La Nature restoration law è stata approvata in via definitiva a pochi giorni dalle elezioni europee. Un passo fondamentale per mantenere vivo il Green deal.
La Nature restoration law è stata approvata lunedì 17 giugno, questa volta in via definitiva, dal Consiglio dell’Unione europea, ovvero l’istituzione che riunisce i ministri competenti in materia dei 27 paesi membri. Si tratta di un regolamento fondamentale per la tutela dell’ambiente che rientra nel Green deal, il piano europeo per il clima che, guarda caso, aveva subito una battuta d’arresto prima delle elezioni europee che si sono tenute dal 6 al 9 giugno. L’iter del regolamento è durato oltre due anni a causa dei cambi di vedute e posizione di molti governi, rendendo il processo legislativo complesso e articolato.
L’Italia resta tra i contrari alla Nature restoration law
L’Italia ha confermato la sua contrarietà insieme a Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia e Svezia, evidenziando la divisione all’interno dell’Unione europea su temi ambientali così cruciali. Il Belgio, invece, si è astenuto, dimostrando un atteggiamento neutrale ma comunque significativo nel contesto delle decisioni europee. Il nostro paese, quindi, è stato particolarmente significativo (in negativo) durante l’iter di approvazione, poiché la sua opposizione, condivisa con altri paesi, ha sottolineato le diverse priorità e preoccupazioni presenti all’interno dell’Unione europea. Questo disaccordo mette in luce la necessità di un dialogo continuo e di compromessi per raggiungere un consenso su questioni ambientali di importanza strategica.
“Si è superato l’ostacolo. Avere ecosistemi sani è essenziale per il clima, la biodiversità e per l’agricoltura. Questa legge è fondamentale affinché l’Unione europea possa raggiungere l’obiettivo climatico dell’Accordo di Parigi, ed è ora importante che i 27 paesi la attuino pienamente”, ha commentato l’europarlamente Terry Reintke, presidente del Gruppo dei Verdi.
Gli obiettivi del regolamento
Quali sono i suoi obiettivi? Il regolamento punta al ripristino del 20 per cento delle aree marine e terrestri dell’Unione entro il 2030 e di tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050. Questi obiettivi ambiziosi riflettono l’urgenza e la necessità di interventi concreti per contrastare il degrado ambientale e la perdita di biodiversità, che rappresentano alcune delle sfide più pressanti del nostro tempo.
La legge include misure specifiche per migliorare la qualità dell’acqua e dell’aria, promuovere la biodiversità, e ripristinare habitat naturali critici. Inoltre, mira a coinvolgere attivamente le comunità locali e a promuovere pratiche agricole sostenibili. L’implementazione di questa legge richiederà uno sforzo congiunto e coordinato tra i paesi membri, nonché un forte impegno politico e finanziario per garantire che gli obiettivi siano raggiunti entro i tempi stabiliti.
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