Giovanni Chimienti, esploratore National Geographic, studia gli organismi marini che vivono in profondità. Così ha scoperto la foresta di coralli neri delle Tremiti.
National Geographic è ora di proprietà di uno che si dice scettico sui cambiamenti climatici
National Geographic, una delle più famose riviste al mondo per gli appassionati di ambiente, natura e scienza, animata dalle attività di centinaia di esploratori, fotografi e scienziati, è stata acquistata da 21st Century Fox, il colosso dell’informazione americano fondato da Rupert Murdoch. Quello stesso Murdoch che più volte ha espresso il suo scetticismo nei confronti
National Geographic, una delle più famose riviste al mondo per gli appassionati di ambiente, natura e scienza, animata dalle attività di centinaia di esploratori, fotografi e scienziati, è stata acquistata da 21st Century Fox, il colosso dell’informazione americano fondato da Rupert Murdoch. Quello stesso Murdoch che più volte ha espresso il suo scetticismo nei confronti del riscaldamento globale e delle sue conseguenze.
L’operazione, costata 725 milioni di dollari (circa 642 milioni di euro), mette fine a 127 anni di pubblicazioni indipendenti e dà vita a una nuova joint venture, a un nuovo gruppo dal nome National Geographic Partners che mette insieme il canale televisivo National Geographic Channel, già di proprietà di Murdoch, il magazine cartaceo e altri mezzi d’informazione quali gli studi televisivi, le piattaforme digitali, così come i libri e le mappe storiche.
Il 73 per cento di National Geographic Partners è ora (o meglio, entro fine anno) di proprietà di 21st Century Fox, mentre il restante 27 per cento rimane nelle mani della storica National Geographic Society, nata nel 1888 per incrementare le conoscenze geografiche finanziando nuove ricerche in tutto il mondo, soprattutto in quelle aree remote del pianeta dove spesso si sono fatte scoperte che hanno cambiato il futuro dell’umanità. Ad oggi il magazine conta oltre trenta edizioni locali nel mondo. L’edizione italiana è nata nel febbraio del 1998, la quarta dopo l’edizione originale americana, quella giapponese e quella spagnola. Dal dicembre del 2010 la direzione di National Geographic Italia è a cura di Marco Cattaneo.
A climate change skeptic not a denier. Sept UN meets in NY with endless alarmist nonsense from u know whom! Pessimists always seen as sages
— Rupert Murdoch (@rupertmurdoch) 27 Agosto 2015
Rimane invariata, almeno per ora, anche la direzione generale del gruppo. Anche se il consiglio di amministrazione verrà equamente diviso tra le due realtà proprietarie, per il ruolo di presidente del consiglio è stato scelto Gary Knell, già presidente e amministratore delegato di National Geographic Society. Il nuovo amministratore di National Geographic Partners sarà invece Declan Moore, attualmente a capo dell’ufficio media della Society.
Lo scopo dell’operazione, secondo fonti ufficiali, è quello di avere la sicurezza di avere i fondi necessari per poter continuare a svolgere il lavoro di ricerca e di scoperta come fatto da decenni a questa parte. Ma è inevitabile temere un cambio di rotta nel modo in cui il magazine e i documentari tratteranno questioni come l’aumento delle temperature e i cambiamenti climatici. Nel 2014, l’Union of concerned scientists ha pubblicato uno studio in cui sostiene che il 72 per cento della copertura mediatica dei canali Fox sui cambiamenti climatici è stato “fuorviante”.
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