Aerei del regime militare del Myanmar hanno sganciato le bombe su un villaggio durante l’inaugurazione di un ufficio dei ribelli delle Forze di Difesa del Popolo.
L’attacco del regime militare del Myanmar era diretto ai ribelli delle Forze di Difesa del Popolo ma tra le vittime ci sarebbero anche bambini.
Lo scorso ottobre un altro raid aereo del regime aveva causato decine di vittime a un concerto.
La dittatura militare nel paese e l’attacco alle opposizioni si sta facendo sempre più dura mentre cresce la condanna internazionale.
Il regime militare del Myanmar ha lanciato un raid aereo contro un villaggio nel nord-ovest del paese, uccidendo almeno 100 persone. L’obiettivo dell’attacco sono stati rappresentanti delle Forze di Difesa del Popolo, un gruppo armato e ribelle al governo, ma tra le vittime ci sarebbero anche diversi civili, tra cui bambini. Negli scorsi mesi il regime militare, salito al potere nel 2021 con un colpo di stato che ha destituito la leader politica Aung San Suu Kyi, ha compiuto altri attacchi simili contro i ribelli che hanno causato decine di morti.
L’attacco contro i ribelli
L’attacco aereo del regime militare del Myanmar è avvenuto a Pa Zi Gyi, nella regione di Sagaing. Qui era in corso l’inaugurazione di un nuovo ufficio delle Forze di Difesa del Popolo, il braccio armato del governo in esilio di Unità Nazionale costituitosi dopo il colpo di stato del 2021 con cui i militari hanno rimosso il premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi e instaurato una dittatura nel paese.
Myanmar’s ruling junta has confirmed that it carried out an air strike on a village in which dozens of people were reported killed, drawing condemnation from the United Nations and Western powers.https://t.co/xYvb4dY0g6pic.twitter.com/l8AWxNIHaL
Due bombe sganciate dall’alto e gli spari sul villaggio hanno causato almeno 100 morti, tra cui bambini, ma il numero è in costante aggiornamento. Il regime ha rivendicato l’azione, sottolineando che l’eventuale presenza di civili tra le vittime è dovuta alla loro vicinanza al gruppo ribelle destinatario dell’attacco. Il ministero del Lavoro del governo in esilio ha parlato di un atto atroce che costituisce un crimine di guerra.
Non si tratta della prima operazione di questo tipo compiuta dal regime militare. Nello stato di Kachin lo scorso ottobre un altro attacco aereo ha causato circa 50 vittime durante un concerto di una band locale. L’obiettivo, anche in quell’occasione, era colpire le milizie ribelli e mandare un segnale nelle aree dove sono più influenti, dal momento che nel paese sta crescendo l’opposizione alla dittatura militare in corso da due anni.
I diritti umani negati in Myanmar
Sulla nuova strage a opera del regime militare del Myanmar si è fatto sentire l’Onu. Il Segretario generale Antonio Guterres ha condannato l’operazione, sottolineando che i responsabili saranno chiamati a risponderne. Mentre Volker Turk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha definito l’attacco un atto orribile.
#Myanmar: UN Human Rights Chief @Volker_Turk condemns airstrikes on a community hall in the Sagaing region, an opposition stronghold in the northwest of the country. See comment here : https://t.co/Zss83HCzNs
Da quando i militari hanno preso il potere nel 2021, la situazione in Myanmar dal punto di vista dei diritti umani è precipitata. La leader politica Aung San Suu Kyi ha ricevuto condanne plurime per 33 anni totali di detenzione, che le organizzazioni non governative definiscono di natura politica. Migliaia di oppositori politici sono stati condannati al carcere senza un processo equo e per alcuni si è arrivati fino alla pena di morte.
A fine 2022 erano 74 i giornalisti in carcere, mentre c’è anche chi è stato ucciso per il suo lavoro. In generale, dal 2021 ci sono stati 3mila morti nel paese nel corso di proteste e spedizioni punitive. E l’organizzazione non governativa Amnesty Internationaldefinisce la situazione “intollerabile”, mentre la comunità internazionale, tra cui gli Stati Uniti, ha iniziato a comminare sanzioni economiche nei confronti di persone vicine al regime.
Toru Kubota era stato arrestato mentre filmava le proteste contro il regime militare. Il bavaglio contro i giornalisti in Myanmar è sempre più stringente.
La biografia del Nobel Aung San Suu Kyi è legata con la storia dei genitori e del Myanmar (già Birmania). Fra nazionalismo, influenze occidentali e compromessi con l’esercito.