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I nativi di Hong Kong registrano un album per salvare la loro terra
Un gruppo di musicisti locali e nativi di Hong Kong, in Cina, ha realizzato un album per celebrare la propria cultura ancestrale, in opposizione al piano del governo che prevede l’edificazione delle aree verdi dove si trovano i loro villaggi. Gli artisti indipendenti e gli abitanti indigeni provengono dai distretti del nord-est dei New Territories
Un gruppo di musicisti locali e nativi di Hong Kong, in Cina, ha realizzato un album per celebrare la propria cultura ancestrale, in opposizione al piano del governo che prevede l’edificazione delle aree verdi dove si trovano i loro villaggi.
Gli artisti indipendenti e gli abitanti indigeni provengono dai distretti del nord-est dei New Territories di Hong Kong, come Ping Che, Kwu Tong e Ma Shi Po, in cui le comunità rurali vivono da secoli in armonia con la natura che le circonda. Purtroppo, però, la corsa urbana alla modernizzazione e l’avanzata dei grattacieli residenziali nella città più verticale al mondo stanno mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Fragrant Village, la musica dei villaggi contro i grattacieli
Nel 2013, durante il festival artistico Emptyscape, alcuni nativi di Hong Kong si recarono nella ex scuola pubblica del villaggio di Ping Che, intonando le melodie che avevano imparato da ragazzi nell’edificio ormai abbandonato. Storie, emozioni e ricordi di come si cresceva nei villaggi, accompagnati dalla musica, sono diventati canzoni che hanno riaccesso l’amore degli indigeni per la propria terra.
La produttrice Sze Ka Yan ha così riunito una dozzina di musicisti locali nel progetto Fragrant Village, nome del collettivo artistico e dell’album che riproduce i dialoghi tra i musicisti e gli abitanti dei villaggi, custodi del passato e del presente. Le registrazioni sono state effettuate all’aperto, nelle risaie, sulle colline o in riva ai fiumi per catturare i suoni naturali, come il soffio del vento e il gorgoglio dell’acqua. Per preservarli prima che svaniscano del tutto, nel frastuono dei bulldozer dei costruttori.
“Non potremo più ascoltare questi suoni quando i nostri luoghi cesseranno di esistere”, ha detto Ka Yan al South China Morning Post. “Il messaggio finale dell’album è salvaguardare le voci degli abitanti del villaggio e combattere contro coloro che vogliono metterle a tacere”.
La questione dei terreni e degli alloggi di Hong Kong
Dopo essere stata ceduta nel 1841, l’ex colonia inglese è tornata sotto la sovranità della Cina nel 1997. Si stima che il 45 per cento delle entrate di Hong Kong provenga dalle rendite dei terreni, come retaggio del dominio britannico. Ma, da diversi anni, il governo ha serie difficoltà a recuperare aree dismesse, soffrendo la carenza di alloggi pubblici mentre il costo delle abitazioni private è insostenibile per metà della popolazione.
Uno degli obiettivi interni è collocare un milione di persone nei New Territories, dove è prevista la costruzione di nuovi grattacieli. Oltre alle aree dismesse, il governo vorrebbe acquisire la terra degli abitanti indigeni dei villaggi, i cui diritti sono però protetti (almeno finora) dalla Legge fondamentale.
Immagine di copertina: Nativi di Hong Kong suonano nei villaggi © Xiaomei Chen via South China Morning Post
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