportamento però più verosimile in un concerto di musica classica che dance, pop o rock. Per questo alcuni locali, come il 100 Club di Londra, si stanno già attrezzando con nuovi sistemi di ventilazione che sradicano fino al 99,99 per cento dei patogeni presenti nell’aria, incluso il coronavirus.

Concerti in pandemia

Uno dei primi eventi-pilota di musica dal vivo è stato realizzato lo scorso dicembre a Barcellona dal Primavera Sound con la fondazione Fight aids and infectious diseases e l’ospedale universitario Germans Trias i Pujol. Lo studio, che ha coinvolto circa mille persone per un concerto al coperto, con le dovute precauzioni ma senza distanziamento, ha portato risultati incoraggianti perché nessuno dei partecipanti è risultato positivo alla Covid-19 otto giorni dopo l’evento.

Il concerto-pilota dei Love of lesbian a Barcellona per testare la musica dal vivo in sicurezza
Pubblico mascherato ma non distanziato al concerto prova dei Love of lesbian a Barcellona © Lluis Gene / AFP

Sempre a Barcellona, a fine marzo si è tenuto il concerto del gruppo rock catalano Love of lesbian davanti a 5mila persone precedentemente sottoposte a tampone, con esito negativo. Anche qui gli spettatori non erano distanziati, ma dovevano indossare maschere del tipo ffp2. Lo show si è svolto come parte di un progetto di ricerca che esamina la fattibilità di eventi di massa in sicurezza dopo un test rapido degli ospiti. Dai risultati delle analisi, sono emersi solo due casi di contagio da coronavirus forse legati all’evento. Esperimenti simili avvengono da mesi in Olanda, l’ultimo dei quali un festival musicale di due giorni messo in piedi dai promotori del Lowlands, che ha radunato 1.500 persone sottoposte prima a tampone. I primi di maggio, per un ritorno alla quasi normalità, Liverpool ha accolto 5mila persone per il concerto senza restrizioni dei Blossoms.

Pubblico del festival inglese di musica world Womad
Un partecipante al festival Womad 2019 suona il proprio strumento © Jon Butters

I festival dell’estate

L’Inghilterra, che promette riaperture senza limiti dal 19 luglio, sembra guidare la ripresa europea della musica dal vivo. Tra i molteplici eventi cui sarà possibile partecipare senza troppi pensieri, spicca dal 22 al 25 luglio il Womad, una rassegna dedicata alle musiche del mondo e non solo, con artisti quali Anoushka Shankar (figlia del grande Ravi, sorellastra di Norah Jones), Nitin Sawhney, The Comet Is Coming e A Certain Ratio. “Vogliamo procedere con il festival quest’anno, non solo per i frequentatori della manifestazione e per celebrare e scoprire le musiche e le culture globali, ma anche per tutti coloro che sono responsabili della creazione di questo evento e che hanno bisogno di tornare al lavoro”, ha spiegato il direttore del festival Chris Smith. Anche il festival di Reading e Leeds, dal 27 al 29 agosto, presenta un cast ricchissimo a carattere più indie rock, pop e rap, che include Liam Gallagher, Queens of the Stone Age, Disclosure, Catfish and the Bottlemen e Two Door Cinema Club.

La Germania della musica classica e moderna attende con trepidazione il Musikfest Berlin, che si svolgerà dal 30 agosto al 20 settembre. Il popolo della techno, invece, può contare su uno dei festival più longevi del Brandeburgo, il Nation Of Gondwana, appena fuori Berlino dal 16 al 18 e dal 23 al 25 luglio. Gli organizzatori del Fusion, che il mese scorso hanno dovuto cancellare la manifestazione di quest’anno, non si sono persi d’animo e hanno programmato sulla neonata stella Plan:et C una serie di tre weekend musicali (20-22, 27-29 agosto e 17-19 settembre), in modo da “festeggiare di nuovo insieme, ballare a piedi nudi sull’erba e riportarci alla normalità”. Qui non sono gli artisti o i generi musicali a fare da richiamo, bensì l’atmosfera di libertà che si respira, come nell’ex aeroporto militare sovietico dove sorge il Fusion così nel nuovo sito del comune di Lärz nel Meclemburgo. Il collettivo-attivista dietro questi eventi dal 1997, da sempre incentrato su tematiche sociali e ambientali, nei mesi scorsi aveva lanciato un messaggio: scendere in piazza e lottare per il diritto alla cultura, ma prendendo le distanze nel modo più assoluto da negazionisti, no-vax ed estremisti.

È giunto il momento di capire come salvare non solo il nostro sistema sanitario, ma anche la nostra libertà, cultura e diritti civili. Non possiamo limitarci ad aspettare e vedere cosa succede. Senza lottare, non avremo indietro quello che ci viene portato via dal coronavirus.

Fusion festival

 

Folla al Fusion festival
Fusion festival tra musica, libertà e attivismo © David Hoang

La musica dal vivo in Italia

Da noi le cose vanno più a rilento, con maggiori restrizioni, eppur si muovono. Il primo festival ad essersi avventurato nella ripartenza, dal 18 al 20 giugno, è stato il Robot di Bologna. Un’edizione inevitabilmente diversa dal passato, tutta italiana, con la musica elettronica che non si è potuta ballare ma è diventata performance, concerti, ambienti immersivi, partiture da ascoltare. Il programma, arricchito da installazioni, workshop e incontri, ha visto le esibizioni di nomi molto apprezzati dall’audience internazionale come Lorenzo Senni, Donato Dozzy, Khalab e Caterina Barbieri. Nei quasi 40mila metri quadrati dello spazio Dumbo, un’area di rigenerazione urbana temporanea, Robot ha provato ad affrontare il tema borders (confini), cioè a “richiedere ai corpi di mettersi in gioco, di abitare gli spazi fisici e virtuali in maniera consapevole, suggerendo percorsi di mutazione di progetti musicali capaci di evolvere in risposta all’attuale situazione di emergenza, a indicare i confini da esplorare non solo (o non più) in senso geografico quanto piuttosto in misura organica ed emozionale”.

Musica dal vivo ad Annone di Brianza che ospiterà il Nameless
L’enorme area verde che ospiterà il Nameless Music Festival 2021 © www.namelessmusicfestival.com

Spazi all’aperto sempre più ampi come chiave di successo per garantire distanze e sicurezza a tutti i partecipanti. Ad Annone di Brianza, nel lecchese, una distesa naturale di 200mila metri quadrati è pronta a ospitare dal 9 al 12 settembre l’ottava edizione del Nameless Music Festival. Uno spazio ridisegnato, in base a un protocollo definito già dallo scorso luglio, e predisposto per effettuare fino a 20mila tamponi all’ingresso dell’evento. “Siamo convinti che la musica e la cultura siano i pilastri su cui ricostruire dopo la pandemia e noi vogliamo fare la nostra parte”, ha dichiarato il fondatore Alberto Fumagalli. Tra i festival più attesi del panorama dance e hip hop, il Nameless metterà in consolle, tra gli altri, DJ Snake e il rapper statunitense Lil Pump.

Spostarsi in Umbria dal 25 giugno all’11 luglio potrebbe riservare grandi sorprese a livello artistico e turistico. Sono infatti i giorni in cui si tiene la sessantaquattresima edizione del Festival dei Due Mondi, la rassegna di arti performative più antica d’Italia. Ideato nel 1958, il festival di Spoleto trasforma la città in palcoscenico interdisciplinare con 60 spettacoli in prima italiana tra musica, opera, danza, teatro e arte, coinvolgendo oltre 500 artisti da 13 paesi.

Francesco Tristano al Festival dei Due Mondi di Spoleto
Francesco Tristano unirà musica classica ed elettronica al Festival dei Due Mondi di Spoleto © Marie Staggat

Dei concerti musicali in programma, di fianco a istituzioni internazionali come la Budapest Festival Orchestra e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, si preannuncia imperdibile lo spettacolo del pianista e musicista sperimentale Francesco Tristano, che il 3 luglio in piazza Duomo mischierà la musica di Bach all’elettronica, accompagnato da The New Bach Players e dal percussionista tedesco Ruven Ruppig. Con la loro musica leggera, anzi leggerissima, si esibiranno a Spoleto anche i cantautori Colapesce e Dimartino i quali, dopo aver conquistato l’ultimo Festival di Sanremo ed essersi raccontati nel nostro podcast Big!, hanno già raggiunto il triplo disco di platino. L’edizione 2021 del festival, nel frattempo, potenzierà le proprie attività green eliminando la plastica, usando acqua pubblica, riducendo il consumo di carta, promuovendo la mobilità sostenibile e inaugurando iniziative dedicate al cicloturismo nella regione come la SpoletoNorcia trail experience.

 

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