Dal 17 al 23 giugno, Survival International mobilita l’opinione pubblica con una settimana dedicata ai diritti dei popoli incontattati.
Per salvare le terre degli antenati, i nativi americani Klamath se le ricomprano ettaro dopo ettaro
L’identità dei nativi americani è legata a doppio filo alle loro terre. Ecco perché la tribù Klamath le sta ricomprando dal governo statunitense.
“Gli antenati dicevano: ‘La terra non ci appartiene, noi le apparteniamo’. E credo sia vero”. A dirlo è Clayton Dumont, membro del consiglio dei nativi americani Klamath. “Più ne riconquistiamo, più possiamo prendercene cura, più sarà sana la terra. E noi con lei”. È il motivo che ha spinto questo popolo dell’Oregon a ricomprarsi, ettaro dopo ettaro, i territori che erano passati sotto la proprietà del governo federale.
La storia dei territori del popolo Klamath
Circa 150 anni fa, ricorda il quotidiano Guardian, la tribù Klamath siglò un accordo con il governo statunitense, cedendo 9 milioni di ettari in cambio dell’istituzione di una riserva. Ma quest’ultima venne via via ridotta e infine azzerata nel 1954. Quest’estate i nativi hanno scoperto che alcuni di questi territori erano stati messi in vendita. Così hanno presentato un’offerta e sono riusciti a riappropriarsi dell’area che arriva fino ai piedi del monte Yamsay, luogo di spiritualità e preghiera per la loro cultura.
“Il nostro popolo nasce con una connessione spirituale verso la terra, è qualcosa che tutti sentiamo, tutti conosciamo e che ci viene insegnata dai nostri antenati”, spiega un’altra delegata, Willa Powless. Riprendere possesso di “una grande area di terreno, specialmente se non è edificata, è qualcosa di davvero potente. E forse è uno dei momenti di guarigione più intensi che ci troviamo ad affrontare da molto tempo”.
I nativi americani riconquistano le loro terre
Negli ultimi cinquant’anni si è assistito a diverse iniziative di questo tipo, sottolinea la professoressa Sarah Krakoff dell’università del Colorado con sede a Boulder, interpellata dal Guardian. Ciò non vuol dire che siano semplici. Bisogna mettere in campo non solo le risorse economiche, ma anche il supporto tecnico e legale per gestire le transazioni. Dopodiché bisogna ottenere dal governo federale l’autorità in materia fiscale e legislativa.
Nonostante tutte le complessità correlate a questo iter, negli ultimi vent’anni gli Oneida del Wisconsin sono riusciti a recuperare i due terzi della loro riserva. In origine si estendeva su 26mila ettari ma in gran parte era andata perduta attraverso “inganni e stratagemmi”, a detta del portavoce della comunità Bobbi Webster. Anche la tribù californiana Yurok ha ricomprato circa 32mila ettari che erano finiti quasi tutti nelle mani di una società di disboscamento.
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