Negli ultimi mesi in Sardegna ci sono stati incendi e sabotaggi, molte fake news e spazi occupati, ma si è dato meno spazio alla vera questione: la democratizzazione degli impianti rinnovabili.
Vesuvio, incendi dolosi bruciano decine di ettari di parco
Decine di persone evacuate, ettari di pinete del parco nazionale ridotte in cenere e aria irrespirabile nelle aree limitrofe. Questo il bilancio provvisorio dei roghi scoppiati nella zona del Vesuvio.
Da martedì mattina una colonna di fumo denso si alza dal Vesuvio, il vulcano però non c’entra, non sono state le forze della natura a scatenare la loro potenza contro l’uomo, bensì quest’ultimo ha cercato come sua abitudine di dominare la prima, perdendo però il controllo. Gli incendi divampati alle pendici del Vesuvio sono infatti di origine dolosa, “sembra una eruzione ma è il contrario – ha commentato sul suo profilo Twitter l’ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino. – Sono gli uomini che bruciano il Vesuvio”.
Sembra una eruzione ma è il contrario. Sono gli uomini che bruciano il Vesuvio e altre parti del territorio.Intervenga il governo, da subito pic.twitter.com/FWzC5r35Mh
— Antonio Bassolino (@a_bassolino) 11 luglio 2017
A fuoco il parco del Vesuvio
Nell’ultima settimana numerosi incendi hanno bruciato il parco nazionale del Vesuvio, incenerendo oltre settanta ettari di territorio. “Questi incendi sono tutti dolosi”, ha affermato con amarezza Sergio Costa, a capo dei carabinieri forestali. I carabinieri hanno infatti individuato numerosi inneschi che hanno dato il via alle fiamme. “Il fatto che si siano sviluppati più incendi in punti differenti e contemporaneamente avvalora la tesi del dolo – ha spiegato Costa – come, del resto, la circostanza che alcuni focolai siano divampati nel fitto della boscaglia, lontano da strade. Queste sono fiamme volute”. Il comandate dei carabinieri ha inoltre ipotizzato che gli incendi potrebbero essere stati appiccati in risposta all’attività del parco nazionale contro l’abusivismo edilizio. È stato infatti recentemente annunciato un piano per demolire gli immobili edificati illegalmente nella zona. https://www.youtube.com/watch?v=m9WDWEWCTBc
Una lingua di fuoco di 2 chilometri
I primi incendi hanno avuto origine nella zona compresa fra i comuni di Ottaviano, sede del parco, e Terzigno, poi si sono diffusi a causa del vento arrivando a lambire le zone abitate. I vari incendi si sono uniti formando un’unica lingua di fuoco lunga due chilometri che continua a divampare. Le autorità hanno bloccato tutte le vie di accesso al Vesuvio ed evacuato ristoranti e abitazioni nei comuni di Ercolano, Torre del Greco e Boscoreale. Il sindaco del comune di Corbara, in provincia di Salerno, ha invece disposto la chiusura della strada provinciale 2 e ha chiesto l’intervento dell’esercito.
Scarsa prevenzione
“È significativo che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire gli incendi che, come nel caso del Vesuvio, richiedono azioni immediate – ha dichiarato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Anche Legambiente ha denunciato le inadempienze della regione Campania nel piano di prevenzione degli incendi boschivi per il 2017.
Il fumo dell’#incendio sul #vesuvio arriva fino in #puglia e #basilicata @Emergenza24 pic.twitter.com/RgeZmiZ3qa
— MeteOne P&B (@MeteOnePB) 11 luglio 2017
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