Il concetto di nature positive prevede di fermare la perdita di biodiversità e, anzi, arrivare ad arricchirla attraverso la protezione degli ecosistemi e il ripristino di quelli degradati.
Questo obiettivo va raggiunto attraverso tre tappe: zero perdita netta di natura a partire dal 2020; bilancio netto positivo entro il 2030; pieno recupero della natura entro il 2050.
Il mondo è alle prese con tre crisi interconnesse: i cambiamenti climatici, l’insostenibilità dei modelli di sviluppo e la perdita di biodiversità. Per le prime due sono stati quanto meno stabiliti dei traguardi da raggiungere; si tratta rispettivamente della carbon neutrality e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Finora non è mai stato stabilito un equivalente per la biodiversità. È per questo che, da qualche tempo, esperti e ong dibattono sul concetto di nature positive.
Cosa significa nature positive
Cosa significa nature positive? Troviamo una proposta nel paper A nature-positive world: the global goal for nature, redatto da una squadra di esperti di organizzazioni scientifiche e non governative tra cui l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), The nature conservancy, BirdLife international e altre.
Riassumendo molto, significa migliorare le condizioni della biodiversità. Il che è un passo in più rispetto alla semplice tutela della natura già esistente. Il cosiddetto global goal for nature identifica tre obiettivi temporali misurabili che è necessario raggiungere per rendere nature positive il nostro pianeta:
perdita netta zero di natura a partire dal 2020;
bilancio netto positivo entro il 2030;
pieno recupero della natura entro il 2050.
Si parla di perdita “netta” perché è inevitabile che nel breve periodo si assista al degrado di alcuni ambienti naturali, per esempio a causa dello sviluppo urbano. Il 2020 però è indicato come la data a partire dalla quale queste perdite possono essere compensate mediante la protezione delle aree naturali. Il meccanismo è lo stesso del net zero: le attività umane emetteranno sempre CO2 in atmosfera, ma bisogna diminuirne la quantità fino a renderla equivalente a quella rimossa da foreste e oceani nello stesso periodo di tempo.
Today, countries made a landmark deal to protect 30% of the world’s ecosystems, halve food waste and mobilize $200 billion per year for nature by 2030.
Ma com’è possibile migliorare l’abbondanza, la diversità e la resilienza delle specie e degli ecosistemi? Per raggiungere questo traguardo, che questa tabella di marcia colloca entro il 2030, la protezione degli ecosistemi non basta ma va accompagnata dagli sforzi per il ripristino degli ecosistemi stessi, tema a cui è dedicato il decennio Onu 2021-2030. Non esiste una sola strategia, perché riportare in salute un terreno agricolo impoverito è qualcosa di molto diverso rispetto a ripristinare un ambiente montano o una torbiera.
Ci sono tante azioniintermedie, differenti ma correlate tra loro, che possono indirizzare il pianeta verso un futuro climate positive: impedire l’estinzione delle specie conosciute minacciate, proteggere e conservare almeno il 30 per cento degli ecosistemi marini, terrestri e di acqua dolce, recuperare il 20 per cento la vegetazione autoctona nelle aree più densamente trasformate, ripristinare 350 milioni di ettari degradati e deforestati entro il 2030 (come prevede la Bonn challenge). È fondamentale anche “passare a modelli di produzione e consumo più sostenibili sul resto del paesaggio terrestre e marino”, spiega il paper A nature-positive world: the global goal for nature.
Qual è la differenza tra nature positive e altri obiettivi ambientali
Quando si parla di nature positive, è importante non fare confusione con altri obiettivi climatici e ambientali che potrebbero apparire simili. Come anticipato, infatti, il concetto di nature positive prevede di fermare la perdita di biodiversità e, anzi, arrivare ad arricchirla attraverso la protezione degli ecosistemi e il ripristino di quelli degradati.
Carbon neutrality
La carbon neutrality, al contrario, è la situazione in cui i gas serra emessi dall’uomo sono pari a quelli rimossi dall’atmosfera in un certo periodo di tempo. Per questo si parla anche di net zero, o azzeramento delle emissioni nette: quest’ultimo però si differenzia perché è un obiettivo science-based, cioè suffragato dall’analisi scientifica.
Carbon negative
Un processo carbon negative, invece, induce una rimozione permanente di CO2 dall’ecosistema; una foresta non risponde a questo requisito, perché la immagazzina nell’atmosfera ma non la ingabbia per sempre in modo sicuro.
Climate positive
Soprattutto in alcune strategie aziendali ultimamente si sente parlare anche di climate positive, pur non essendoci ancora una definizione univoca; una delle interpretazioni più comuni vuole che ciò significhi rimuovere l’atmosfera più gas serra di quanto vengono emessi, per esempio attraverso progetti di forestazione.
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