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I nativi americani protestano contro l’uccisione dei bisonti di Yellowstone
I pellerossa si sono riuniti nel Montana per chiedere di fermare la mattanza dei bisonti, accusati dagli allevatori di diffondere malattie al bestiame.
I protagonisti di questa storia sono i bisonti, i nativi americani e gli yankee, eppure non siamo nel vecchio West ma ai giorni nostri. Lo scorso martedì numerosi attivisti nativi americani si sono riuniti a Helena, capitale del Montana, per protestare contro l’uccisione di centinaia di bisonti (Bison bison) del Parco nazionale di Yellowstone, uccisi in seguito alla pressione esercitata dagli allevatori, che accusano gli animali di infettare i capi di bestiame e di diffondere malattie.
I manifestanti si sono espressi contro la gestione dei bisonti da parte della autorità federali, che prevede l’abbattimento degli animali ogni inverno, quando qualche branco abbandona i confini del parco e si avvicina al Montana in cerca di cibo.
“Questo è un nuovo inizio nella lotta per proteggere il bisonte e gli altri animali selvatici che vivono in territorio indiano”, ha dichiarato Jimmy St. Goddard, auto dichiaratosi leader spirituale della tribù dei Piedi Neri del Montana.
A Yellowstone vive la più grande mandria di bisonti selvatici degli Stati Uniti, al di là del loro valore biologico sono anche un’importante risorsa economica, rappresentano infatti una grande attrattiva per i tre milioni di persone che visitano il parco ogni anno.
Un tempo questi imponenti mammiferi vagavano in branchi sterminati e si contavano decine di milioni di esemplari, finché la caccia sregolata ha sterminato quasi completamente la specie, nel Ventesimo secolo i superstiti erano appena cinquanta animali, che hanno trovato nel Parco di Yellowstone un rifugio sicuro.
In base ad un accordo tra il parco e gli stati circostanti, Montana, Wyoming e Idaho, le centinaia di bisonti che si allontanano dall’area protetta possono essere uccisi attraverso la caccia regolamentata. Questa scelta ha suscitato le proteste dei sostenitori dei bisonti, come alcuni nativi americani e l’associazione Buffalo Field Campaign, composta da volontari che presidiano gli habitat dei bisonti e documentano i soprusi che sono costretti a subire.
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